Genova. “I Carabinieri e i giovani” è il tema del nuovo calendario storico dell’Arma, realizzato con il contributo dell’artista “pop” Marco Lodola e dello scrittore Maurizio de Giovanni, noto per i romanzi dedicati al commissario Ricciardi, e poi per “I Bastardi di Pizzofalcone” e “Mina Settembre”.
I testi che accompagnano le 12 tavole mensili descrivono un dialogo epistolare fra un maresciallo comandante di stazione, vedovo, e il figlio, studente alle prese con le sfide del quotidiano e con il dolore, condiviso con il padre, per la scomparsa della madre. Bullismo, dipendenze da alcol e droga, salvaguardia dell’ambiente e rispetto per l’altro, inclusività e solitudine sociale sono i temi trattati attraverso i post-it che il maresciallo lascia al figlio, cercando di comunicare con lui in modo alternativo e riuscendo così a superare gli ostacoli e le difficoltà spesso frequenti tra adulti e giovani.
Obiettivo del calendario, valorizzare i giovani, bene inestimabile per tutti e investimento prezioso per il futuro del Paese, richiamando una delle principali attività preventive svolta dall’Arma a loro favore, gli incontri nelle scuole sulla “Cultura delle legalità”, che ambiscono a promuovere conoscenza della legge e cultura civica.
Oggi il calendario storico dell’Arma ha una tiratura di 1.200.000 copie ed è tradotto in otto lingue straniere (inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, cinese e arabo) oltre che in sardo e friulano. Giunto alla sua 92esima edizione, è accompagnato anche dell’edizione 2025 dell’agenda, che riporta le storie di de Giovanni come apertura di ogni singolo mese, il calendario da tavolo, dedicato anche quest’anno al tema “I Carabinieri nei Borghi più Belli d’Italia”, e il planning da tavolo, incentrato sul tema “L’impegno internazionale dei Carabinieri. L’attività di cooperazione e i teatri operativi”.
“Nel calendario affrontano argomenti molto particolari, che quasi sempre vengono discussi dall’Arma nelle scuole – spiega il colonnello Alessandro Magro, comandante provinciale dei carabinieri- La scuola può fare molto, noi spesso interveniamo sia dal punto di vista repressivo ma anche preventivo, per questo entriamo nelle scuole. I ragazzi sono il nostro futuro, il nostro calendario vede in loro la speranza di avere una società migliore, ma bisogna coinvolgerli. E noi abbiamo sperimentato tanta partecipazione nelle scuole”.