La risposta

Rigassificatore, Orlando: “Per Rixi io d’accordo a spostarlo a Vado? Siamo alle barzellette, è Toti che si è offerto”

L'ex ministro ricorda: "Nel decreto che ho firmato non era scritto da nessuna parte che dovesse venire qui". E sullo strappo con Italia Viva: "Fino all'ultimo spererò si possa risolvere"

Savona.Rigassificatore a Vado ‘per colpa mia’? Siamo alle barzellette, da un viceministro mi aspetterei più serietà. Nel decreto che firmai da ministro del Lavoro non c’era scritto da nessuna parte che dovesse venire qui“.

Così Andrea Orlando, candidato per il centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria, torna sulla polemica con Edoardo Rixi sul tema del rigassificatore. Lo fa a margine di un incontro, questa mattina, presso la Sms Serenella delle Fornaci di Savona insieme ai sindaci di Milano (Beppe Sala), Torino (Stefano Lo Russo), Parma (Michele Guerra) e Savona (Marco Russo) sul tema del “Presente e futuro delle infrastrutture nel Nord Ovest e nel ponente ligure”.

Inevitabile parlare di rigassificatore, dato che in queste ore il centrodestra sta ripetutamente prendendo le distanze (ieri sera Marco Bucci si è detto “convinto che rimarrà a Piombino“, due giorni fa Rixi ha rilevato come il suo trasferimento qui sia “economicamente svantaggioso”) da una infrastruttura il cui trasferimento a Vado è stato fortemente sostenuto per quasi un anno dall’ex presidente Giovanni Toti.

Nelle ultime ore il viceministro alle infrastrutture ha anche ricordato come il provvedimento di trasferimento della nave rigassificatrice da Piombino, al termine di un periodo di 3 anni, sia stato firmato proprio dall’allora ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Rixi sostiene che, quindi, io sarei stato d’accordo al rigassificatore a Vado. Ma come faceva uno a sapere che una clausola temporale implicasse il fatto che Toti si sarebbe offerto di ospitare dopo i 3 anni la nave? E’ una cosa abbastanza divertente – replica Orlando – La verità è che, se Toti non si fosse offerto, ci sarebbe stata da cercare una collocazione alternativa a Piombino ma non era scritto da nessuna parte, né in quel decreto né in altri atti, che dovesse venire a Vado“.

A tenere banco, però, a poche ore dalla chiusura ufficiale delle liste, è soprattutto il tema politico e quindi lo strappo con Italia Viva. “Fino all’ultimo secondo c’è la possibilità di riunirsi – è la speranza di Orlando – Ho lavorato perché il campo largo si realizzasse qui, in ragione di ciò che è avvenuto in Liguria; un campo che fosse anche ‘diverso’, per certi aspetti, da quello che si sta determinando a livello nazionale. Avevamo fatto un buon lavoro, e credo che lo avessimo fatto sulla base di un confronto serio e programmatico; purtroppo i riflessi della vicenda nazionale hanno inciso anche in Liguria“.

Orlando però non è ancora pronto a rinunciare a Italia Viva: “Spero che in qualche modo, all’ultimo istante, la situazione si possa risolvere. Se questo non avverrà, l’unità che dovremo costruire è quella del popolo che vuole il cambiamento. La collocazione delle forze politiche che hanno fin qui concorso alla costruzione del campo resterà”.

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