La proposta

“Vivere in Liguria e lavorare a Milano? Sì può, ma Genova non sarà un dormitorio”: Beppe Sala ‘spinge’ sulle infrastrutture

Ospite di un convegno sulle infrastrutture, il primo cittadino del capoluogo lombardo sottolinea: "Da noi non ci sono case, oggi con servizi e smart working la vita è diversa"

beppe sala

Genova. “Oggi a Milano c’è tanto lavoro e non ci sono abbastanza case, perché uno non dovrebbe lavorare a Milano e vivere a Genova?”. A ribadire la necessità di investire sulle infrastrutture per collegare il capoluogo lombardo a quello ligure è proprio il sindaco meneghino Beppe Sala, che ospite (in collegamento) di un convegno pubblico sul tema ha detto di “avere molto a cuore” il territorio ligure.

Sono molto legato alla Liguria – ha detto Sala – la mia ambizione è bilanciare di più, col tempo, la vita tra Milano, la Liguria e la mia casa a Zoagli, ed è per questo ho a cuore la Liguria. Vedo grandi potenzialità in questo territorio, e non vedo la staticità del passato. Il momento è propizio e dobbiamo partire da logistica e mobilità, dobbiamo essere molto determinati e fare di più e meglio”.

Sala ha quindi ricordato una delle principali criticità che sta affrontando amministrazione la città: la mancanza di case e i prezzi stellari che hanno raggiunto gli affitti e le proprietà a fronte della domanda crescente. Tanto lavoro, dunque, ma pochi spazi da dedicare alla vita. Da qui il riferimento all’importanza di investire in progetti che possano facilitare gli spostamenti non solo tra Milano e Genova, ma “in tutta la maxi area del Nord Ovest“.

“A chi contesta che Genova diventerebbe un dormitorio – ha proseguito Sala – rispondo che oggi l’economia è fatta di servizi e smart working: uno magari va a vivere a Genova e il giorno dopo apre l’ufficio in città. Non bisogna avere paura di queste cose, pensiamo ai vantaggi che Lione ha avuto quando il Tgv l’ha collegata a Parigi. Ragionare con una logica di Nord Ovest come grande area non è esclusiva dei politici, ma sono anche i cittadini a farlo, e che chiedono di portare l’alta velocità o la metro. L’unica cosa che mi sta a cuore è che non si intenda il regionalismo e governare la regione come essere in un feudo”.

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