Scoperta

A Genova la cultura vola: +18% di visite nei musei, in arrivo un’edizione “doppia” dei Rolli Days

La ricetta di Montanari: "Grandi mostre? Anzitutto valorizzare il patrimonio straordinario della città. E per non distruggerlo serve un modello 'slow culture'"

Rolli Days autunno 2023

Genova è sempre più meta culturale. A testimoniarlo sono anche i dati dei visitatori nei musei civici relativi al primo semestre del 2024. che segnano un aumento del 18% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nella prima metà dell’anno gli ingressi totali sono stati 422.594, dodici mesi prima erano 359.291. Numeri positivi che arrivano proprio mentre la città prepara la prossima edizione dei Rolli Days, con una formula raddoppiata su due weekend per abbracciare due eventi di interesse internazionale: il World Tourism Event e il Salone Nautico.

A registrare un balzo notevole in termini relativi sono soprattutto il Museo del Risorgimento (da 2.447 a 4.047 visitatori, +65%), la Galleria di arte moderna (da 2.755 a 4.475, +62%), le raccolte Frugone (da 3.197 a 4.688, +47%), il museo di storia naturale Giacomo Doria (da 22.206 a 33.558, +51%), ma anche il Museo Diocesano (da 2.451 a 4.245, +73%).

Una lieve flessione si registra per i Musei di Strada Nuova (da 47.186 a 45.933 ingressi, -3%) compensata però dalla crescita di poli come il museo Galata (che si porta in testa alla classifica passando da 43.820 a 46.866 visitatori, +7%), alla cui offerta si è aggiunto il Museo nazionale dell’emigrazione italiana alla Commenda di Prè (da 5.495 a 7.046, +28%), il Museo delle culture del mondo a Castello D’Albertis (da 15.829 a 16.757, +6%) e la casa di Colombo (da 25.128 a 26.969, +7%) In leggero calo anche il parco di Villa Pallavicini a Pegli (da 14.162 a 13.391, -5%).

Dal conteggio resta di fatto escluso il Museo di Sant’Agostino, riaperto parzialmente il 30 maggio, che ha registrato 2.130 visitatori in un mese. Nello stesso periodo è stato aperto al pubblico il nuovo Museo Certosa – che raccoglie l’eredità del Museo di storia e cultura contadina del Garbo – con 287 ingressi rilevati fino al 30 giugno.

“L’aumento è l’indice di un lavoro fatto che si deve continuare a fare con determinazione – commenta Giacomo Montanari, coordinatore del tavolo della cultura di Tursi -. Genova ha un’offerta civica importantissima, costante, varia, con spazi museali che vanno dal Medioevo fino all’Età Contemporanea. Con tutte le criticità che ci possono essere, emerge un interesse del pubblico rivolto non tanto alle grandi mostre, ma alla scoperta del genius loci. La direzione presa è quella giusta, ora bisogna seguire questa linea”.

Intanto fervono i preparativi per l’edizione autunnale dei Rolli Days, in programma su due fine settimana, il 14-15 e il 21-22 settembre. “È una sperimentazione che trovo interessante, anche perché concentrare tutto in pochi giorni alla lunga distrugge il patrimonio culturale: come lo slow food dovremmo pensare alla slow culture – evidenzia Montanari, curatore scientifico dell’evento -. Ci saranno alcuni graditissimi ritorni, tra cui l’apertura del palazzo Gio Carlo Brignole, di fronte alla Meridiana, coi magnifici affreschi di Lorenzo e Gregorio De Ferrari. In occasione del World Tourism Event avremo un panel dedicato all’overtourism e sarà l’occasione per confrontarsi sui modelli di gestione futura”.

Tra le novità anche l’inaugurazione del rinnovato giardino di Palazzo Bianco al termine del restauro. Come sempre ad accompagnare genovesi e turisti nei palazzi saranno i giovani divulgatori formati ad hoc. E all’orizzonte, dopo la consolidata celebrazione dei palazzi dell’aristocrazia genovese, si profila il weekend clou del ciclo Ianua, con aperture straordinarie ed eventi dedicati alla scoperta della Genova medievale, dall’11 al 13 ottobre. Una formula che si ripeterà nel 2025 spostando il focus sull’Ottocento.

“Trovo bello che siamo tornati a ragionare sugli oggetti straordinari che la città possiede, piuttosto che eventi o esposizioni faraoniche su temi esotici – chiosa Montanari -. L’esposizione dell’offiziolo Durazzo nell’ambito di Genova Capitale del Libro, che non usciva da sessant’anni, è un esempio di buona pratica da perseguire per restituire alla città la consapevolezza del suo patrimonio culturale. Parlando di Ottocento, pensiamo a cosa si potrebbe fare con l’eccezionalità della collezione della Gam. Come dicevano i greci, ‘conosci te stesso’. Partiamo dalla valorizzazione di ciò che abbiamo e poi colmiamo le criticità che ci sono”.

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