Denuncia

I genitori degli atleti intossicati a Genova: “Il villaggio allestito in mezzo ai cantieri del Waterfront”

Nell'esposto alla Procura dubbi sulla sicurezza dell'area: "Una follia, ruspe e betoniere vicino ai bambini". Il comitato organizzatore: "Non c'erano alternative"

Genova. Bambini e ragazzi costretti a svolgere attività a due passi dai cantieri nell’area del Waterfront, tra ruspe e betoniere, senza una vera e propria separazione fisica. È quanto hanno denunciato alcuni genitori degli iscritti alla Coppa Primavela Kinder Joy of moving nell’esposto presentato alla Procura di Genova dopo l’intossicazione subita da un gruppo di piccoli atleti che avevano fatto il bagno nel mare della Foce.

Le famiglie, oltre a segnalare l’episodio su cui è già aperta un’inchiesta per lesioni colpose, hanno chiesto accertamenti anche sull’allestimento del villaggio sotto la tensostruttura dell’ex Fiera, ipotizzando la violazione delle normative di sicurezza e in generale la scelta non idonea dell’area per una manifestazione sportiva con centinaia di minorenni.

“Il primo giorno stavano asfaltando e ci siamo ritrovati in mezzo ai lavori – racconta Aldo Di Cagno, padre di un atleta iscritto alla competizione -. Eravamo in mezzo a betoniere, camion, ruspe e gru che spostavano i materiali a pochi metri dall’ingresso per i bambini. Un mezzo che stava movimentando un tubo di 12 metri ha portato via i fili dell’illuminazione. L’area del villaggio era delimitata da reti metalliche inconsistenti: ci voleva un cordone di sicurezza di 15-20 metri, come minimo. Per fortuna non è successo niente, ma se fosse capitato un incidente? Riteniamo una follia organizzare un villaggio per ragazzi in un’area circondata da cantieri“.

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I quattro genitori che hanno presentato l’esposto hanno sollecitato anche la struttura Psal della Asl 3 per verificare eventuali violazioni in tema di sicurezza. Nelle ultime ore il comitato organizzatore, dopo le lamentele delle famiglie, si è attivato per transennare l’area del villaggio, circa 10mila metri quadrati, e garantire almeno una separazione idonea rispetto alle attività di cantiere.

Quest’anno la Coppa Primavela Kinder Joy of moving si è svolta nel capoluogo ligure nell’ambito del cartellone di Genova Capitale europea dello sport 2024. Il problema è che per allestire il villaggio serviva uno spazio abbastanza grande vicino al mare. La domanda sorge spontanea: non esistevano alternative a un cantiere in piena attività? “No, purtroppo in città non c’erano altre aree in grado di ospitare una manifestazione di questo livello – risponde Gianni Belgrano, presidente del comitato organizzatore -. Secondo le previsioni che avevamo al momento della candidatura il cantiere avrebbe dovuto essere più ristretto, invece, per questioni operative legate anche all’allestimento del Salone Nautico, i lavori si sono allargati. Comunque adesso abbiamo 12 addetti alla vigilanza e 50 persone del comitato che controllano la zona. Di più non si poteva fare”.

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L’assegnazione è stata decisa molto tempo fa, quando la situazione del cantiere era diversa – aggiunge Francesco Ettorre, presidente della Federazione italiana vela -. Il comitato ha ricevuto tutti i permessi necessari. Le autorità competenti hanno cercato di sopperire a tutte le difficoltà. È evidente che altre soluzioni non erano praticabili”.

Sotto accusa c’è anche la scelta di organizzare le regate nei pressi della spiaggia della Foce, a pochi metri dall’imboccatura del porto. Qui il mare inquinato non era l’unico problema: “Quando siamo arrivati c’erano ferri arrugginiti sotto i ciottoli e nessuna zona per attendere all’ombra – spiega ancora Di Cagno -. Abbiamo fatto presente l’inadeguatezza di quel posto e chiesto a un delegato di zona di predisporre delle passerelle perché i bambini non si facessero male. Sotto il tendone per il ricovero delle tavole c’erano escrementi e siringhe“.

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Poi, non essendoci abbastanza vento, la gara è stata annullata ed è in quel momento che i giovani atleti, sotto la supervisione dei loro istruttori, hanno fatto il bagno in mare. Poco dopo – forse a causa dei batteri fecali presenti nell’acqua, come ha accertato Arpal nei giorni successivi – hanno accusato vomito, diarrea e febbre e cinque di loro sono stati ricoverati all’ospedale Gaslini.

“In realtà avremmo dovuto andare a Capo Marina – replica ancora Belgrano, presidente del comitato organizzatore -. Quell’area poi è stata assegnata a un altro evento sportivo, il campionato mondiale di Coastal Rowing, e insieme a Comune e Autorità portuale abbiamo concordato uno spostamento. Noi ci siamo basati su un’ordinanza della Capitaneria: la balneazione in quel punto è vietata per esigenze di manovra, mentre le analisi di Arpal classificavano l’acqua come eccellente”. I campionamenti, però, si riferiscono a un altro tratto di mare, quello ad est del depuratore, mentre alla Foce – dove scarica anche il rio Noce – non si esegue alcun monitoraggio periodico, dato che vige un’interdizione permanente.

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Alla fine, dopo i malori accusati dai bambini (alcuni di loro tuttavia si sono sentiti male senza aver fatto il bagno, circostanza che sarà approfondita dalla Procura per verificare il nesso causale con l’acqua contaminata) le gare sono state trasferite a Voltri, molto più lontano dal villaggio: “È stata una soluzione di ripiego, non potevamo prenderla in considerazione dall’inizio”, spiega Belgrano. Domani termina il calendario la Coppa Primavela con gli ultimi eventi, un’esperienza che alcune famiglie vorranno dimenticare in fretta.

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