Come annunciato

Diga, dal governo decreto “ad cassonem”: sbloccato l’utilizzo dello smarino del tunnel subportuale

La nuova norma, annunciata nelle scorse settimane dal ministro Salvini, permetterà tempi più rapidi per l'utilizzo delle terre da scavo dei cantieri

Posizionato il primo cassone della nuova diga foranea

Genova. Come annunciato nelle scorse settimane, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto “sblocca riempimenti”, che di fatto darà il via libera al riempimento dei cassoni della nuova diga di Genova con il materiale di recupero proveniente da altri cantieri.

La norma è stata inserite in un più ampio intervento normativo denominato “Disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico”. L’annuncio arriva dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La norma, preannunciata a più riprese dallo stesso Matteo Salvini permetterà “di risparmiare i soldi dei contribuenti per il recupero dei rifiuti e il riutilizzo dei materiali provenienti dalla realizzazione degli interventi relativi al Tunnel subportuale e alla diga foranea di Genova”.

Ma l’importanza dell’intervento è soprattutto legato alle tempistiche, oggi più che mai sotto i riflettori per via di alcuni cambiamenti in corsa avvenuto a seguito dell’inchiesta sulla corruzione della Procura di Genova che ha fatto luce sulla gestione degli spazi portuali. Lo smarino che sarà prodotto dal tunnel subportuale, la cui opera di scavo dovrebbe iniziare nei prossimi mesi, sarà stoccato nell’area dell’ex Carbonile in attesa di essere poi utilizzato per il riempimento. La soluzione di accatastare le terre di scavo in quest’aerea è stata richiesta da Aspi per procedere coi lavori, dopo che il riempimento di calata Concenter è finito nel vortice dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria. Per la diga era previsto l’utilizzo di 600mila metri cubi ricavati dagli scavi del tunnel, a seguito di caratterizzazione del materiale recuperato.

Una quota che però non è sufficiente: per riempire tutta la diga, come si evince dalla documentazione progettuale, saranno necessari circa 2,4 milioni di metri cubi di materiale, e solo poco più di un milione arriverà da altri cantieri o dal riutilizzo di parti di demolizioni previste. Per questo motivo nel progetto della diga è presente una quota di circa 1,2 milioni di metri cubi di materiale per il riempimento, nel progetto, fino ad oggi risultava a carico dell’Autorità di Sistema Portuale.

Per recuperare questo materiale, il progetto avrebbe previsto l’utilizzo delle terre ricavate dai dragaggi del bacino di Sampierdarena e dell’avanporto. Su questo passaggio, però, nei mesi scorsi erano sorti dei problemi, con la richiesta di integrazioni sul punto da parte degli uffici tecnici ambientali di Regione Liguria. Le criticità emerse sono sostanzialmente due: per quanto riguarda le i dragaggi di Sampierdarena bisognerà aspettare la demolizione della vecchia diga per arrivare alla quoto prevista di -18 msl, e per la demolizione bisogna aspettare che la corrispettiva nuova diga sia costruita per ovvi motivi di protezione delle banchine portuali. In seconda istanza, inoltre, dai campionamenti svolti sul materiale dei dragaggi sono emerse delle concentrazioni di inquinanti chimici, i residui portuali, piuttosto elevate che hanno indotto ad una caratterizzazione delle terre in fascia D e C, che comporta, in termini non tecnici, l’utilizzo di queste terre per riempimenti in ambienti esclusivamente stagni, vale a dire non a contatto con il mare aperto. Una procedura possibile ma con tempistiche molto più dilatate.

L’intervento del governo, quindi, si inserisce in questo contesto, anche se al momento il testo non è stato reso noto: la nuova norma, studiata ad hoc per la diga, potrebbe aver “alleggerito” le procedure di gestione delle terra da scavo, rendendo più snella la possibilità di trasferire all’interno dei cassoni il materiale ricavato dal cantiere del tunnel, velocizzando (o saltando) la caratterizzazione dello smarino, con relativa partizione del materiale destinato alla discarica, come previsto dalle norme attuali. Con l’intervento del governo, quindi, il volume di terra riutilizzabile proveniente dal tunnel potrebbe aumentare: la norma punta a “incentivare le operazioni di recupero dei rifiuti e di riutilizzo dei materiali di prossimità provenienti dalla realizzazione degli interventi relativi al tunnel sub-portuale e alla diga foranea di Genova, anche prevedendo che il Sindaco, quale Commissario straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità”, conclude la nota ministeriale.

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