Dibattito

Autonomia differenziata, Bucci guarda al modello Amburgo: “Vorrei tenere qui il 20% dell’Iva”

Orlando su posizioni opposte: "Quando sarò governatore mi schiererò contro, alla Liguria non conviene"

Generico settembre 2024

Genova. “Un candidato che ha fatto tre volte il ministro che dice che l’autonomia differenziata non esiste da nessuna parte non sa che abbiamo cinque regioni a statuto speciale che hanno un’autonomia mostruosa e addirittura si tengono le tasse in casa. Io vorrei fare come Amburgo, dove si tengono il 20% dell’Iva, per il porto e la città”. Il sindaco-candidato Marco Bucci rilancia su uno dei temi più divisivi a livello nazionale tra centrodestra e centrosinistra e controbatte all’avversario Andrea Orlando che oggi in tv non ha usato mezzi termini.

“Quando diventerò governatore, mi schiererò con più determinazione contro l’autonomia differenziata: la Liguria non ha nessun interesse alla sua realizzazione – ha detto l’ex ministro Pd a SkyTg24 -. La Liguria ha una spesa sociale e sanitaria destinata a crescere e, da questo punto di vista, ci rimetterebbe. Io sono convinto che la prospettiva della Liguria sia una reindustrializzazione sostenibile e non è possibile realizzare un progetto del genere con venti politiche ambientali, energetiche e industriali diverse. Nessun Paese nel mondo si sta organizzando così di fronte ai grandi shock, alle grandi crisi e alle grandi guerre”.

Insomma, secondo Orlando l’autonomia differenziata è “un percorso che non conviene per nulla alla Liguria. Mi auguro che anche i miei avversari dicano parole chiare: è contro l’interesse dei liguri”.

Invece Bucci rilancia: “Non so dove vivono questi signori ma qualcuno glielo dovrà spiegare. Abbiamo cinque regioni a statuto speciale – ribadisce – e i risultati ci sono. Andate in Trentino e in Valle d’Aosta, vedrete le case coi tetti rifatti, c’è un motivo per questo: ovviamente c’è stata molta ricaduta economica sul territorio. Noi vogliamo essere così”.

La Liguria, sotto la spinta dell’ex governatore Giovanni Toti, è tra le Regioni che hanno già manifestato interesse alla concessione di autonomie. Gli ambiti erano stati individuati dalla giunta con un documento approvato nel 2019: anzitutto sanitàinfrastrutture e porti, compresa la “gestione regionale del sistema autostradale e ferroviario” e la “possibilità di determinare le tariffe autostradali”. La Liguria punta a istituire un fondo per trattenere sul territorio una quota dei tributi pari al 3% dell’Iva, dei dazi e delle accise generate annualmente e a trasformare le Autorità portuali in società per azioni con nomina diretta del presidente.

E poi sviluppo economico, urbanistica e territorio, ambiente, politiche del lavoro, diritto allo studio e formazione, sport e cultura, agricoltura, caccia e pesca, finanza pubblica e sistema tributario. Ora bisognerà avviare il negoziato vero e proprio per arrivare a uno schema di intesa preliminare. Ovviamente tutto potrebbe cambiare con la vittoria di Orlando, che sembra orientato a fare un deciso passo indietro rispetto alla giunta Toti.

“Un sindaco candidato presidente che si dichiara a favore dello spacchettamento dei porti all’interno dell’autonomia differenziata e che condivide la loro privatizzazione, come ha dichiarato nei giorni scorsi, dimostra di non aver compreso affatto le richieste degli attori del settore e le necessità di pianificazione strategica che chiede più regia nazionale, per migliorare la competitiva – attacca la deputata del Pd Valentina Ghio, componente della commissione Trasporti -. Il settore da tempo chiede meno burocrazia e più semplificazione, non un ulteriore parcellizzazione autorizzativa e decisionale che appesantirà le attività e renderà meno competitivi gli scali. La frammentazione rischia di compromettere competitività e tenuta del sistema economico. Ma come il centrodestra al governo anche Bucci conferma la miopia con cui guarda al porto e alle sue reali esigenze. D’altronde il fatto che Bucci pensi che l’autonomia differenziata e le politiche dei porti si misurino con il numero di balconi fioriti in una città la dice tutta sul livello di conoscenza del settore”.

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