Le accuse

Gli accessi abusivi per far favori all’avvocato e ai carrozzieri, l’arresto illegale e le minacce a un anziano: ecco perché il comandate Oddicini è finito in manette

“Questo tra un po’ mi muore sulla scrivania” diceva compiaciuto dopo aver spaventato un 76enne. Poi decine e decine di accessi "a richiesta" per vedere precedenti penali, ma anche targhe di auto e indirizzi

caserma carabinieri cornigliano

Genova. “Questo tra un po’ mi muore sulla scrivania” dice compiaciuto il maresciallo maggiore Davide Oddicini, arrestato questa mattina dai carabinieri del nucleo investigativo diretti da Michele Lastella. Il comandante della stazione di Cornigliano, non sapendo di essere intercettato, si lascia andare al telefono con l’amico carrozziere a cui ha appena fatto un favore.

Oddicini infatti aveva appena minacciato un uomo di 76 anni di denunciarlo per insolvenza fraudolenta  perché non aveva ancora pagato una fattura da 3.700 – giudicata dagli investigatori totalmente sproporzionata – per togliere dalla carrozzeria due macchie di vernice. Secondo quanto emerso dalle indagini il carrozziere aveva prima cercato di farsi pagare dall’assicurazione della ditta che faceva i lavori che avevano causato il lieve danno all’auto dell’uomo. Poi, non riuscendoci, aveva mandato il conto al proprietario “senza neppure informarlo della natura e della entità dei lavori decisamente sproporzionato rispetto al danno.  gli aveva mandato una fattura spropositata” scrive la pm Gabriella Dotto descrivendo uno dei numerosi capi di imputazione a carico del militare dell’Arma finito in manette.

L’anziano, spaventato dalla denuncia, aveva immediatamente pagato parte del conto, 2mila euro, ma Oddicini vuole assicurarsi che l’amico sia soddisfatto e riceva tutto il denaro. “Se poi vuoi gli facciamo bruciare il culo anche a Gianluca [genero dell’anziano, ndr] comunque fammi sapere quanto ti da e il resto lo facciamo tirar fuori, vedrai“. 

Oddicini è stato arrestato oltre che per la concussione qui sopra descritta, per una lunga sfilza di altri reati. C’è la corruzione per esempio in concorso con un operaio che gli chiedeva numerosi accessi allo Sdi (il sistema informativo che contiene i dati relativi a precedenti penali e denunce) e alle banche dati dei registri automobilistici In cambio l’operaio gli aveva fatto 1500 euro di lavoro per la casa della fidanzata. E il maresciallo, sempre al telefono, diceva: “Deve capire [con riferimento all’operaio, ndr] che io non gli ho chiesto niente, non gli do niente, se vuole fare (i lavori) bene, se non lo vuole fare bene —però ovviamente non lo faccio neanche io”

Tra i capi di imputazione c’è quello di un arresto falso di un cittadino straniero, avvenuto nel negozio dove lavora la compagna di Oddicini (che è infatti coindagata in concorso per diversi reati). L’uomo forse ma non è neppure certo, aveva tentato di rubare qualche scatoletta di tonno. Invece Oddicini avrebbe volutamente trasformato quel tentativo di rubare la merce, che fra l’altro era stata immediatamente restituita, senza alcuna violenza, in una rapina impropria in modo da poter arrestare l’uomo. I reati contestati per questo episodio sono falso, calunnia e depistaggio.

Poi ci sono gli altri innumerevoli accessi alle banche dati, quella delle forze di polizia ma anche quelle dell’Aci, delle assicurazioni e quelle del Comune di Genova. A chiedergli le informazioni riservate e in alcuni casi coperte dal segreto d’ufficio alcuni carrozzieri, e un avvocato civilista che si occupa soprattutto di sinistri stradali per il quale il giudice ha disposto l’obbligo di dimora a Genova e il divieto di uscire nelle ore serali.

L’avvocato, 62 anni, nella cui abitazione (custoditi in parte in cassaforte e in parte in un armadio) i militari hanno trovato 60mila euro, ha chiesto al carabinieri numerosissimi accessi abusivi. Talvolta andava direttamente nel suo ufficio in caserma a Cornigliano con un elenco di nomi da controllare. Talvolta erano suoi clienti, altre persone sui cui sono in corso approfondimenti. Tra le richieste anche quelle di risalire ai proprietari di alcune auto e accessi all’anagrafe del Comune.

Lo stesso Oddicini avrebbe fatto anche per alcuni altri conoscenti. Tra le ipotesi investigative rispetto a queste richieste di accesso c’è quella di un probabile giro di truffe alle assicurazioni, ma su questo aspetto le indagini sono ancora in corso.

 

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