La decisione

Italia Viva si spacca in Liguria, Regazzoni e Nicora lasciano: “Sostegno a Bucci, ci seguiranno altri iscritti”

"Dopo diversi anni rinnegare il proficuo lavoro svolto dai nostri eletti in consiglio comunale e in giunta a Genova sarebbe un atto di irresponsabilità politica che porterà a una spaccatura di Italia Viva a Genova"

Generico settembre 2022

Genova. L’assessore comunale Mauro Avvenente lo aveva detto senza mezzi termini: “Il nostro appoggio al sindaco Marco Bucci e alla sua politica della realizzazione delle infrastrutture e di rilancio della città di Genova è totale è assoluto”. Era dunque ormai chiaro che Italia Viva in Liguria avrebbe dovuto affrontare una sorta di ‘riforma’ per sposare la linea del leader nazionale Matteo Renzi, ovvero correre alle elezioni regionali del 27-28 ottobre con la coalizione di centrosinistra. Adesso altri nodi vengono al pettine, visto che Claudio Regazzoni e Paola Nicora, esponenti liguri di IV, hanno annunciato l’intenzione di uscire dal partito per continuare a sostenere Bucci.

Siamo arrivati al dunque, usciamo da Italia Viva“, hanno detto lunedì mattina in una nota congiunta Regazzoni e Nicora, rispettivamente componenti della cabina di regia regionale e genovese del partito – Seguiranno altri iscritti. È con profonda delusione politica che registriamo la decisione di “Italia Viva Ligure” che per entrare  nel ‘campo largo’ ha dichiarato di essere disponibile a togliere il sostegno politico alla giunta Bucci. Dopo diversi anni rinnegare il proficuo lavoro svolto dai nostri eletti in consiglio comunale e in giunta a Genova sarebbe un atto di irresponsabilità politica che porterà a una spaccatura di Italia Viva a Genova”.

“Diversi di noi – proseguono Regazzoni e Nicora – hanno deciso che continueranno a sostenere il progetto portato avanti dal sindaco Bucci per lo sviluppo della nostra città. Insieme si valuterà come sostenere il candidato a presidente per la Liguria che abbia l’obiettivo di affrontare i temi per lo sviluppo economico, la qualità sociale, sanitaria, ambientale e delle infrastrutture del territorio ligure con particolare attenzione a Genova. In questo senso è con profondo dispiacere che avviamo la procedura per le nostre dimissioni”.

Divorzio anche a livello nazionale: l’addio di Marattin

Siglato il divorzio, dunque, a pochi giorni dall’ufficializzazione di Andrea Orlando come candidato del centrosinistra. Un annuncio che arriva nella giornata in cui anche a livello nazionale il partito affronta addii importanti. È il caso di Luigi Marattin: il deputato di Italia Viva ha annunciato l’addio al partito insieme a quattro dirigenti locali, in segno di protesta contro l’apertura unilaterale del leader al campo largo con Pd e Movimento Cinque Stelle. Marattin, che fino al 2019 era con il Pd (ha seguito dunque lo stesso percorso di Avvenente), ha chiarito che “il campo largo ha tesi antitetiche al renzismo. È una scelta che posso capire, ma non condivido”.

Proprio Marattin qualche giorno fa si era espresso su Orlando: intervistato da QN lo aveva definito “persona stimabile”, ma che “rappresenta una sinistra molto lontana da una sensibilità liberal-democratica per cui se fossi ligure non lo voterei, lo pensava anche tutta Iv fino a poche settimane fa, si diceva che contro di lui Toti avrebbe vinto persino dai domiciliari”. E ancora: “Non credo nelle coalizioni dove c’è tutto e il contrario di tutto e che stanno insieme solo per non far vincere l’avversario, le abbiamo viste nel 1996 e nel 2006”.

“Nelle prossime ore ci seguiranno altri iscritti”

La linea era stata insomma anticipata, e di fatto anche l’epilogo, visto che Renzi, e Raffaella Paita in Liguria, avevano chiarito la  necessità di uno spostamento verso il centrosinistra in vista delle regionali. Cosa che aveva inevitabilmente causato frizioni all’interno del cosiddetto campo largo: come conciliare la presenza di esponenti del partito nelle fila dei sostenitori del sindaco di centrodestra Bucci? La risposta era ovvia, pur mai esplicitata: dimissioni per chi avesse deciso di continuare a sostenere il primo cittadino. A rompere il ghiaccio hanno pensato Regazzoni e Nicora, ma nelle prossime ore (decisive, tra l’altro, anche per il nome del candidato del centrodestra) ne arriveranno altre.

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