Reportage

La vita al limite del Cep, ostaggio dei cantieri e del degrado: “Ci hanno abbandonato tutti” fotogallery

Viaggio in via Novella tra lavori mai terminati, case occupate e insicurezza diffusa. I cittadini fondano un nuovo comitato: "Non ce la facciamo più". Arte Genova: "Entro novembre disagi finiti"

Genova. “Qui sono venuti tutti i partiti, la ministra Pinotti, il sindaco. Tutti promettono per prendere voti e poi non vedi più nessuno. Sono quarant’anni che lottiamo, ora ci sentiamo abbandonati e non ce la facciamo più, non c’è via d’uscita”. Alfonso Leandri è a capo del nuovo comitato costituito dagli abitanti di via Novella, nel cosiddetto Cep di Pra’ sulle alture del Ponente. Una vera zona di frontiera, una periferia urbana in senso stretto dove il disagio si somma ad altro disagio e la fiducia nei confronti della politica, quando manca un mese alle prossime elezioni, è ridotta ai minimi termini se non del tutto scomparsa.

A complicare la vita ai residenti del quartiere negli ultimi mesi è stato ciò che avrebbe dovuto migliorarla a tutti: il cantiere dei lavori di riqualificazione energetica finanziati con l’ex Superbonus 110%. Un intervento del valore di 18 milioni di euro per rimettere a nuovo le palazzine di case popolari costruite negli anni Sessanta, circa 700 alloggi di proprietà del Comune e gestiti da Arte Genova, partito nel 2021 e di fatto non ancora concluso dopo tre anni di passione. Il lotto di via Novella e via De Sanctis era stato affidato al consorzio Leukos con sede a Milano e da lì è iniziata la tipica trafila dei subappalti.

L’odissea senza fine del Superbonus

Il risultato è quello che denunciano oggi gli abitanti esasperati: aree di cantiere abbandonate da mesi che ostacolano i mezzi di soccorso, cataste di materiale lasciate praticamente sotto le finestre, ma anche lavori eseguiti con materiali scadenti, aumento esponenziale delle occupazioni abusive, episodi di criminalità in un crescendo di tensione esploso nell’estate scorsa con un incendio che avrebbe potuto provocare conseguenze molto più gravi.

Via Novella, la vita al limite del Cep ostaggio del cantiere e del degrado

Leandri mostra un davanzale apparentemente di polistirolo, già parzialmente curvato, che si sfalda al semplice tocco con una mano: “Qui una volta c’era l’ardesia. Abbiamo serramenti fatti male, il cappotto fatto male. È tutto fatto con i piedi, sono soldi buttati via“. E c’è persino il timore che sia infiammabile: “Abbiamo provato con un accendino, questa roba prende fuoco”. I pannelli usati per le finiture sono ammucchiati nella strada che costeggia il retro degli edifici e consente l’accesso diretto da via De Sanctis senza dover salire le scale da via Novella. “Sono mesi che non ci lavora nessuno – lamenta ancora Leandri -. Qui un’ambulanza non può entrare, se si rompe un ascensore un disabile non riesce più a muoversi. Abbiamo chiesto mille volte di ripristinare un passaggio, ma non siamo mai riusciti a ottenerlo”.

Questa situazione dovrebbe risolversi nel giro di due mesi, secondo quello che riferisce Arte Genova: “Il cantiere del Superbonus ufficialmente si è chiuso il 31 dicembre 2023 – spiega l’amministratore unico Paolo Gallo -. È un intervento che si è svolto con difficoltà particolari, più di quelle registrate in altri cantieri del superbonus. Alcuni mesi fa abbiamo fatto una ricognizione sul posto per registrare tutte le anomalie segnalate dagli inquilini, queste anomalie si stanno gradualmente risolvendo con interventi riparativi. Ci sono altri interventi che non rientravano nel Superbonus ma che abbiamo contrattualizzato, e anche in questo caso, laddove non sono stati riscontrati lavori a regola d’arte, il collaudatore ha segnalato all’impresa che entro novembre dovrà essere tutto messo a posto“.

paolo gallo arte genova
Paolo Gallo, amministratore unico di Arte Genova

I tecnici di Arte negano la possibilità che il materiale usato per le finiture sia infiammabile: “Non potrebbe nemmeno essere in commercio”. Si tratterebbe solo di una posa eseguita male. In ogni caso è evidente che le cose non siano andate come preventivato. Un po’ perché la scadenza tassativa a dicembre 2023 imposta dalla normativa sul Superbonus ha costretto a imprimere un’accelerata pesante sui lavori di riqualificazione energetica, rimandando al 2024 quelli non incentivabili. Un po’ perché le ditte incaricate sono risultate tutt’altro che affidabili: lo scorso gennaio l’Ispettorato del lavoro ha scoperto in quel cantiere 17 operai totalmente in nero, uno dei quali senza nemmeno il permesso di soggiorno, impiegati da quattro diverse aziende subappaltatrici.

