Emergenza

I medici di famiglia genovesi sabato in congresso: “Numeri drammatici, servono nuovi giovani”

Nei prossimi tre anni previsti quasi 100 pensionamenti e solo 30 nuovi ingressi: "Migliaia di cittadini rischiano di non avere più un medico". Sabato l'evento organizzato da Fimmg e Simg

Genova. Nei prossimi tre anni a Genova quasi 100 medici di famiglia andranno in pensione e solo il 30% verrà sostituito dai giovani in formazione. È questa la considerazione alla base del primo congresso genovese dei medici di medicina generale, in programma sabato 21 settembre allo StarHotels President di Brignole, organizzato dal sindacato Fimmg e dalla Società italiana di medicina generale con un obiettivo preciso: risollevare le sorti di una professione in crisi e scongiurare il rischio che milioni di cittadini rimangano privi dell’assistenza di base sul territorio.

“La medicina generale sta vivendo un momento difficile – spiega Andrea Carraro, segretario genovese della Fimmg -. Siamo di fronte a un importantissimo ricambio generazionale, come per tutti i settori della medicina. Il problema è che la vocazione tra i giovani è molto bassa. Uno dei motivi fondamentali per cui abbiamo messo in piedi quest’iniziativa che potenzieremo negli anni prossimi è far conoscere di più il lavoro del medico di medicina generale, non solo ai colleghi ma agli studenti universitari del quinto e sesto anno”.

Le previsioni da qui al 2027 sono impietose. “Su 462 medici di famiglia in attività a Genova quasi un centinaio lasceranno per sopraggiunti limiti di età – prosegue Carraro -. Dalla scuola di formazione escono circa 30 medici all’anno per tutta la Liguria, quindi presumibilmente 10-12 in arrivo su Genova“. A conti fatti significa 30-35 nuovi ingressi, nemmeno la metà dei pensionamenti. Sempre che i giovani formati in medicina generale non decidano poi di iscriversi ad altre scuole di specializzazione ben più allettanti.

Il quadro è ancora più grave se si pensa che nel 2026 dovranno entrare in funzione le nuove case di comunità finanziate dal Pnrr, veri e propri hub della sanità territoriale in cui i medici di famiglia avranno un ruolo centrale. Ma il rischio è quello di spostare semplicemente i professionisti dallo studio all’ambulatorio, lasciando ancora più sguarnito il territorio. “I numeri sono drammatici – conferma il segretario genovese del sindacato -. Nei prossimi anni rischiamo di vedere, non solo nelle zone interne ma anche in città, persone che non riusciranno a trovare il proprio medico“. Già oggi si stima che 3-4 milioni di italiani siano senza medico di famiglia e la cifra è destinata ad aumentare esponenzialmente.

Ma perché nessuno vuol fare più il medico di famiglia? Una parte è da imputare all’enorme carico di lavoro generato dalla burocrazia. “Lo stiamo gridando in tutti i modi – prosegue Carraro -: stiamo morendo di scartoffie, fogli di carta, certificati, ricette che occupano una parte enorme della giornata. Oltre a questo l’incentivo economico nell’arco degli anni è calato drasticamente. Il medico di famiglia non è un dipendente, è un medico che riceve un compenso per il lavoro che fa e con quel compenso deve gestire tutte le spese. Sappiamo bene qual è stato l’aumento del costo della vita, se il compenso non si mantiene all’altezza erode anno dopo anno il vero ricavo del medico. Questi due aspetti stanno disincentivando i giovani”.

Ed è per questo che il primo congresso genovese vedrà la partecipazione di quasi 200 medici di medicina generale, ma anche pazienti e studenti universitari. “Abbiamo un grandissimo bisogno di far sentire ai colleghi e a tutta la popolazione quanto sia importante ricreare una relazione profonda tra i professionisti – spiega Valeria Maria Messina, delegata provinciale della Simg -. Abbiamo scelto due temi clinici, ipertiroidismo e funzionalità renale, ma anche la fragilità e la comunicazione. Ci siamo resi conto di quanto una buona comunicazione, poco insegnata nel nostro percorso di studi, garantisce una maggiore possibilità di coesione col paziente e abbassa la violenza che sembra esplodere ai nostri tempi. Parleremo poi di cronicità e di medicina genere-specifica”.

Generico settembre 2024

I lavori inizieranno alle 9.00 con una prima sessione dedicata appunto alla comunicazione, poi focus sull’insufficienza renale cronica. Alle 12.00 la seconda sessione incentrata sulle strategie terapeutiche per le patologie della tiroide, infine – dopo pranzo, alle 14.30 – una riflessione su fragilità, deficit cognitivo, depressione, dolore e insonnia. Le conclusioni sono affidate ad Andrea Carraro e Antonio Farese.

“Quando ho iniziato questo lavoro ero carica di forza ed entusiasmo, avevo le mie famiglie, la percezione di un territorio di cui ero responsabile, ed ero attorniata da colleghi garibaldini che vivevano l’accudimento della popolazione con la stessa passione. Il medico di famiglia aveva un ruolo quasi di avvocatura. Oggi – sottolinea Messina – questa situazione si è un po’ incrinata, è un lavoro gratificante ma dobbiamo riportarlo ai valori di una volta“.

Nel frattempo in Liguria la Fimmg ha lanciato una petizione online per fare arrivare i referti degli esami effettuati in centri e ospedali direttamente al medico di medicina generale. “Sono vent’anni che ne parliamo, soprattutto negli ultimi dieci abbiamo spinto enormemente. La prima cosa che chiederemo al nuovo assessore sarà la rete, l‘interconnessione dei medici di famiglia tra loro, con le Asl e con gli ospedali, in modo che il cittadino ligure sappia che i suoi dati, nel pieno rispetto della privacy, sono condivisi dagli operatori sanitari e noi – conclude Carraro – non facciamo più i monaci benedettini che si mettono a trascrivere a mano un esame. Nel 2024, con tutta la tecnologia a disposizione, questo non è più accettabile”.

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