Emergenza abitativa

Fermato lo sfratto della 90enne malata a Castelletto, il Comune ci mette 5000 euro

In via Crocco stamani il presidio del sindacato Sunia con Cgil e Fiom. I proprietari: "33 mensilità arretrate, non siamo i servizi sociali"

Sfratto anziana novantenne in via Crocco

Genova. Il paventato sfratto della donna di 90 anni, malata, che avrebbe dovuto essere eseguito oggi, mercoledì 28 agosto, in via Crocco, a Castelletto, a Genova, è stato fermato.

Il risultato è stato ottenuto grazie a un accordo tra i proprietari, una coppia di professionisti genovesi, la figlia dell’anziana donna e il Comune di Genova, che ha acconsentito a fornire sostegno economico al nucleo in difficoltà attraverso il fondo per morosità incolpevole ed emergenza abitativa.

Davanti all’edificio stamani si è tenuto un presidio dei sindacati Cgil e Fiom insieme al Sunia, il sindacato degli inquilini che solo pochi giorni fa è stato coinvolto nella vicenda e che ha mobilitato i media anche per evitare che lo sfratto potesse avere luogo “a favore di telecamere”.

Sfratto anziana novantenne in via Crocco

Il Sunia ha anche caldeggiato l’intesa che ha consentito di rinviare di due mesi e mezzo, al 15 novembre, il momento in cui la signora Armanda, questo il nome dell’ultranovantenne, dovrà lasciare la casa.

Il Comune di Genova, per cui si è mosso direttamente il vicesindaco Pietro Piciocchi, si impegna a coprire 5000 mila euro degli oltre 25mila arretrati e la figlia della donna, che da due anni è disoccupata e sostiene di occuparsi solo della madre disabile, contribuirà con un’altra piccola somma.

Un accordo non del tutto soddisfacente per i proprietari che, estenuati da anni di battaglie legali, non sembravano intenzionati, fino alla fine a concedere una proroga. “Abbiamo acquistato questo appartamento e quello attiguo come investimento facendo dei sacrifici e ci ritroviamo con un credito di 33 mensilità, circa 22mila euro più altre spese sostenute, senza tenere conto che anche l’inquilino dell’altro appartamento è moroso, non avremmo mai voluto arrivare al punto di far intervenire il tribunale ma non possiamo accollarci un compito che dovrebbe essere dei servizi sociali“.

Sfratto anziana novantenne in via Crocco

Durante la mattinata, con i carabinieri e la digos a presidiare l’ordine pubblico, in attesa che arrivasse l’ufficiale giudiziario per procedere con lo sfratto della signora anziana e dell’inquilino dell’altro appartamento (sfratto, a differenza del primo, eseguito), c’è stato anche un drammatico faccia a faccia tra i proprietari e la figlia della 90enne che ha implorato, in lacrime, di concedere ancora qualche mese di tempo.

Un faccia a faccia acceso anche quello tra i proprietari e alcuni esponenti della Fiom – “Volete mettere un’anziana sulla strada magari per farci un b&b”, l’accusa di Federico Grondona, esponente dei metalmeccanici – mentre l’intervento del Sunia è stato più che altro quello di facilitatore tra le istanze dei privati.

“Abbiamo ottenuto la possibilità di una proroga con tempi ragionevoli – dice Gianni Senili, del Sunia – nei quali, ci auguriamo, il Comune possa trovare una collocazione alternativa per l’anziana donna attraverso i servizi sociali”.

Sfratto anziana novantenne in via Crocco

L’avvocato dei proprietari, Enrico Montobbio, ha confermato che: “Il compromesso raggiunto, se saranno mantenute le parole date, è sufficiente a fermare uno sfratto che nessuno avrebbe davvero voluto eseguire, ma serve da parte di tutti un’assunzione di responsabilità”.

La battaglia del Sunia, ad ogni modo, non si ferma qui: “Il Sunia insieme al sindacato e alle altre associazioni lotterà ogni qual volta uno sfratto produrrà un senzatetto, un rischio alla salute e alla vita – scrive il sindacato in una nota – lo sfratto per una famiglia è un dramma perché mette a nudo le difficoltà economiche, di lavoro e le speculazioni sul patrimonio abitativo, e se questo provoca un senzatetto noi non lo accettiamo, chiediamo da tempo un tavolo presso la prefettura con le Amministrazioni pubbliche e le proprietà per affrontare prima le emergenze come quelle di Armanda, in attesa noi proseguiremo con le nostre battaglie”.

“Quello che è successo questa mattina è l’esempio più plastico di quello che andiamo dicendo da tempo. Lo sfratto è una sconfitta dello Stato, unico grande assente in questa vicenda – commenta Valentina Pierobon, presidente provinciale di Asppi, l’associazione sindacale dei piccoli proprietari immobiliari intervenendo sulla vicenda – Il racconto dell’emergenza abitativa che da tempo attanaglia la nostra città e il nostro paese non può esaurirsi nei termini di una lotta tra proprietari e inquilini”.

“L’esecuzione dello sfratto è solo l’ultimo tassello di un percorso molto lungo e faticoso, che per i proprietari di case significa spese, tante, e tasse, tantissime, per un bene che, nel nostro caso, non è un lusso ma solamente il frutto di sacrifici fatti da noi o dai nostri padri e dalle nostre madri, di cui di fatto non possiamo disporre della sua totalità – conclude Pierobon – bisogna promuovere e incentivare il mercato della locazione a canone concordato che negli ultimi vent’anni ha rappresentato l’unica politica sulla casa che ha dato la possibilità a tutta quella fascia di popolazione che non ha accesso all’edilizia residenziale pubblica, pur nelle criticità economiche, di poter avere una casa”

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