Spiegazioni

Raffica di tubi esplosi a Genova, Iren: “Colpa della rete vecchia ma ci sono anche altri fattori”

I tecnici: "Danneggiamenti possibili durante la posa dei sottoservizi e sollecitazioni causate dal traffico". Nel 2023 investiti 25 milioni, perdite assestate al 23%

Tubo rotto Di Negro

Genova. Le rotture di tubi della rete idrica a Genova sono dovute “principalmente alla vetustà delle tubazioni, ma anche ad altri fattori come, ad esempio, danneggiamenti causati dalla posa di altri sottoservizi”. È quanto spiegano i tecnici di Ireti, società di gestione del gruppo Iren, rispondendo alle richieste di Genova24 dopo l’esplosione di una conduttura principale nel tunnel di corso Sardegna lo scorso 20 agosto. Un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze ben più serie, se fosse successo in un un momento di traffico intenso. Per fortuna, invece, in quell’istante non stava transitando nessuno.

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Pochi giorni prima, il 9 agosto, un altro tubo si era rotto in zona Dinegro, provocando uno scenario del tutto simile a un’alluvione tra piazza San Teodoro e via di Fassolo, che si trovano al di sotto del livello di via Buozzi e perciò esposte agli allagamenti. A fine aprile, per citare un caso avvenuto in pieno centro, altro grave episodio in via XII Ottobre, nei pressi di Corvetto. E non si contano negli ultimi anni i guasti più o meno importanti, scenografici o dannosi che hanno coinvolto le condutture dell’acqua potabile in diversi quartieri della città.

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“Gli interventi di riparazione eseguiti nel comune di Genova dal 2020 ad oggi suggeriscono che non ci sia nesso causale tra stagioni e danneggiamenti – fa sapere l’azienda -. Certamente i materiali oggi a disposizione sono più performanti rispetto a quelli utilizzati in passato, ma la vetustà delle reti è solo uno dei fattori che influiscono sui guasti. Fra gli altri fattori sono da considerare anche i danneggiamenti causati da terzi, spesso in occasione della posa di altri sottoservizi, e le aumentate sollecitazioni provocate dal traffico”.

Ma in che condizioni è oggi la rete idrica al servizio della città di Genova? Di certo è materia complessa perché è il risultato dell’interconnessione di tre storici acquedotti (De Ferrari-Galliera, Nicolay e Amga) che consente l’approvvigionamento da varie fonti e garantisce la fornitura all’utenza in caso di mancanza di risorsa da una o più fonti. Parliamo di circa 1.200 chilometri di rete nel solo comune di Genova, a cui si aggiungono circa 1.500 chilometri di rete che Ireti gestisce nella provincia di Genova.

“Negli ultimi anni – proseguono i tecnici di Ireti – si è puntato molto sulla distrettualizzazione della rete, che consente di monitorare in continuo l’andamento dei consumi di ciascun distretto, di regolarne la pressione ed intervenire tempestivamente sulla rete all’insorgenza delle dispersioni, con mirate campagne di ricerca e successive riparazioni e/o sostituzioni. Quest’attività ha portato ad una riduzione notevole delle perdite idriche, che nel 2023 si sono assestate al 23%, contro una media nazionale di oltre il 40%”.

Di recente, ad esempio, sono state sostituite tutte le vecchie tubazioni in via Torti e lungo l’asse delle gallerie Bixio e Garibaldi. Cantieri necessari, che spesso provocano anche notevoli disagi al traffico. Nel 2023 sono stati investiti sul territorio genovese circa 25 milioni di euro per il rinnovo della rete e degli impianti idrici. Questa cifra si colloca all’interno del piano industriale al 2030 del gruppo Iren, che prevedono complessivamente 180 milioni di investimenti in arco piano destinati al sistema degli acquedotti.

Nel frattempo proseguono i lavori per la sostituzione della tubazione esplosa nel fornice di levante del sottopasso ferroviario di corso Sardegna. Secondo le previsioni fornite da Iren il cantiere dovrebbe concludersi entro questa settimana, in tempo per evitare la débacle del traffico con la riapertura delle scuole fissata al 16 settembre.

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