Ancora niente

Regionali, Orlando ancora in stand-by: “I partiti non giochino a risiko sulla Liguria”

L'ex ministro dalla Festa dell'Unità di Trensasco: "Le prossime ore sono decisive, mi pare ci siano le condizioni per fare un passo avanti ulteriori ma c’è un tema di tempo che stringe"

andrea orlando

Genova. Chi è salito a Trensasco, sulle colline alle spalle di Genova, si aspettava due cose: che sarebbe stato più fresco rispetto all’inferno in città, che Andrea Orlando, dal palcoscenico della Festa dell’Unità, avrebbe annunciato la propria candidatura alle elezioni regionali in Liguria. Doppia delusione. Davanti a una platea di militanti che suda sangria e ravioli fritti, e un numero di giornalisti mai visto da queste parti, Orlando ha ripetuto – dilatando ulteriormente l’attesa – quanto dichiarato venerdì sera alla festa dem a Bologna.

“Le prossime ore sono decisive, stiamo attendendo l’esito del confronto tra le forze politiche, perché non abbiamo ancora deciso non è una domanda che dovete rivolgere a me – ha detto Orlando arrivando a Trensasco – la mia disponibilità ha una scadenza, è la scadenza è questa settimana, le prossime ore, non perché voglio fare i capricci ma perché se su di me non si chiude è giusto che ci sia eventualmente il tempo per un’ulteriore ricerca e per costruire il lavoro di chi, partendo a questo punto, si metta nelle condizione di battere il centrodestra, quello che posso suggerire è che a questo punto del film, si arrivi a una conclusione”.

Alla Festa del Pd di Trensasco gli esponenti di quasi tutta la coalizione di centrosinistra in Liguria escluso il M5s: ci sono Ferruccio Sansa (Lista Sansa), Gianni Pastorino (Linea Condivisa), Carla Nattero (Sinistra Italiana), c’è il segretario provinciale del Pd Simone d’Angelo e il vicepresidente del consiglio regionale dem Armando Sanna, ex sindaco di questo comune. C’è Cristina Lodi, segretaria regionale di Azione. Il problema, però, nelle ultime ore, è Calenda in persona che ha posto le sue condizioni per essere della partita. Non c’è nessuno di Italia Viva, ma quella è un’altra questione spinosa.

A livello nazionale le riunioni sono proseguite anche oggi ed è ai partiti nazionali che Andrea Orlando lancia un appello: “Penso che se non si è ancora chiuso è perché si sono scaricate un po’ di tensioni accumulate dalle forze politiche sulle altre due regioni, ma l’appello che lancio ai partiti è du non giocare a risiko con la Liguria, ci vorrebbe più elasticità qui di quanta non ce ne sia stata nelle altre regioni e invece sta accadendo il contrario, forse qualcuno, da lontano, non ha capito che in Liguria c’è stato qualcosa di grave ma che non ha completamente rovesciato i rapporti di forza
“.

In questa domenica, primo giorno di settembre, Andrea Orlando sarà a Montaretto, pittoresca frazione di Bonassola, ai confini del parco delle Cinque Terre, nella “sua” La Spezia per la presentazione di un libro sul ’68 curato dall’ex sindaco della Spezia Giorgio Pagano, di cui Orlando era il vice. Chissà che l’annuncio non arrivi in quello spazio di confort, il mare all’orizzonte anziché i boschi dei partigiani. La domenica è ancora lunga.

“La settimana finisce la domenica – conclude Orlando – non è un’ora in più un’ora in meno che cambia le cose, mi pare ci siano le condizioni per fare un passo avanti ulteriori ma c’è un tema di tempo che stringe”. Alla domanda: “Ma c’è un piano B?”, Orlando risponde: “Non dovete fare a me questa domanda”.

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