Una polveriera pronta ad esplodere

Su questa vicenda si sono innestate ulteriori proteste scatenate, secondo alcune testimonianze, da mancati pagamenti e licenziamenti improvvisi dopo aver assoldato una cinquantina di persone in tutto per rispettare le scadenze. A giugno il caso è stato denunciato dai sindacati.

Tra i lavoratori, alloggiati in alcuni appartamenti sfitti, è scoppiato il caos: “Hanno iniziato a portare loro amici, gente che occupava le case, addirittura con le famiglie – racconta Daniel Sias, 25enne residente di via Novella e attivista del nuovo comitato -. Sono partiti giri di spaccio. Se ti comporti bene sono il primo ad aiutarti, anche se sei abusivo, ma se minacci le persone del posto, magari con un coltello quando ti chiedono di non fare rumore alla sera, lì scoppia la guerra e allora i cittadini si rivolgono alle istituzioni”. Lo scontro è deflagrato a luglio con una sorta di raid incendiario: “Una sera gli operai hanno litigato con alcuni inquilini e hanno dato fuoco a una montagna di spazzatura“. Solo per fortuna nessuno si è fatto male.

“Il cantiere ha avuto un forte incremento di operai soprattutto nell’ultima parte dell’anno – replica ancora Gallo -. Alla fine dei lavori quella mole di maestranze non era più necessaria e sono stati licenziati. Queste persone si sono prese l’arbitrio di rimanere in alcuni alloggi sfitti. Oggi questo problema è stato risolto“. Ma le occupazioni abusive sono comunque all’ordine del giorno. E non si tratta solo di emergenza abitativa: “Entrano dalle finestre e trasformano le case in stanze del buco o centri di spaccio“, spiega Sias indicando uno dei tanti appartamenti violati. Le siringhe abbandonate vicino ai cassonetti parlano da sole.

Via Novella, la vita al limite del Cep ostaggio del cantiere e del degrado

Ad oggi agli uffici di Arte Genova risulta solo una decina di occupazioni in via Novella, anche se viene ammesso un possibile sommerso ritenuto tuttavia “limitato” rispetto ad altre grandi città. “Noi abbiamo agevolato in maniera estrema l’interlocuzione con l’azienda per segnalare gli episodi – prosegue l’amministratore unico -. Ovviamente non si può procedere d’ufficio, i nostri funzionari devono fare un sopralluogo, dopodiché si manda una scheda di accertamento al Comune. Le violazioni vengono accertate dalla polizia locale con identificazione dei soggetti che hanno occupato un alloggio e che hanno una strada segnata: denuncia penale e sgombero. Dietro all’occupazione abusiva – riflette Gallo – ci sono situazioni di disperazione, criticità economica e sociale, nessuno vuole fare giudizi di merito. Ora il fenomeno è rientrato nell’alveo di una normalità anormale e di certo non è più legato agli operai del cantiere”.

Abitare in via Novella? No, grazie

I numeri ufficiali dicono che, su un totale di 769 alloggi, 575 risultano regolarmente assegnati mentre 194 sono quelli sfitti. Il fatto è che, a prescindere dalla disponibilità di appartamenti, le richieste per avere una casa in via Novella non abbondano, anzi. E i motivi sono facilmente comprensibili. “Non c’è un supermercato, non c’è un chiosco – denuncia Sias -. Mia nonna, a 85 anni, deve andare a Voltri per comprare da mangiare. Ci mette 25 minuti con l’autobus e deve tornare su con le borse. È normale fare questa vita?”. Qui, nonostante le tante iniziative di risanamento messe in pratica negli anni, il disagio sociale è ancora palpabile: “I giovani abbandonano subito la scuola appena finisce l’obbligo. Arrivano da contesti familiari difficili. C’è gente che ha il papà in galera o i genitori che non lavorano. Io stesso ho dovuto lasciare la scuola quando mia madre ha avuto un tumore, poi ho ripreso appena è guarita. Dieci anni fa il Comune ci ha dato un alloggio d’emergenza, pieno di muffa, senza porte, con l’impianto elettrico fuori norma. È normale che viva così una famiglia di cinque persone?”.

