Colpo di scena

Regione, la giunta dimissionaria porta il bilancio in Consiglio: caso unico in Italia

Seduta anticipata per evitare l'esercizio provvisorio, ma gli uffici avvertono: "Rischio incostituzionalità"

consiglio regionale

Genova. L’era Toti in Liguria si conclude con un ultimo colpo di scena. Nella prossima seduta del Consiglio regionale, anziché un banale debito di bilancio come era previsto in un primo momento, si voteranno tutti i documenti di bilancio che normalmente si approvano a fine anno. Di fatto sarà la prima volta nella storia italiana che una Regione in regime di prorogatio sarà chiamata a votare un bilancio previsionale, atto amministrativo dovuto che però ha tipicamente una forte connotazione politica.

Nonostante le dimissioni di Giovanni Toti e l’indizione di nuove elezioni tra un mese esatto, lunedì il Consiglio regionale uscente si riunirà per votare il bilancio consolidato del 2023 e il piano di dimensionamento scolastico, quindi il presidente ad interim Alessandro Piana leggerà la relazione su legge di stabilità e bilancio di previsione 2025-2027. Martedì seduta a oltranza con dibattito e votazione. Non dovrebbero esserci particolari sorprese dal punto di vista politico, ma l’episodio non passerà inosservato.

La decisione di portare in Consiglio il bilancio è legata alla volontà di evitare il rischio di entrare in esercizio provvisorio. Con le elezioni a fine ottobre e gli inevitabili tempi tecnici per l’insediamento della giunta, infatti, si potrebbe facilmente sforare la scadenza del 31 dicembre. Ma perché questa evenienza è così temuta? Secondo quanto filtra dalla Regione, il nocciolo del problema sarebbe nel sistema informatico obsoleto che non consentirebbe di gestire i pagamenti “in dodicesimi”. Uno scoglio puramente tecnico, insomma, che costringe a imboccare una strada del tutto inedita nel nostro Paese.

A lanciare un monito chiaro, del resto, sono stati proprio gli uffici del Consiglio regionale: l’approvazione del bilancio in periodo di prorogatio “non consente di escludere senza incertezze un’eventuale impugnativa innanzi alla Corte costituzionale“. Questo perché gli atti approvati nel limbo tra le dimissioni della giunta e le nuove elezioni devono essere dovuti e costituzionalmente indifferibile. E, secondo i tecnici, mancherebbe una “motivazione analitica e concreta” alla base della decisione di scongiurare l’esercizio provvisorio, mentre il bilancio costituisce “un atto di indirizzo politico propriamente inteso”. Insomma, il rischio è che possa essere impugnato e quindi annullato.

In ogni caso il bilancio predisposto dalla giunta è sostanzialmente “neutro”, confermando in pratica le stesse risorse stanziate nel 2023. Escluso che possano esserci emendamenti di giunta per evitare al massimo ogni connotazione di discrezionalità. Anche per questo appare improbabile che l’opposizione voglia praticare ostruzionismo su un testo che rischia addirittura di essere inefficace. Di certo, però, non mancheranno i fuochi d’artificio, considerato che siamo in piena campagna elettorale e ogni occasione è buona per alimentare lo scontro politico.

“È un atto dovuto di responsabilità amministrativa da parte di tutti – ha commentato il presidente facente funzione Alessandro Piana -. L’approvazione del bilancio non impegna le giunte future, anzi, mette al riparo le amministrazioni precedenti e quelle future. Non ci sono emendamenti perché siamo in una fase ordinaria e la legislatura non ce lo consente.

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