Interrogatorio di garanzia

Prete arrestato per violenza sessuale su minore: Andrea Melis non risponde alle domande della giudice

L'inchiesta sarà ora trasferita a Savona per competenza territoriale

Genova. Interrogatorio di garanzia questa mattina a palazzo di Giustizia a Genova per padre Andrea Melis, il sacerdote appartenente all’ordine degli Scolopi arrestato venerdì per violenza sessuale su minorenne.

Melis, difeso dagli avvocati Raffaele Caruso e Graziella Delfino, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Uscendo da palazzo di giustizia scortato dai carabinieri ha preferito non rispondere nemmeno alle domande dei cronisti.

La giudice, nell’ordinanza che dispone per Melis l’arresto ai domiciliari, si è tuttavia dichiarata “territorialmente incompetente”. Il primo reato di cui è accusato, quello di aver violentato ripetutamente negli anni un chierichetto che frequentava la chiesta degli Scolopi di Finale Ligure, è stato appunto commesso nel savonese. Quindi l’inchiesta, a meno che nel corso delle indagini non emergano altre vittime precedenti all’estate del 2021, quando sono cominciati gli abusi sul ragazzino (poi proseguiti quando quest’ultimo si era trasferito a Genova), sarà trasferito a Savona.

Le accuse

Secondo quanto emerso dalle indagini, in particolare, il sacerdote avrebbe portato un chierichetto che all’inizio dei fatti aveva 12 anni a ripetuti favori sessuali in cambio di regali, cene, abiti firmati, videogiochi e migliaia di euro di ricariche attraverso una carta prepagata. Avrebbe, inoltre, provato a baciare altri due giovanissimi con la promessa di una sigaretta elettronica in dono. A casa del religioso, in centro città, i carabinieri hanno trovato materiale interessante ai fini delle indagini, una scorta di e-cig, appunto, ma anche farmaci per la stimolazione sessuale. È comunque la prima vicenda quella che ha fatto scattare l’indagine e l’arresto del prete Andrea Melis. A denunciare è stata la famiglia del ragazzino, preoccupata dagli oggetti costosi di cui disponeva.

La gip: “E’ socialmente pericoloso”

Non appena venuta a conoscenza delle gravi accuse, la Curia ha sospeso padre Melis. Ma per la giudice Michela Catalano, nonostante “il provvedimento di sospensione della Curia, tempestivamente adottato” abbia “certamente affievolito” le esigenze cautelari, queste restano attuali e concrete  poiché la sospensione da tutte le cariche “non inibisce a Melis di circolare liberamente e di inseguire pertanto il suo istinto pedofilo”. 

“La pericolosità di Melis emerge proprio dalle modalità con cui ha agito – scrive la giudice nell’ordinanza che dispone per il prete i domiciliari in una comunità religiosa del levante – approfittando della sua qualità di sacerdote, tale da ingenerare fiducia nei minori e indurli a mentire ai genitori; ha attirato i minori nei suoi appartamenti, tutti adiacenti a luoghi di culto e quindi ritenuti sicuri dai ragazzini; li ha letteralmente ricoperti di regali, facendoli accedere a tutto ciò che un adulto proibisce ai minori e cioè fumo e alcool, cominciando pian piano a sondare una loro eventuale disponibilità sessuale attraverso abbracci, bacetti sulle guance o sul collo”. E la sua pericolosità, secondo la giudice, “non è connessa esclusivamente alla sua qualità di sacerdote e di insegnante, da cui è sospeso, ma anche alla sua capacità, acquisita proprio per effetto delle professioni svolte, di avvicinarsi ai minori, di farsi capire dagli stessi, ponendosi come loro amico e complice”.

I carabinieri: “Non idonei i domiciliari vicino alle scuole”

Padre Melis, per il quale il sostituto procuratore Federico Panichi aveva chiesto il carcere, è stato invece collocato dalla gip ai domiciliari presso l’istituto religioso dei padri Scolopi a Chiavari. Istituto che tuttavia – sottolineano i militari dell’Arma coordinati dal comandante Michele Lastella in un’informativa inviata alla gip – non sarebbe idoneo a garantire che il prete non abbia contatti con minori visto che la struttura affaccia due due scuole e una palestra di danza. 

Anche su questo aspetto molto probabilmente tuttavia dovrà decidere nei prossimi giorni un gip del tribunale di Savona che entro 20 giorni dovrà fra l’altro disporre una nuova ordinanza di custodia cautelare, essendo quella emessa della gip genovese Catalano solo provvisoria proprio per l’incompetenza territoriale.

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