La trattativa

Corruzione: nuovo confronto pm avvocati per il patteggiamento di Signorini, ma spuntano due nuove fatture da 18mila euro

Sarebbero stati pagati da Mauro Vianello che già aveva versato 6.600 euro per il catering. E si aggiungono al 'computo' della cifra da confiscare all'ex presidente del porto

paolo signorini scarcerato

Genova. Spuntano due nuove fatture da 18mila euro nel ‘computo’ della confisca che l’ex manager Paolo Signorini subirà se deciderà di patteggiare la pena per corruzione. Nell’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato al suo arresto il 7 maggio, era stato autorizzato dalla giudice Paola Faggioni un sequestro preventivo di 106mila euro, quasi tutti riferibili alle ‘utilità’ ricevute da Signorini dall’imprenditore Aldo Spinelli oltre ai 6.600 euro pagati dal presidente di Ente Bacini e imprenditore Mauro Vianello per il catering della figlia dell’ex presidente del porto.

Dall’informativa depositata dalla guardia di finanza il 25 giugno tuttavia sono emersa due ulteriori fatture per un totale di 18mila euro pagate sempre da Vianello per altrettante tensostrutture utilizzate per la stessa cerimonia di nozze.

Cifre che dovranno essere ulteriormente confiscate per ottenere il via libera al patteggiamento visto che la legge prevede la restituzione integrale del profitto del reato.

Anche su questo aspetto, così come sulla pena finale continua in questi giorni il confronto tra i legali di Signorini, Mario ed Enrico Scopesi e i pm Luca Monteverde e Federico Manotti. La decisione dovrebbe arrivare entro venerdì visto che la proposta di patteggiamento completa del parere dei pm deve arrivare inderogabilmente sul tavolo degli giudice Matteo Buffoni entro lunedì 16 settembre.

A quel punto il giudice vaglierà la proposta e fisserà l’udienza. Se riterrà congrua la pena Signorini potrà chiudere la vicenda giudiziaria che lo ha travolto. E’ chiaro che per i legali dell’ex presidente del porto ed ex ad di Iren è indispensabile che il patteggiamento sia – compresi gli oltre 4 mesi trascorsi tra carcere e domiciliari – sotto i 4 anni di reclusione in modo che possa evitare di tornare in carcere.

Gli avvocati in realtà stanno ‘trattando’ per cercare di arrivare a una pena più bassa (almeno 5-6 mesi in meno) per potersi presentare davanti al tribunale di sorveglianza – che è deputato a dare il via libera alll’affidamento in prova ai servizi sociali – in una situazione più favorevole.

Non solo, gli avvocati hanno chiesto un patteggiamento ‘tombale’ che comprenda quindi anche le imputazioni che sono fuori dall’immediato. Anche su questo punto c’è stata apertura da parte dei pm ma resta il nodo della confisca che provento del reato di corruzione, che è indispensabile per poter patteggiare.

Signorini al momento non avrebbe sul conto gli ulteriori 18.100 euro ma la legge consente una rateizzazione e anche su questo aspetto prosegue il confronto che andrà avanti per tutta la settimana.

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