In dubbio

Regionali, Bucci resterà commissario? “Nessun conflitto, ma vedremo il da farsi col Governo”

Possibile cambio in corsa per nuova diga e tunnel subportuale: "Affronteremo il discorso con la presidente del Consiglio"

Generico settembre 2024

Genova. Il sindaco Marco Bucci, candidato presidente della Regione Liguria per il centrodestra, non si dimette da nessun incarico e si prepara ad affrontare il tour de force della campagna elettorale mantenendo gli impegni di lavoro. Ma c’è un distinguo: mentre l’addio a Palazzo Tursi è subordinato alla vittoria delle elezioni, il ruolo di commissario straordinario per la nuova diga foranea (e il tunnel subportuale) potrebbe risultargli stretto.

“Siccome la campagna elettorale è molto corta, probabilmente affronteremo questo discorso col ministro o col presidente del Consiglio, che ha responsabilità del commissariamento, e vedremo il da farsi”, ha detto oggi in un’intervista a SkyTg24, rispondendo alla domanda se intendesse rinunciare all’incarico o delegare un suo vice. “È puramente un discorso amministrativo-legale, non è un discorso esecutivo”, ha precisato.

In queste ore l’opposizione ha agitato possibili conflitti d’interesse chiedendo le dimissioni da sindaco e da commissario. “Non c’entrano i conflitti di interesse – replica seccamente il sindaco -. Semmai c’è un conflitto con una legge che dice che i commissari di governo non possono candidarsi“.

La stessa legge in base alla quale un gruppo di 21 cittadini –  tra cui l’ex rettore dell’Università Paolo Comanducci, l’ex procuratore regionale della Corte dei Conti Ermete Bogetti e l’ex presidente del tribunale Claudio Viazzi – aveva fatto ricorso in tribunale sostenendo che Bucci non potesse diventare sindaco per la seconda volta. Il Testo unico degli Enti locali, infatti, prevede l’ineleggibilità per chi ricopre la carica di commissario di Governo. Tuttavia ben due gradi di giudizio hanno dato ragione a Bucci, difeso dal suo vicesindaco Pietro Piciocchi. Secondo i giudici il commissario di Governo e il commissario straordinario sono due cariche differenti e non sovrapponibili: mentre il primo è previsto dalla Costituzione per sovrintendere “alle funzioni amministrative esercitate dallo Stato” e coordinarle “con quelle esercitate dalla Regione”, il secondo ha il compito di realizzare “specifici obiettivi” o “particolari e temporanee esigenze di coordinamento operativo tra amministrazioni statali”.

Sta di fatto che il 26 settembre, come aveva annunciato lo stesso Bucci, la questione finirà all’esame della Cassazione. E in quella stessa data Bucci e Piciocchi andranno a chiedere chiarimenti al Governo per evitare complicazioni e incidenti di percorso.

Ad oggi il “dottor Marco Bucci” (non il sindaco di Genova, ma la persona in sé) è ancora commissario straordinario per la ricostruzione ai sensi del decreto Genova e – in base al Dpcm del 16 novembre 2023 – assume anche i compiti relativi al “coordinamento e al monitoraggio delle attività dei soggetti attuatori relativi al tunnel subportuale e alla diga foranea di Genova“, avvalendosi della struttura commissariale già esistente. La nomina scade tecnicamente dopo un anno, cioè a novembre 2024.

Intanto Bucci resta fermo sui concetti con cui ha annunciato la sua candidatura: “Non vogliamo lasciare la Liguria nelle mani dei signori del no, di quelli che non sanno fare le infrastrutture e addirittura dicono che non vanno fatte, sostenendo la decrescita felice. Queste per noi sono cose inaccettabili. È questa la parte fondamentale, nulla a che vedere con le vicende precedenti di cui non commento nulla perché sono abituato a non commentare il lavoro dei magistrati”.

Quindi nessuna preoccupazione per l’inchiesta? “Non ne parliamo, non è questo il problema – ha detto ancora a SkyTg24 -. La sfida è portare Genova e Liguria sul cammino intrapreso anni fa, che ha dato un sacco di risultati, e vogliamo si continui così”. Poi, rivolgendosi agli avversari: “Un politico di fama, Calenda, ha detto che lui non si associa se si fa polemica sul giustizialismo. Se continuano a parlare di queste cose anziché di programmi e di futuro, non fanno altro che rompere il campo largo, stretto o mezzo stretto“.

E infine, sull’autonomia differenziata, di cui Toti era un convinto sostenitore): “L’Emilia Romagna ha fatto un bel lavoro sull’autonomia differenziata, come la Lombardia ha le idee chiare: noi faremo qualcosa di molto simile”.

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