Al capolinea?

Toti, salta il vertice del centrodestra: le dimissioni sembrano sempre più vicine

Incontro rinviato a data da destinarsi, cresce la tensione nel centrodestra. Per il governatore lo spettro del giudizio immediato e l'ipotesi di lasciare nei prossimi giorni

giovanni toti

Genova. È saltato il vertice del centrodestra previsto per il 26 luglio tra i segretari regionali dei partiti e il presidente ad interim Alessandro Piana. “Un posticipo necessario per permettere al viceministro Edoardo Rixi di contribuire al meglio alla discussione sul tema delle concessioni autostradali prevista in Consiglio dei ministri, convocato nella stessa giornata”, si legge nella nota diffusa nel pomeriggio.

Nel frattempo sono sempre più insistenti le voci secondo cui Giovanni Toti sarebbe ormai pronto a dimettersi, probabilmente già la prossima settimana o comunque nei primi giorni di agosto, sia per l’evoluzione dello scenario politico sia per il rischio di una proroga degli arresti domiciliari in caso di giudizio immediato (qui spieghiamo come funziona). Il clima che si respira in via Fieschi, dove in questi giorni va in scena l’ultima seduta di consiglio regionale prima della pausa estiva, sembra davvero quello di fine mandato. Tra le fila del centrodestra nessuno ripete più il mantra “andiamo avanti” delle scorse settimane, nemmeno in risposta alle provocazioni dell’opposizione, segno di una rassegnazione ormai diffusa.

Il tavolo tra Rosso, Rixi, Bagnasco, Cavo e Piana al momento è rinviato a data da destinarsi. La verità – a parte gli impegni romani – è che si vuole attendere l’ormai famigerato incontro Toti-Salvini, autorizzato da una settimana ma non ancora programmato, che potrebbe sciogliere definitivamente il nodo. Gli altri colloqui politici sono di fatto congelati.

La sensazione che si fa largo, a questo punto, è quella di una decisione sempre meno vincolata agli equilibri politici e sempre più dettata dalle mosse della magistratura. Le indagini ormai volgono al termine e la Procura da un giorno all’altro potrebbe presentare alla gip Faggioni la richiesta di giudizio immediato, a patto che Toti sia ancora agli arresti domiciliari. In quel caso la custodia cautelare potrebbe essere prolungata di altri 90 giorni. Se invece la Cassazione dovesse accogliere il ricorso dell’avvocato Savi – probabilmente però non prima di settembre – decadrebbero i presupposti. In altre parole, a Toti converrebbe sempre più dimettersi per riottenere la libertà ed evitare di vedersela negata ancora per mesi, anche se d’altro canto potrebbe ottenere un processo molto più rapido. A fare pressione in questo senso, secondo i bene informati, sarebbe il suo stesso difensore, che da tempo starebbe cercando di convincerlo a fare un passo indietro.

A esacerbare questo quadro sono gli elementi strettamente politici. La vicenda del rigassificatore è stata letta come una sconfessione della linea Toti e ha evidenziato una frattura tra il governatore e la sua maggioranza. Ma non solo: nel centrodestra molti parlano di tensioni interne anche tra gli arancioni, rappresentati in Liguria da Giacomo Giampedrone, che non vedrebbero di buon occhio la coordinatrice della Lista Toti Ilaria Cavo, invitata ai tavoli come esponente di Noi Moderati. Dal canto loro i partiti non hanno gradito certe lamentele fatte filtrare dal governatore. Non è un caso che il comunicato di oggi finisca con una chiosa: “Il centrodestra desidera altresì esprimere la piena solidarietà al presidente Giovanni Toti in questo momento difficile”.

Nel frattempo il direttivo provinciale della Lega di Imperia si è portato avanti e ha deliberato le candidature di Alessandro Piana e Sonia Viale alle prossime elezioni. Segno concreto di un’accelerata ormai inevitabile verso le urne. In Regione c’è chi è pronto a giurare che si andrà a votare a novembre insieme a Umbria ed Emilia Romagna. La domanda vera ormai riguarda la scelta del candidato. I nomi “roventi” sul tavolo sono Ilaria Cavo, Edoardo Rixi e Carlo Bagnasco. Per decidere potrebbe non esserci più molto tempo.

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