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Bucci presidente, i nomi per la giunta: il totiano Giampedrone in pressing per il “ripescaggio”

L'assessore Campora papabile sulla carta, scalpita Scajola, incognite Lega e FdI. Ma il nuovo governatore potrebbe sorprendere con l'inserimento di tecnici esterni

Generico ottobre 2024

Genova. I vertici dei partiti assicurano che il discorso non è stato ancora minimamente affrontato, ma è inevitabile che le prime ipotesi di giunta Bucci (la terza, questa volta in Regione) inizino a prendere forma dopo il verdetto delle elezioni. Un esercizio difficile, quello del toto-giunta, perché sono molte le variabili in gioco: quanta importanza il nuovo presidente vorrà dare al “manuale Cencelli” che prescrive i criteri di ripartizione tra forze politiche, quanto peso avranno la rappresentanza territoriale e la parità di genere e quanto l’autodefinito “sindaco della Liguria” farà di testa sua, da buon manager prestato alla politica, magari coinvolgendo qualche profilo esterno – o comunque pescando tra i non eletti al Consiglio regionale – nella sua “rosa di venti nomi” già pronta prima delle elezioni.

Il primo nome spendibile, almeno sulla carta, è quello di Matteo Campora, uno dei due super-assessori di Tursi insieme al vicesindaco Pietro Piciocchi. La sua candidatura e le sue 1.933 preferenze conquistate nella lista Vince Liguria pur in assenza di una campagna elettorale a tappeto (Federico Bogliolo ne ha prese 137 in più) parrebbero rispondere a un disegno ben preciso: Bucci lo avrebbe voluto fin dal primo momento come uomo di fiducia per la squadra della Regione, spingendo perché fosse supportato da un ampio consenso. In questa logica potrebbe fare anche il vicepresidente della giunta in modo da garantire continuità in caso di imprevisti. Tuttavia, secondo altri rumors, il suo posto in squadra sarebbe tutt’altro che blindato.

In ogni caso Bucci dovrebbe pescare almeno un civico dalle sue liste. A parte Campora, la scelta più plausibile, guardando ai risultati dello spoglio, sembrava corrispondere a Giacomo Giampedrone, assessore uscente alla Protezione civile, rimasto fedele a Toti fino all’ultimo rappresentandone di fatto il braccio destro. Ma il vicino di casa e amico dell’ex governatore, nonostante le 3.430 preferenze sul territorio spezzino, a sorpresa non risulta tra gli eletti per colpa del meccanismo di assegnazione dei seggi.

E in giornata, all’indomani del voto, ha iniziato a circolare un suo presunto messaggio WhatsApp inviato a Bucci in cui, dopo essersi congratulato per lo “straordinario risultato” rivendicando di aver contribuito “in modo determinante” alla sua vittoria, gli chiede “come comunicare alla stampa” la mancata elezione e soprattutto gli chiede di confermare la “disponibilità a far parte della tua squadra, con qualsiasi ruolo che riterrai eventualmente utile e opportuno”. In pratica, almeno all’apparenza, un tentativo di pressing per entrare in giunta che potrebbe anche risultare sgradito al neo-presidente. Genova24 ha provato a contattare l’assessore, ma per ora non ha ricevuto risposta. In pomeriggio Giampedrone, in una conferenza stampa convocata al suo point alla Spezia, ha accusato il “sistema perverso” che lo ha beffato e ha ripetuto il concetto con le stesse parole: “Abbiamo rappresentato a Marco Bucci la nostra volontà, se lo vorrà, di continuare a lavorare insieme. Sono completamente a disposizione per qualsiasi ruolo che lui ritenesse utile e opportuno”.

Un minimo di riguardo all’equilibrio tra i partiti sarà comunque inevitabile. La lista più votata, Fratelli d’Italia (15,08%), dovrebbe essere già certa di avere due assessori. In lizza ci sono l’assessora uscente Simona Ferro, il presidente del Consiglio uscente Gianmarco Medusei (ex Lega), ma attenzione pure al sanremese Luca Lombardi che ha raccolto oltre 3mila preferenze nel suo territorio, quello in cui Bucci ha ottenuto la migliore affermazione. Stefano Balleari, già capogruppo di FdI e assessore della prima giunta Bucci, potrebbe essere indicato invece come presidente dell’assemblea legislativa, ruolo che i meloniani – in quanto prima forza della coalizione – potrebbero rivendicare in alternativa alla vicepresidenza della giunta. A quel ruolo, però, potrebbe ambire anche il forzista Carlo Bagnasco.

Alla Lega, che ha incassato l’8,47%, potrebbero spettare uno o al massimo due seggi. In testa alla classifica delle preferenze c’è l’imperiese Alessandro Piana, già assessore e presidente ad interim dopo l’arresto di Toti. E c’è anche il quasi omonimo Alessio Piana, pure lui assessore uscente, che a Genova ha preso 2.767 voti. Ma a fare “comodo” potrebbe essere soprattutto la loanese Sara Foscolo, ex deputata, che garantirebbe sia una rappresentanza al Savonese sia una parte di quote rosa all’interno della giunta, impegno che Bucci si è preso ieri nella prima conferenza stampa da presidente eletto. Difficile che Forza Italia possa piazzare più di un assessore in giunta. In rampa di lancio c’è ovviamente Marco Scajola, nipote di Claudio e transfuga totiano, altro assessore della giunta decaduta, che da Imperia ha portato in dote ben 6.308 voti, il risultato migliore della coalizione, impossibile da ignorare. Con lui sarebbe pure garantita la rappresentanza all’estremo Ponente.

Un altro “figliol prodigo” azzurro è Angelo Vaccarezza, una delle voci più critiche nei confronti di Toti anche perché ha sempre lasciato la provincia di Savona a secco di assessori. A pochi giorni dal voto aveva chiesto a Bucci di promettere un cambio di rotta su questo punto. A colmare il vuoto potrebbe essere teoricamente lo stesso Vaccarezza, ma sono molti gli ostacoli: anzitutto la precedenza da accordare a Scajola che ha ottenuto quasi 4mila voti più di lui, poi la concorrenza di Sara Foscolo che è una delle poche donne a disposizione, e infine un fatto più personale: in passato ha sempre rifiutato il diktat di Toti che pretendeva dagli assessori le dimissioni da consigliere, un paletto già annunciato anche da Bucci.

Il tutto al netto del fattore Bucci, il più imprevedibile. A Tursi il sindaco è sempre stato abbastanza attento a non scontentare i partiti, ma in Regione si possono nominare solo sette assessori e i margini di manovra sono assai più ridotti, oltre ad essere più alta la posta in gioco. Almeno un posto, dunque, potrebbe essere riservato a un esterno, magari un tecnico: ad esempio si fa il nome di Giacomo Montanari per la Cultura. E poi c’è la vera patata bollente, ovviamente la sanità, che il governatore potrebbe tenere per sé come aveva fatto Toti prima di nominare Angelo Gratarola (per inciso, la sua candidatura in Vince Liguria è stata un mezzo flop, appena 534 voti) oppure affidare a un esperto di alto profilo. A quel punto qualcuno dovrebbe rinunciare a qualcosa e Bucci non è certo persona alla quale imporre diktat.

 

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