Confronto

Regionali, su Genova24 il primo dibattito tra candidati alla presidenza: ecco cosa hanno detto

La sfida in diretta dalla vasca degli squali dell'Acquario. Tutti vogliono abolire Alisa, solo Bucci la vuole "diversa". Scontro sulle infrastrutture, Orlando: "La Gronda? Voglio farla". E il gioco della cartina manda tutti nel panico

Genova. Le ricette per ridurre le liste d’attesa, la bocciatura bipartisan dell’attuale Alisa, lo scontro sulle infrastrutture, il rigassificatore che oggi nessuno (o quasi) vuole in Liguria, i grandi supermercati che tutti vogliono fermare (perfino il centrodestra), il tema dei finanziamenti alla politica che continua a divedere dopo l’inchiesta che ha decapitato la giunta Toti. Tanti i temi toccati nel primo dibattito tra candidati alla presidenza della Regione Liguria andato in scena ieri sera dalla vasca degli squali dell’Acquario e trasmesso in diretta streaming da Genova24. Un confronto civile ma vivace, senza escludere qualche frecciata reciproca, coi sette contendenti (gli altri due, benché invitati, hanno dato forfait a causa di impegni pregressi) sotto torchio per un’ora e tre quarti.

Presenti quindi Marco Bucci e Andrea Orlando per le maggiori coalizioni di centrodestra e centrosinistra, Maria Antonietta Cella (Partito Popolare del Nord), Marco Giuseppe Ferrando (Partito Comunista dei Lavoratori), Nicola Morra (Uniti per la Costituzione), Nicola Rollando (Per l’Alternativa) e Alessandro Rosson (Indipendenza). Assenti per altri impegni Davide Felice, candidato per Forza del Popolo, e Francesco Toscano di Democrazia Sovrana Popolare.

Sulla sanità nessun colpo di scena. Bucci insiste con la sua proposta: “Pagare gli straordinari al personale sanitario per usare di più le macchine abbattere le liste d’attesa, come è già stato fatto a Genova”. Orlando punta sugli organici e lega il tema a quello degli affitti: “Chi vince i concorsi spesso scarta il posto perché trova case che gli portano via metà dello stipendio”. In ogni caso tutti enfatizzano il ruolo della sanità pubblica e la maggior parte si dichiara a favore dell’abolizione di Alisa, eccetto il il sindaco di Genova che la vorrebbe “diversa”. E Rosson lo attacca in diretta: “Sindaco, non rispondi mai… io dico no ad Alisa”.

Sul tema delle opere infrastrutturali emergono le spaccature più evidenti. Ai candidati abbiamo chiesto di sceglierne tre assolutamente prioritarie. Per Bucci sono la nuova Diga, il raddoppio Finale-Andora e Gronda (e aggiunge pure la Albenga-Carcare-Predosa). Orlando indica Diga, Terzo Valico e raddoppio ferroviario. E la Gronda? “Essendo stata tenuta ferma due anni, forse quel progetto va rivisto”. Stralciando il raddoppio della A10, come vorrebbero M5s e sinistra? “Posso dire che la voglio fare“, taglia corto l’ex ministro. Morra non vuole grandi opere ma “la manutenzione dell’esistente”. Per Rollando bisogna partire dalla messa in sicurezza dell’entroterra che “vale 22,5 milioni di ore di lavoro”.

In tema di trasporto pubblico tutti i candidati, Bucci e Orlando compresi, sottoscrivono l’impegno a rinegoziare il contratto di servizio con Trenitalia, in scadenza nel 2032, per non vanificare i lavori di potenziamento del nodo ferroviario di Genova, destinati a diventare inutili se quei nuovi binari non verranno riempiti con nuovi treni. Su questo punto Toti aveva detto chiaramente che la Regione non avrebbe toccato gli accordi. A sorpresa, poi, si dicono tutti a favore di una moratoria sulla grande distribuzione in Liguria.

Capitolo rigassificatore: qualora il Governo imponesse lo spostamento in Liguria, se non a Vado allora dove? Nessuno si prende la briga di proporre un’alternativa. L’unica che difende la scelta di collocare l’impianto in Liguria – rinnegata pure dalla maggioranza che sosteneva Toti – è Maria Antonietta Cella: “È sempre molto comodo dire i benefici a noi e le cose in casa degli altri. Dipende sempre dalla qualità degli interventi. Non sono un ingegnere, ma da qualche parte va messo”. Per Bucci “va messo a Piombino perché lì ci sono i tubi”. Orlando promette: “Dirò no anche a costo di scontrarmi con Giani”. Ferrando evoca una “ribellione” dei liguri. Morra, Rollando Rosson restano irremovibili: “Né a Vado né altrove”.

Sui finanziamenti alla politica Bucci non teme di rivivere l’incubo Toti: “Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, ho fiducia massima nella magistratura. In passato ho fatto alcuni esposti ma non voglio parlarne”. E ritiene che sia giusto non sapere chi foraggia i partiti. Orlando ripropone una legge sul conflitto di interessi. Ma la cena a Milano con offerta minima 250 euro? “Si condiziona qualcuno con 10-15mila euro come faceva Spinelli. Ho chiesto in tutta Italia di aiutarmi, mi è arrivata una sottoscrizione addirittura dall’Argentina”. Frecciata di Rosson a Bucci: “Almeno Pietro ha aspettato che cantasse il gallo, voi appena Toti è caduto lo rinnegate“.

Marco Ferrando, il candidato del Partito Comunista dei Lavoratori, si infiamma nel tiro incrociato sul tema dell’aborto: “Siamo una regione che ha pochi consultori, c’è una pletora di medici obiettori. Nei giorni scorsi papa Bergoglio ha fatto affermazioni gravissime contro le donne che scelgono l’aborto e i medici non obiettori, al punto che il capo del governo belga ha sentito esigenza di definire inaccettabili queste dichiarazioni. Non c’è politico, nemmeno nel campo laico progressista, che abbia avuto la dignità di denunciare le affermazioni papa Francesco”. Gli risponde subito Orlando: “In Liguria andrà sempre garantita la libertà di scelta delle donne senza nessun altro intervento, come previsto dalla legge 194”. Anche Bucci si accoda: “C’è una legge chiara e tonda, non so perché bisogna polemizzare… se qualcuno non la mette in pratica va sanzionato”.

C’è pure tempo per un gioco che mette in crisi praticamente tutti gli sfidanti per la carica di presidente. Abbiamo dato a ciascuno una cartina della Liguria quasi muta, con indicate solo le località principali, e abbiamo chiesto loro di collocare a penna cinque comuni: Dolceacqua, Cisano sul Neva, Borgio Verezzi, Rovegno e Sesta Godano. A parte Morra che ha lasciato la cartina in bianco e non l’ha presa bene, i risultati sono stati mediamente esilaranti, soprattutto per Cisano sul Neva: Orlando ha candidato in lista il sindaco Massimo Niero eppure ha collocato il paese in provincia di Imperia, Bucci ha fatto lo stesso errore mentre Ferrando, teoricamente più preparato sul Savonese essendovi residente, lo ha messo in provincia della Spezia. Rosson ha deciso di segnare altre località, da Spotorno e Busalla. Insomma, sulla geografia tutti rimandati.

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