Cantieri

Gronda e il cantiere che c’è già: si scava la prima galleria del nuovo snodo di Genova Est fotogallery

Iniziate le lavorazioni per l'intervento del "lotto zero": finiti i cantieri il tunnel diventerà parte integrante della grande opera oggi in attesa delle ultime varianti progettuali e del nuovo piano economico

Genova. Mentre sono in corso alcune modifiche progettuali “migliorative”, di cui si dovrà poi aspettare il definitivo via libero da parte dei tecnici ministeriali, i cantieri di fatto, sono già operativi. E tra i versanti della Val Bisagno spunta la prima galleria. Stiamo parlando della Gronda di Genova, il cui “lotto zero”, vale a dire quello relativo alle opere propedeutiche per le lavorazioni grandi cantieri che verranno, avanza, portando avanti le opere in attesa che il progetto venga definitivamente approvato anche nelle sue ultime varianti.

I progressi di questo prima fase sono oramai sotto gli occhi di tutti: percorrendo lo svincolo di ingresso in A12 di Genova Est, infatti, da qualche giorno ha preso forma quella che di fatto è la prima galleria del nuovo sistema della Gronda di Genova, che come è noto, oltre al lungo passante previsto tra Bolzaneto e Vesima, studiato per saltare il nodo della A10, comprenderà anche il raddoppio della parte urbana della A7 e il potenziamento del primo tratto della A12, ridisegnando tutte le interconnessioni tra queste autostrade.

La conferma arriva dalla stessa Autostrade per l’Italia: “Si tratta della Galleria Campursone, che si colloca nella parte geograficamente più a est dell’intera Gronda, in prossimità dell’uscita Genova Est sull’autostrada A12 – spiegano a Genova24 – Di sviluppo complessivo pari a circa 105 metri lineari, tra i due imbocchi Nord e Sud, e ricoprimento massimo in calotta di circa 25 metri, è una galleria a unico fornice scavata con metodo tradizionale che impegna un ammasso roccioso ascrivibile alla formazione del Monte Antola”.

Gronda prima galleria
L'assetto futuro dello svincolo della A12 a Genova Est

Un cantieri che vedrà impegnate “circa trenta persone, con il supporto di venti mezzi tra escavatori, sollevatori telescopici, betoniere, pale gommate, gru, dumper autoarticolati, sollevatori telescopici, pompe calcestruzzo, oltre va generatori elettrici e torri faro”, e che, insieme alle prime cantierizzazioni in zona Torbella (visibili in questo caso andando in A12 verso Genova), fanno parte di un investimento “ad oggi pari a circa 250 milioni di euro – sottolinea Aspi – e una durata prevista lungo tutto il 2025″. Operazioni che hanno l’obiettivo “di guadagnare tempo implementando una serie di attività propedeutiche come la risoluzioni interferenze, bonifiche ordigni bellici, preparazione campo base, opere di cantierizzazione, espropri,  e allo stesso tempo funzionali al cronoprogramma dei lavori principali”.

Una piccola galleria “ben inferiore alle gallerie dell’intera Gronda che hanno una lunghezza complessiva di 50 Km” ma che ricopre un ruolo strategico per il futuro dell’opera: durante le lavorazioni, infatti, permetterà il transito dei mezzi da cantiere che porteranno le rocce da scavo nel deposito poco sopra l’attuale area delle lavorazioni, tra il tracciato del trenino di Casella e i viadotti dello svincolo, per intenderci. Ma non solo: “Al completamento dell’opera, in fase di esercizio, attraverso la Galleria Campursone transiterà il traffico in uscita dalla A12 sia da Est che da Nord/Ovest mentre l’attuale svincolo in uscita sarà destinato all’ingresso in A12 come potenziamento dell’esistente”. In altre parole, quella che sta prendendo forma sotto gli occhi delle migliaia di automobilisti che ogni giorni passano da Genova Est è proprio la Gronda.

Gronda, a che punto siamo?

Mentre le lavorazioni del lotto zero procedono come abbiamo visto, il mega progetto della Gronda di Genova in questi mesi sta vivendo una fase di parziale ridefinizione: presentato nel maggio del 2018, nel frattempo tecnologie e normative sono andate avanti, portando oggi alla necessità di rivedere diversi dettagli. “Gli elementi di attenzione – spiega Aspi – sono essenzialmente l’evoluzione digitale, il miglioramento di specifiche soluzioni tecniche realizzative e di conformazioni stradali, i miglioramenti cantieristici e di riduzione dell’impatto ambientale e – soprattutto – l’adeguamento a modifiche normative intervenute nella caratterizzazione e valutazione di ponti e viadotti esistenti per gli ampliamenti/adeguamenti di tratti autostradali esistenti cui si connette il nuovo tracciato dell’opera”.

Ma non solo. Nel frattempo anche i costi dell’opera sono praticamente raddoppiati: rispetto agli iniziali 4,7 miliardi previsti nel 2018, secondo le ultime stime di Cdp, oggi i costi oscillerebbero tra i 7 e gli 8 miliardi.

“Si stanno definendo alcuni passaggi – aveva spiegato a luglio il ministro Matteo Salvini in occasione a della tappa genovese dell’evento L’Italia dei Sì 2023-2032 poi c’è la quantità di denari che i privati devono investire. È chiaro che i costi sono aumentati, però coloro che gestiscono le autostrade incassano miliardi coi pedaggi: che una parte di questi miliardi venga reinvestita in manutenzione e nuove opere mi sembra naturale”. Ad oggi, di fatto, il meccanismo di finanziamento per la Gronda è ancora da definire.

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