L'interrogatorio

Femminicidio di Sestri levante, il racconto di Bregante: “Non volevo lasciarla perché era malata. La pistola? Volevo farle paura, poi ho avuto un raptus”

La lite e i graffi della donna per un paio di ciabatte. Il 74enne nell'interrogatorio in carcere: "Ho chiesto aiuto alla salute mentale ma nessuno è intervenuto"

Gian Paolo Bregante, Cristina Marini, omicidio

Genova. “Non avevo mai pensato di ucciderla  al massimo in quest’ultimo anno ho pensato un paio di volte di darle uno schiaffo. Non so cosa mi è successo, alla fine sono esploso”. Gian Paolo Bregante davanti al pm Stefano Puppo racconta così l’omicidio della moglie Cristina Marini, avvenuto giovedì scorso a Sestri levante.

Un’esplosione di rabbia dopo l’ennesima lite con la moglie che soffriva da tempo di una forte depressione che la portava a scatti d’ira improvvisa nei confronti del coniuge. come ha raccontato anche il figlio dell’omicida, insultava il marito e talvolta lo aggrediva. 

L’omicidio è stato ripreso dalla telecamera installata nella cucina della coppia che il figlio gestiva sul suo smartphone. E’ stato lui a consegnare il video ai carabinieri: nel video non viene ripreso il litigio che probabilmente è avvenuto in un altra stanza, ma si vede Bregante entrare in cucina con l’arma, caricarla e sparare un solo colpo alla moglie che era girata di spalle. Poi l’uomo posa la pistola in cucina, esce dalla stanza e chiama il figlio e i carabinieri, confessando il delitto.

Bregante, assistito dall’avvocato Sara Bellomo, si è presentato all’interrogatorio di convalida dell’arresto con una vistosa ferita all’avambraccio sinistro. “E’ stata Cristina, mi ha graffiato dopo una lite avvenuta per le ciabatte  – ha precisato al giudice Roberto Morando – che avevo lasciato in dispensa per mettermi le scarpe. Me le ha tirate, mi ha inseguito e dopo avermi graffiato si è sporcata con il mio sangue. Quando ho preso la pistola pensavo di farle paura, poi ho sentito che diceva ancora delle cose, ho avuto un raptus e ho fatto fuoco”. 

L’uomo ha raccontato che qualche giorno prima la moglie lo aveva morso a un dito e che in generale la situazione in casa era molto pesante. Marini, secondo quanto raccontato dall’uxoricida, non mangiava più quasi niente, dormiva poco e la sua giornata era scandita dalla cura maniacale della casa. Quest’estate lei aveva anche chiamato il figlio dicendo che si sarebbe suicidata dopo che le si era rotta la lavatrice. Era uscita di casa con l’idea di buttarsi sotto un treno – avrebbe raccontato lei stessa al figlio – ma poi non era riuscita a scavalcare un muro e aveva desistito.

La coppia, sposata da 51 anni, oramai come hanno confermato anche gli amici, faceva di fatto vite separate: lei passava la mattina a pulire casa, poi andava al mare fino a sera. Lui andava a passeggiare con il cane, pranzava al circolo e rientrava al pomeriggio. Racconta che la moglie non cucinava nemmeno più e soprattutto era soggetta a scatti d’ira improvvisi, lo insultava e gli diceva che non lo voleva più in casa.

Bregante ha raccontato di aver chiesto aiuto più volte al centro di salute mentale di Chiavari, ma che lei non voleva curarsi. Aveva anche smesso di prendere la terapia prescritta dal medico di base. “Ho scritto dieci mail al medico della salute mentale” ha spiegato e lui in tutta risposta il dottore – in base a quanto raccontato da Bregante – avrebbe detto che gli aveva intasato la posta.

Alla domanda del giudice se non aveva mai pensato di lasciare la moglie ha risposto di no: “Era malata, non volevo restasse sola”.

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