Allarme

Dopo il tentato omicidio di Sottoripa, altra zuffa tra pusher in via San Luca. Paita: “Ci vuole l’esercito”

A 24 ore dall'accoltellamento in vico del Serriglio, altra lite a poche decine di metri. Anche stavolta uno dei due contendenti aveva un coltello. La polizia è intervenuta su segnalazioni dei cittadini

Accoltellamento in Sottoripa, uomo in fin di vita in ospedale

Genova. All’indomani dal tentato omicidio di Sottoripa, nelle ore in cui l’uomo accoltellato lottava tra la vita e la morte al San Martino, un altro episodio di violenza del tutto simile si è verificato in via San Luca. In questo caso l’intervento della polizia ha evitato che la situazione potesse degenerare.

L’ora e il luogo in cui i due episodi si sono verificati sono più o meno gli stessi. L’accoltellamento di Sottoripa è avvenuto sabato intorno alle 17.30 all’imbocco di vico del Serriglio, lo stretto caruggio che porta in via San Luca. La lite di domenica, intorno alle 18 in via San Luca appunto. Come nel primo caso il sospetto è che alla base di quest’ultimo episodio, che ha coinvolto un 25enne armato di coltello e un 17enne, vi siano questioni legate allo spaccio di droga.

I poliziotti sono intervenuti dopo che alcuni negozianti hanno segnalato due persone che stavano litigando in via San Luca, uno dei quali armato di coltello. Quando sono arrivati hanno trovato uno dei due, il 25enne, con il coltello nascosto nella parte posteriore dei pantaloni, e il rivale con alcuni graffi superficiali.

Il 25enne è stato denunciato per porto di oggetti atti a offendere, il minorenne assegnato a una struttura. Un episodio che non ha avuto fortunatamente gravi conseguenze, ma accaduto come detto a 24 ore dal tentato omicidio del 33enne tunisino attualmente in rianimazione al San Martino. Una situazione al limite che molti residenti e commercianti del centro storico denunciano da tempo, ma a cui sembrano essersi quasi tristemente rassegnati. Tanto da ricorrere a strategie “indipendenti” per cercare di garantire la sicurezza.

“Negli ultimi tre-quattro anni la situazione è peggiorata notevolmente – ha spiegato a Genova24 Giovanni Steri, artigiano e presidente del Civ Ripa Maris -. Ora i pusher sono tanti, i clienti sono tanti, girano tutti con un coltello in tasca. Dal pomeriggio alla notte ci sono sempre. Passa lo squadrone e un attimo dopo sono ancora tutti nello stesso posto. La gente che frequenta le nostre attività invece si è dimezzata, anche i turisti: le guide gli dicono di evitare il centro storico e li accompagnano fuori”.

Ben prima dell’accoltellamento i commercianti del Civ, una quindicina di negozi, avevano deciso di far fronte comune e assoldare un servizio di vigilanza privata per garantire la sicurezza. Il servizio dovrebbe partire nelle prossime settimane, con quattro agenti che dal pomeriggio fino alle 22 presidieranno la zona, avvisando la polizia in caso di episodi di violenza e intervenendo nell’immediatezza. A mali estremi estremi rimedi, sembrano sottolineare residenti e commercianti della zona di Sottoripa e di Banchi. Eppure chi abita e vive il centro storico, sulle modalità con cui affrontare una situazione di evidente emergenza ha opinioni molto diverse.

La senatrice Paita invoca l’esercito, la Uil scrive al prefetto

C’è chi invoca maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine e presidi fissi nei punti più “caldi”, e chi invece ritiene che quanto sta accadendo sia frutto di una scorretta gestione da parte dell’amministrazione comunale. Che molto ha puntato sul cosiddetto “Piano Caruggi”, che prevede oltre 130 interventi di riqualificazione previo stanziamento di 139 milioni di euro da Pnnr: per chi contesta il “metodo Bucci”, interventi che vanno solamente a lucidare la superficie e che poco o nulla fanno per sciogliere in modo organico il nodo sicurezza e vivibilità in centro storico.

Il tema è – inevitabilmente – anche politico. E tra le prime voci a commentare c’è quella di Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva: “La situazione sempre più allarmante dello spaccio di droga nel centro di Genova impone decisioni immediate: serve l’intervento dell’esercito per far fronte all’emergenza e ristabilire la presenza dello stato. Le strade del centro e interi edifici sono ormai in mano agli spacciatori, gli episodi di violenza si susseguono in una escalation drammatica – sottolinea – È necessario restituire un senso di sicurezza ai cittadini attraverso il presidio da parte di personale in divisa. Credo che la riqualificazione del centro storico e la sua restituzione ai genovesi debba essere il grande obiettivo dei prossimi anni anche della giunta regionale che dovrà sostenere un progetto di riqualificazione. E’ un obiettivo fallito in passato da molte amministrazioni ma non più rinviabile. I residenti e gli operatori commerciali non vanno lasciati soli”.

Anche la Uil è intervenuta, con il commissario straordinario ligure Emanuele Ronzoni che si è rivolto direttamente alla prefettura: “Non possiamo lasciare i cittadini e i lavoratori del comparto sicurezza da soli a combattere il degrado. Lo diciamo da tempo: la situazione nel centro storico è intollerabile – dice Ronzoni – Occorre una rete sociale forte che metta insieme le esigenze di tutti. La sicurezza della città è  diventata un’emergenza da affrontare con un tavolo istituzionale dedicato che possa garantire  progetti condivisi, azioni di recupero del territorio oggi in mano a spaccio e violenza nel centro storico genovese. Famiglie, commercianti, persone fragili e lavoratori del comparto sicurezza si sentono soli, abbandonati davanti a un sistema che li espone al pericolo e che noi, come Uil,  non intendiamo tollerare: non si può lasciare il cuore della città in mano alla criminalità”.

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