Le indagini

Inchiesta sul voto di scambio: dall’analisi del telefono di Matteo Cozzani primi riscontri positivi

Al vaglio dei finanzieri messaggi e chat sul presunto 'accordo' per dirottare i voti. E i pm genovesi acquisiscono gli atti della maxi inchiesta di Caltanisetta sul clan Cammarata

Cena riesini Toti punta Vagno

Genova. I militari della guardia di finanza che nell’ambito del filone della maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria incentrato sul voto di scambio avrebbero trovato alcuni primi “riscontri positivi”, quindi elementi a sostegno dell’inchiesta, nel telefono dell’ex capo di Gabinetto della Regione Liguria Matteo Cozzani. E’ quanto trapela da fonti inquirenti.

L’inchiesta sul voto di scambio che vede indagati fra gli altri l’ex governatore Giovanni Toti, il suo ex capo di Gabinetto Cozzani, i gemelli Arturo ed Angelo Testa, il consigliere regionale della lista Toti Stefano Anzalone, l’ex sindacalista della Cgil Venanzio Maurici e un’altra decina di persone, non entra nel processo che comincerà il 5 novembre e che vede imputati Toti, Aldo Spinelli e Paolo Signorini dopo la richiesta di giudizio immediato da parte dei pm.

Su questo filone – così come per tutti gli imputati che non sono stati colpiti da misura cautelare o a cui la stessa è stata revocata entro luglio – le indagini quindi proseguono e saranno chiuse quasi certamente non prima della fine dell’anno.

Tra gli accertamenti degli investigatori quelli sui telefoni sequestrati agli arrestati. Se quelli di Toti, Spinelli e Signorini hanno avuto la priorità perché le indagini sono state chiuse a luglio, ora tocca in particolare a quello di Matteo Cozzani. Anche lui era finito ai domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta (oltre al voto di scambio con l’aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata è anche accusato di corruzione per la vicenda legata ad Esselunga e all’editore di Primocanale Maurizio Rossi), ma dopo le sue dimissioni la misura cautelare era stata revocata. L’analisi del suo telefono – secondo quanto si apprende – viene eseguita proprio in queste settimane e richiederà ulteriori approfondimenti.

Sempre nell’ambito del filone sul voto di scambio la procura di Genova ha acquisito le carte relative all’inchiesta della procura di Caltanissetta chiamata ‘De Reditu’ che nel 2022 aveva portato alla condanna definitiva di 15 affiliati alla amiglia mafiosa di cosa nostra riesina, nota come clan “Cammarata”, per numerosi reati compresi alcuni gravi fatti di sangue verificatisi negli anni 90.

Cozzani intercettato: “Un giorno non vorrei trovarmi la Dia in ufficio”

“Me ne frega soltanto che un bel giorno una mattina non vorrei trovarmi la Dia in ufficio”. diceva Matteo Cozzani, intercettato in auto mentre parlava la deputata spezzina Manuela Gagliardi. Una battuta indicativa secondo gli inquirenti del fatto Cozzani fosse perfettamente consapevole dei rapporti ‘pericolosi’ intrecciati nel 2020 quando era coordinatore regionale della campagna elettorale per le regionali per la lista “Cambiamo con Toti Presidente”.

A Ilaria Cavo, quando Cozzani cercava di convincerla a partecipare alla cena elettorale organizzata dai Testa, diceva: “Sono «come la mortadella, poca spesa molta resa, dieci giorni dopo le elezioni blocchi il numero, grazie e arrivederci”.

Due anni dopo però dopo, visto che non era riuscito ad accontentare i ‘gemelli’ Testa che avevano chiesto in cambio dei voti alcuni posti di lavoro, aveva detto che non voleva tornare ad essere lui a contattarli per il sostegno in vista delle Comunali del 2022: “Quelli mi squartano”, dice in una intercettazione ambientale.

Le dichiarazioni di Ilaria Cavo: “I Testa non mi piacquero, lo dissi anche a Toti”

Se non vuoi la nostra collaborazione nessun problema basta essere chiari” aveva scritto il 2 gennaio 2020 Italo Maurizio Testa a Ilaria Cavo. Sono, a dieci giorni dall’incontro avvenuto presso il Roadhouse di Capriate nella bergamasca dove lei, su invito del deputato di Cambiamo Alessandro Sorte, aveva incontrato i gemelli Arturo Angelo e Italo Maurizio Testa. Cavo, sentita come persona informata sui fatti dal pm Federico Manotti, aveva raccontato che i Testa non gli piacquero per niente: ““Mi fu chiesto in maniera esplicita che loro, per effettuare la campagna elettorale a Genova, avevano necessità di essere spesati con il pagamento di vitto alloggio per un certo periodo di giorni a Genova. Inoltre mi fecero intendere che a fronte di un importante sostegno quantificabile, secondo loro, in circa 400 voti sarebbe stato possibile, successivamente alle elezioni, che richiedessero dei posti di lavoro” per qualcuno della loro comunità a Genova.  “Il ragionamento non mi piacque  – ha detto Cavo – e neppure i “toni impositivi” con cui si erano rapportati con lei.

Così anche su consiglio del suo avvocato Pietro Bogliolo aveva chiuso ogni rapporto. Qualche tempo dopo a Roma, Cavo nel corso di una cena tutti i deputati di Cambiamo, ne aveva parlato anche con Toti: “Prima della cena parlai riservatamente con Toti per dirgli che avrei detto a Sorte che non intendevo avere la collaborazione delle persone con cui mi aveva messo in contatto perché non mi erano piaciute – ha dichiarato Cavo ai magistrati    Toti rispose che non c’erano problemi e di parlane con Sorte visto che erano persone di suo riferimento. Con Toti non entrammo nei merito probabilmente anche perché non c’era il tempo”. 

Toti in occasione della cena a Punta Vagno alla quale Ilaria Cavo non aveva voluto partecipare, aveva detto ad Maurizio Testa di “dirottare” comunque un certo numero di voti a suo favore, nonostante le ‘incomprensioni’, come ha confermato lo stesso Giovanni Toti nell’interrogatorio. “La risposta la può dare solo il presidente – ha detto lei al pm che gliene ha chiesto la ragione – Posso ipotizzare che si sia approcciato a questo incontro come ai vari incontri della campagna elettorale in cui si chiede sostegno per i candidati della lista e delle persone a lui vicine”. 

Le elezioni di settembre 2020 erano state vinte dal centrodestra. N elle 12 sezioni elettorali della Valpolcevera nel territorio dove avevano fatto campagna i riesini sono risultate 383 preferenze per Cambiamo con Toti Presidente, di cui 142 per Anzalone, 119 per Ilaria Cavo e 62 per Lilli Lauro (anche Lauro, così come Cavo, non è indagata).

Cozzani tuttavia aveva cercato – senza successo – di mantenere la “promessa” di far ottenere un contratto di lavori ai cinque “ragazzi” del giro dei riesini.  Ma i tentativi si riveleranno poi infruttuosi.

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