Le parole

Centro storico dilaniato da spaccio e violenza, l’associazione Ama: “Sbagliato invocare l’esercito. Piano Caruggi è un fallimento”

L'associazione nata 12 anni fa alla Maddalena ha vissuto in prima persona il difficile percorso legato all'iter di assegnazione dei beni confiscati alla mafia tra il 2009 e il 2014. E ora chiede di non fare passi indietro

Apertura Spirit's House via Maddalena

Genova. “Invocare l’esercito oltre che retorico è profondamente sbagliato”. Per  l’associazione Ama – Amici della Maddalena quanto successo nei giorni scorsi in centro storico – un accoltellamento sotto i portici di Sottoripa, a pochi passi dal Porto Antico – è gravissimo, ma non sorprendente.

Sappiamo da tempo che trattasi di riorganizzazione del territorio criminale e succede così soprattutto d’estate da decenni”, sottolineano in un post in cui riassumono quanto detto, ribadito e tramutato in fatti nei 12 anni della loro attività. L’associazione è infatti nata nel 2012 per restituire il centro storico a chi lo vive attraverso azioni e iniziative concrete “sempre concertate con le istituzioni, fondamentali e imprescindibili. Sappiamo e abbiamo denunciato in questi 12 anni di incontri con procuratori capi, questori e prefetti che le famiglie mafiose gestiscono e organizzano anche questi fatti di cronaca”.

L’associazione, le cui attività escono dal territorio della Maddalena per cercare di raggiungere quanto più centro storico possibile, respinge fermamente le proposte di “militarizzare” la città vecchia e di far intervenire l’esercito, così come auspicato ieri (soltanto una delle ultime voci a farlo) dalla senatrice di Italia Viva Raffaella Paita. E punta il dito contro la gestione dell’amministrazione Bucci e la decisione di riorganizzare le aree di competenza delle forze dell’ordine assegnando parte dei controlli alla polizia locale.

Occorre che ognuno riprenda a fare la propria parte, che le forze preposte a fare le indagini intensifichino il loro agire, che la polizia locale inadeguata alla gestione dell’ordine pubblico torni a dirigere il traffico – elencano in un post – che i soggetti che hanno sottoscritto il Piano Caruggi e i Patti di sussidiarietà ammettano il proprio fallimento e la smettano di prestare il fianco a questa giunta che zittisce il dissenso a colpi di espulsioni dei consiglieri di opposizione dal consiglio comunale e usa  il pugno di ferro degli sgomberi dei centri sociali e dei regolamenti per espellere gli artisti di strada dalle aree vetrine del turismo”.

Poi un richiamo all’unità alle primarie fondamenta che tengono i piedi il tessuto della città vecchia: il terzo settore, ovvero associazioni, comitati e cooperative sociali, che devono “riconoscere come primo problema virale e cannibalizzante la presenza delle famiglie mafiose, che gestiscono i traffici illegali utilizzando le fasce più deboli di una immigrazione mai gestita, che soffocano la possibilità di aperture di attività commerciali perché detengono il controllo totale del territorio”.

Si tratta di un tema che l’associazione Ama conosce molto bene, avendo collaborato in prima persona alla definizione di una procedura e di un regolamento per l’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata nella maxi operazione iniziata nel 2009 e finita nel 2014. L’operazione aveva portato al sequestro di 115 unità immobiliari tra fondi e appartamenti, tutti di proprietà della famiglia Canfarotta, 96 dei quali sul territorio genovese, 45 nel centro storico, con la maggiore concentrazione proprio nella zona della Maddalena. Locali che vanno fieramente rivendicati e riutilizzati, e non lasciati a languire abbandonati a loro stessi, affinché svolgano una funzione sociale e diventino anche il simbolo di quanto ottenuto.

“Occorre che un Municipio non impieghi tre anni a mettere una targa fuori da un bene confiscato che ha preso in gestione perché anche questi sono regali alle mafie – continuano dall’associazione Ama – Occorre che ognuno faccia la propria parte senza frasi slogan e senza erigersi a portavoce di intere  comunità quando per tantissimo tempo non vi abbiamo visto”. La conclusione è amara, ma non priva di speranza che le cose possano cambiare se si uniscono le forze e si affronta il problema in modo strutturale: “Siamo rimasti soli e abbiamo imparato con fatica a fare rete e a ottenere risultati, spazzati via da sette anni di questa giunta e di chi gli porta l’acqua con le orecchie”.

Più informazioni
leggi anche
Accoltellamento in Sottoripa, uomo in fin di vita in ospedale
Allarme
Dopo il tentato omicidio di Sottoripa, altra zuffa tra pusher in via San Luca. Paita: “Ci vuole l’esercito”
Generico agosto 2024
Grido
Far west in Sottoripa, commercianti esasperati: “Qui scappano tutti”. E arriva la vigilanza privata
Generico agosto 2024
Violenza
Accoltellamento in Sottoripa, uomo in fin di vita in ospedale
Generica
Bilancio
Spaccio, rapine, furti e spaccate: la polizia locale ha arrestato 6 persone in una settimana

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.