Genova. Per sopravvivere alla crisi e per “raddrizzare” comportamenti considerati poco rispettosi, un ristoratore di Camogli ha deciso di mettere l’obbligo, per chi vuole sedersi ai suoi tavoli, di ordinare almeno due portate a testa. E la polemica suoi social, e non solo, è servita.
Questa la scelta del titolare di un famoso ristorante del borgo marinaro, arrivata all’onore della cronaca grazie all’articolo dei colleghi di LevanteNews, con l’inevitabile polemica e la consueta divisione in due tifoserie dell’opinione pubblica che, si sa, in estate si nutre di tutto con gran voracità.
Niente più antipasto da dividere in due, un secondo e poi dolce, oppure un primo e un caffè. Sedersi al tavolo diventa un contratto: si mangia secondo una quota e chiaramente si paga per quello che si è mangiati. Volenti o nolenti. Della serie “Lasciate ogni appetito voi che entrate”.
Secondo quanto poi raccontato dalla stampa, la scelta del titolare è stata presa perfino con dispiacere: bisogna mantenere i livelli, soprattutto in un ristorante di medie o piccole dimensioni, senza dover ricorrere a quella malsana pratica dei doppi turni, vale a dire della “cena ad orologeria”, in cui chi si siede al tavolo ha un tot di tempo prima dell’arrivo di altri affamati avventori.
“Entrano in 6 e mangiano per due – spiega il ristoratore ai colleghi – riempendo i loro telefoni di foto del cibo da inviare agli amichetti. Del resto chi va al ristorante e non prende almeno due portate?”. Difficile dare torto o ragione in maniera assoluta, l’unica cosa certa è che in questa storia si sente quell’inconfondibile sapore di Liguria, l’unica regione al mondo con spiccata vocazione turistica dove il cliente non ha mai ragione. Anche quando paga.