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Ancora aggressioni agli infermieri di Galliera e Villa Scassi, Uil: “Situazione fuori controllo”

Il sindacato: "La violenza è la punta dell'iceberg, frutto del fallimento di una politica che depotenzia la sanità pubblica per finanziare soggetti privati"

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Genova. Nelle ultime ore ci sono stati a Genova nuovi casi di aggressioni ai danni del personale sanitario. A farne le spese sono stati due infermieri durante il proprio servizio negli ospedali Galliera e al Villa Scassi di Sampierdarena.

Sui casi interviene il sindacato Uil Fpl di Genova che – ricordando l’appuntamento del 17 settembre alle 10 in piazza Matteotti contro gli incidenti sul lavoro – si schiera a fianco dei colleghi, ai quali “manifesta la solidarietà e vicinanza”. “È inconcepibile dover temere di essere vittime di violenza durante il proprio turno di lavoro, circostanza grave che determina inevitabilmente anche un pericoloso rallentamento o addirittura l’interruzione di un pubblico servizio ai danni degli utenti che necessitano di cure e assistenza”, si legge in una nota.

“Purtroppo questi episodi rappresentano soltanto la punta dell’iceberg – sostiene la Uil Fp – da troppo tempo la situazione è fuori controllo e i colleghi sono lasciati inesorabilmente al loro destino in balia degli eventi. Le aggressioni fisiche sono quelle che fanno più notizia attirando l’attenzione dell’opinione pubblica, ma la realtà è ancora più preoccupante”.

“Quotidianamente gli operatori sanitari sono oggetto di insulti, minacce e ripetute violenze sia verbali che psicologiche, anche frutto del totale fallimento di una politica che preferisce depotenziare colpevolmente il sistema sanitario nazionale dirottando risorse pubbliche per finanziare soggetti privati. I professionisti della nostra sanità regionale sono ormai allo stremo delle loro forze”, continuano dalla Uil Fp.

“Il personale maggiormente esposto è ovviamente quello dei Pronto Soccorso ma il vergognoso fenomeno è in continuo aumento anche nei reparti di degenza. Risultano infatti coinvolti in episodi di violenza, da quella verbale a quella fisica, 1 operatore su 3, e circa l’80% dei lavoratori della sanità, di questi il 90% sono donne, hanno assistito o subito un’aggressione. Dati spaventosi e preoccupanti che descrivono una insufficiente se non addirittura assoluta mancanza di misure di contrasto efficaci”, si legge nella nota.

“Il personale sanitario merita rispetto per il fondamentale servizio che quotidianamente garantisce con grande senso di responsabilità, competenza e professionalità nonostante carichi di lavoro insostenibili, eccessivi livelli di stress e rischi professionali altissimi provocati soprattutto dalla ormai cronica carenza di personale e i noti limiti strutturali di strutture inadeguate. Come dimostra oggettivamente il crescente numero di colleghi colpiti da burnout o patologie correlate al continuo stress subito”, concludono.

Tra le richieste del sindacato: “Il ripristino dei posti di polizia così da garantire un costante presidio nei luoghi più a rischio 24 ore su 24, o l’introduzione di pene certe e adeguate per i responsabili di simili comportamenti”.

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