Via Novella, la vita al limite del Cep ostaggio del cantiere e del degrado

Chiuso (forse) il capitolo Superbonus, la qualità abitativa rimane scarsa. Qualche alloggio è stato recuperato grazie ai 3 milioni del Pinqua ottenute dal Comune, ma i problemi quotidiani sono ancora numerosi. Per esempio l’intercapedine dove scorrono i tubi delle fognature: “Quest’estate uscivano i liquami con topi e scarafaggi che poi entrano nelle case. Non si poteva stare qui dalla puzza – testimonia Leandri -. Da dieci anni si passano la palla Comune, Arte e Regione e noi siamo in mezzo”. C’è la passerella che collega tutti gli edifici: “È un colabrodo, saltano le piastrelle, è da rifare per l’ennesima volta”. Al di sotto i cosiddetti appartamenti duplex, zona giorno al piano terra e zona notte al piano rialzato, più volte interessati da infiltrazioni e allagamenti: “Sono pieni di umidità e muffa”. Nei box al piano strada auto abbandonate, rifiuti, altri materiali edili. È il paesaggio quotidiano di chi risiede in via Novella: “Sembra di essere nel Bronx“. Nemmeno l’area cani esiste più, totalmente devastata.

Nella sede di Arte Genova in via Bernardo Castello conoscono bene queste situazioni, anche perché i cittadini le segnalano di continuo. “L’intercapedine – spiegano i tecnici – è stata realizzata male negli anni Ottanta. La sistemazione costerebbe 3 milioni e mezzo, probabilmente verrà finanziato il secondo lotto. Ma non è vero che non facciamo nulla e non è vero che non rispondiamo“. L’azienda si appoggia a una ditta di servizi esterna che ha eseguito oltre 2mila interventi dal 2021 al primo semestre del 2024 per un importo totale di 842mila euro. Per quanto riguarda la passerella, nella parte più problematica (tra il civico 3 e il 59) è in corso la sostituzione dei pozzetti di raccolta delle acque.

Un’occasione di riscatto mancata

Il grido d’allarme dei cittadini è stato raccolto sul territorio dagli esponenti del Movimento 5 Stelle. Il consigliere comunale Fabio Ceraudo ha presentato a luglio un’interrogazione in Consiglio comunale segnalando degrado, occupazioni abusive e insicurezza. “Il Comune non risponde alle nostre sollecitazioni, il sindaco è assente e in questo percorso Arte si è resa complice di un silenzio conclamato – commenta il coordinatore provinciale Stefano Giordano – Questo quartiere ha necessità di strutture permanenti, farmacia, negozi di vicinato, mezzi pubblici, tutti gli elementi che danno la possibilità di vivere dignitosamente”. “Il 90% di chi abita in via Novella è gente come si deve, che rispetta le leggi, i regolamenti e le istituzioni – aggiunge Paolo Giampaolo, attivista del gruppo territoriale Genova Ponente -. Ma le istituzioni devono farsi carico di questa gente che è totalmente abbandonata”.

Via Novella, la vita al limite del Cep ostaggio del cantiere e del degrado
Daniel Sias, Paolo Giampaolo e Alfonso Leandri

Eppure le case di via Novella, con una vista apertissima sul mare e le colline alle spalle, non avrebbero nulla da invidiare a zone della città molto più blasonate. Ogni promessa tradita sa di occasione mancata per riscattare un quartiere degradato e farne un modello di edilizia popolare, o perlomeno un luogo dignitoso per la vita delle famiglie.

Via Novella, la vita al limite del Cep ostaggio del cantiere e del degrado

“È una sfida che accettiamo con grande impegno e dedizione – assicura Gallo in conclusione -. Il pubblico sicuramente ha investito tante risorse per la riqualificazione di questo quartiere, i segnali presto o tardi diventeranno evidenti. Io posso garantire di usare con tutta l’efficienza possibile le risorse pubbliche messe a disposizione. Non voglio fare differenza tra chi percepisce il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, io voglio che l’azienda ascolti tutte le informazioni, le richieste, le osservazioni che ci arrivano dal quartiere. L’importante è che la nostra utenza non si senta abbandonata“.

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