Grido

Far west in Sottoripa, commercianti esasperati: “Qui scappano tutti”. E arriva la vigilanza privata

Ieri il tentato omcidio sotto gli occhi di turisti e passanti: "La violenza sta diventando ordinaria. Serve un piano nazionale per il centro storico di Genova"

Generico agosto 2024

Genova. Una spirale di violenza che ormai “ha assunto tragicamente le connotazioni dell’ordinario“. I negozianti di Sottoripa, un tempo cuore pulsante del commercio genovese, non sembrano nemmeno stupiti dell’agghiacciante episodio avvenuto ieri pomeriggio allo sbocco di vico del Serriglio: un tunisino di 33 anni accoltellato da un connazionale di 54 anni e lasciato agonizzante in una pozza di sangue sotto gli occhi increduli di genovesi e turisti a due passi dal Porto Antico. È la guerra quotidiana per il controllo dello spaccio nei vicoli, un’emergenza sociale che la parte “sana” del centro storico denuncia allo sfinimento da anni e che ieri è emersa in tutta la sua gravità.

“Negli ultimi tre-quattro anni la situazione è peggiorata notevolmente – spiega Giovanni Steri, artigiano e presidente del Civ Ripa Maris -. Ora i pusher sono tanti, i clienti sono tanti, girano tutti con un coltello in tasca. Dal pomeriggio alla notte ci sono sempre. Passa lo squadrone e un attimo dopo sono ancora tutti nello stesso posto. La gente che frequenta le nostre attività invece si è dimezzata, anche i turisti: le guide gli dicono di evitare il centro storico e li accompagnano fuori”.

Ben prima dell’accoltellamento di ieri i commercianti del Civ, una quindicina di negozi, avevano deciso di far fronte comune e assoldare un servizio di vigilanza privata per garantire la sicurezza. Quattro agenti, dal pomeriggio fino alle 22, presidieranno la zona a partire dalle prossime settimane: “Quando succederà qualcosa – prosegue Steri – saranno loro a chiamare la polizia e nel frattempo potranno fermare eventuali aggressori. Non è un’iniziativa contro i vigili e la polizia, anzi, andranno dove le forze dell’ordine non sono presenti. E sicuramente non permetteranno che qualcuno possa metterci le mani addosso”.

Stefano Boggiano, titolare del Gran Ristoro, lavora in Sottoripa da 39 anni. “Ieri ero davanti alla giostra, ho sentito urlare e ho visto quest’uomo che grondava sangue – racconta -. Sembrava che lo avessero accoltellato all’arteria sotto l’ascella. La gente scappava. La polizia locale è arrivata in meno di cinque minuti. Forse vedere andare i vigili in giro modello battaglione è poco divertente, ma ieri i primi a intervenire sono stati loro ed erano presenti in massa. Il problema, semmai, è a palazzo di giustizia: se un pusher viene arrestato e dopo dieci giorni me lo ritrovo di nuovo nello stesso punto, qualunque intervento diventa inutile”.

I due uomini coinvolti, infatti, sono entrambi noti alle forze dell’ordine per droga e traffico di armi. Il 33enne accoltellato, irregolare sul territorio italiano, è stato operato dai chirurghi toracici e vascolari dell’ospedale San Martino e resta ricoverato in rianimazione al terzo piano del Monoblocco. La sua prognosi è riservata. L’aggressore è stato fermato per tentato omicidio e si trova nel carcere di Marassi.

“C’è scoramento, quasi noia – si sfoga ancora Boggiano -. Questa è sempre stata una zona calda, ma c’era una sorta di codice da malavita e certe cose non succedevano. Ora questi delinquenti non hanno nulla da perdere e se dici qualcosa ti danno del fascista. Il problema è che la maggior parte degli stranieri non è così, è integrata e lavora, ma se non riusciamo a togliere le mele marce dal cesto sembrerà tutto uguale. È un’onda lunga che sta degenerando: negli anni Ottanta questa zona era meno bella, le facciate dei palazzi non erano rifatte, ma alle cinque del mattino si poteva girare tranquillamente incontrando la gente che andava a fare la spesa. Non c’è la volontà di affrontare il problema”.

“Finché non bloccano chi va a comprare la droga il problema non si risolve“, sottolinea Steri che evidenzia un altro problema: “Gli spacciatori sono aiutati anche da qualche esercente straniero che gli tiene la roba. Questo accade perché non ci sono più negozi di una certa qualità. L’assessore Bordilli si è impegnata a disciplinare il commercio ma solo a parole, alla fine non si è mai fatto nulla. Basta vedere la differenza tra la prima parte di Sottoripa, frequentata da clienti normali, e il tratto verso Principe, dove aprono sempre gli stessi negozi. Chi volete che ci venga a comprare?”.

“Siamo tutti sconfitti e responsabili – scrive su Facebook Riccardo De Giorgi, titolare della Goletta e presidente del Civ Porto Antico -. Una città nella città dove le regole sono diverse e dove la percezione che le forze dell’ordine e le istituzioni possano farci poco o nulla ha prodotto questo. Il risultato è che lì è terra di nessuno, il far west, e le attività commerciali passano in mano ai nuovi commercianti stranieri. Poi certo, si può passare per populista, ma quando vedi che magari la stessa attività commerciale della zona deve pagare la Tari, l’occupazione suolo pubblico e varie tasse, allora giungi alla conclusione che è tutto relativo e inutile. Sono disposto ad unirmi per una protesta forte e andare dal prefetto e questore perché ci vuole un piano nazionale di emergenza per il centro storico di Genova

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