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Regionali, la data torna in discussione: adesso il Governo vuole l’election day

Dal vertice del centrodestra nessuna "fumata bianca" per il candidato, l'ultima parola spetterà a un sondaggio. Orlando: "Il candidato nelle prossime ore", Azione: "Prima il programma"

meloni tajani salvini

Roma. Il Governo “raccomanda” alle Regioni di “evitare la frammentazione degli appuntamenti elettorali e di convergere verso un’unica data di voto“. È quanto riferisce il comunicato di Palazzo Chigi al termine della riunione del Consiglio dei ministri avvenuta oggi pomeriggio dopo il vertice di maggioranza tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Sul tavolo anche le regionali in Liguria, sebbene al momento non risulti alcuna fumata bianca sul candidato del centrodestra.

Riprende quota dunque l‘ipotesi di un election day insieme a Umbria ed Emilia-Romagna, anche se a questo punto pure la data torna in discussione. La Liguria ha fissato da tempo l’appuntamento al 27-28 ottobre, d’intesa con la Corte d’appello, sulla base della legge che prevede di andare al voto entro 90 giorni dalle dimissioni del presidente. Ad alcune forze di governo (Fratelli d’Italia in primis, ma anche parti dell’opposizione) non piace l’accorpamento, che invece era già caldeggiato dal Viminale a trazione leghista.

L’invito di Piantedosi a “convergere” verso un’unica data, anche per ragioni di contenimento della spesa in un frangente complicato per le finanze dello Stato, potrebbe produrre o un allineamento delle altre regioni sul 27-28 ottobre già scelto dalla Liguria oppure un posticipo al 17-18 novembre già fissato dall’Emilia-Romagna. In ogni caso formalmente è il Governo a dover intervenire con un decreto legge per scavalcare eventualmente le norme delle singole Regioni.

Per quanto riguarda il candidato presidente del centrodestra, ben poco trapela dall’incontro ristretto tra i leader dei partiti. A dire l’ultima parola sarà un ulteriore sondaggio commissionato a livello nazionale per testare il gradimento delle varie opzioni. Quelle più gettonate rimangono l’ex assessora Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati, spinta in particolare da Fratelli d’Italia ma targata Toti, e il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, su cui scommette la Lega. A Forza Italia, che ha proposto Carlo Bagnasco, piace anche Lorenzo Cuocolo ma il giurista non vuole scendere in campo. Nuove indiscrezioni di stampa suggeriscono un ritorno di fiamma per Edoardo Rixi, ma le stesse fonti del Carroccio smentiscono e ricordano che il viceministro non solo aveva detto chiaramente no, ma era stato anche blindato da Salvini.

Sul fronte opposto c’è chi sostiene che Andrea Orlando possa annunciare la sua candidatura per il campo progressista entro questa settimana alla Festa dell’Unità di Sant’Olcese (sabato) o Bonassola (domenica). È lo stesso ex ministro a dire che il nome arriverà “in tempi brevi”, “entro questa settimana, fino a domenica”. Poi ha aggiunto alla feste dell’Unità di Bologna: “Sulla mia candidatura hanno gravato e gravano molte tensioni che ci sono all’interno della colazione”. Candidatura che “è rimasta in piedi per una sorta di silenzio assenso. Anche il M5S ha valutato una sua candidatura, nel frattempo il tempo è passato. La mia candidatura era lì da un po’” e chi verrà designato come candidato per il centrosinistra “lo vedremo nei prossimi giorni, nelle prossime ore”.

Rimarrebbe da sciogliere il nodo dell’alleanza con Italia Viva, invisa al M5s e alla sinistra. Nel frattempo Azione, dopo un incontro con la delegazione regionale del Pd, spiega di aver “ribadito per l’ennesima volta che non intendiamo parlare di nomi prima di aver chiarito cosa la coalizione di centro sinistra propone per la Liguria“, si legge in una nota. Tra le priorità elencate figurano le infrastrutture e in particolare la Gronda di Genova che non trova il pieno consenso da parte di Cinque Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.

 

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