Genova. Sono solo cinque le donne elette nel Consiglio regionale della Liguria su trenta posti disponibili. Ancora una volta la parità di genere imposta “a monte” dalle leggi in vigore non si riflette nella realtà scaturita dall’esito delle urne.
A stabilire l’equilibrio nella composizione delle liste era stata una modifica alla legge elettorale in vigore proposta nel luglio 2020 dalla prima giunta Toti e approvata all’unanimità in Consiglio regionale: in ciascuna provincia i candidati del medesimo sesso non possono eccedere il 60%. In parallelo era stata introdotta la doppia preferenza di genere, in modo che ogni elettore potesse esprimere un voto sia per un uomo sia per una donna.
Al momento sono due le donne elette nelle fila della maggioranza, che potrà contare su 17 seggi: l’assessora uscente Simona Ferro in quota Fratelli d’Italia e l’ex deputata Sara Foscolo per la Lega. Tre invece le consigliere che siederanno nei banchi dell’opposizione: nel gruppo Pd le new entry Katia Piccardo, sindaca di Rossiglione, e Carola Baruzzo, presidente dell’assemblea provinciale del partito alla Spezia, più la riconfermata Selena Candia in Alleanza Verdi Sinistra, eletta già nel 2020 nella Lista Sansa.
Certo, la situazione potrebbe mutare se alcuni consiglieri di maggioranza fossero scelti da Bucci per la nuova giunta: in quel caso dovrebbero dimettersi – non perché sia obbligatorio, ma perché lo impone il presidente – e lascerebbero il posto ai primi non eletti in base al numero di preferenze ottenute. In Vince Liguria, al posto di Federico Bogliolo o Matteo Campora entrerebbe Jessica Nicolini, per anni portavoce dell’ex governatore Toti. Allo stesso modo il ritorno in giunta di Marco Scajola consentirebbe il rientro di Chiara Cerri (entrambi ex totiani, oggi Forza Italia). In quota Fratelli d’Italia è meno probabile che entrino in giunta Luca Lombardi e Rocco Invernizzi, ma dietro di loro sarebbero pronte Veronica Russo (consigliera uscente) e Antonella Tosi. Se invece facesse il salto la genovese Simona Ferro, il seggio andrebbe a Lilli Lauro (altra ex arancione) in un gioco a somma zero.
In effetti qualche passo avanti è stato fatto. Quattro anni fa, all’indomani del voto, erano solamente tre le donne elette in Regione: Ilaria Cavo, Lilli Lauro e Selena Candia. Poi, tra passaggi in giunta ed elezioni in Parlamento, la legislatura si è chiusa con otto consigliere: a subentrare erano state Veronica Russo (al posto del senatore Gianni Berrino, Fratelli d’Italia), Barbara Ratti (eletta con Fratelli d’Italia ma entrata in Lista Toti, al posto del defunto Sauro Manucci), Chiara Cerri e Daniela Menini (al posto degli assessori Marco Scajola e Giacomo Giampedrone, Lista Toti), Mabel Riolfo e Sonia Viale (invece degli assessori Alessandro Piana e Alessio Piana). L’assessora Cavo invece aveva lasciato il posto a Giovanni Boitano.