Il gesto

Toti arrestato, l’opposizione mostra i cartelli in consiglio regionale: “Elezioni subito”

Ugolini (M5s) ha provato a leggere una lettera in aula, poi la protesta di tutta la minoranza. Si scalda il clima in vista della manifestazione di giovedì

Generico luglio 2024

Genova. Clima ancora teso in consiglio regionale mentre si avvicina la manifestazione di protesta di giovedì pomeriggio in piazza De Ferrari lanciata dalle opposizioni per chiedere le dimissioni del presidente ligure Giovanni Toti ancora agli arresti domiciliari. I consiglieri di minoranza hanno esposto cartelli con la scritta “elezioni subito” e il presidente Gianmarco Medusei ha sospeso la seduta.

Il parapiglia era scoppiato in apertura quando il consigliere del Movimento 5 Stelle Paolo Ugolini aveva iniziato a leggere in aula una lettera firmata da tutta l’opposizione per chiedere subito nuove elezioni. Nel testo si denuncia la “situazione surreale in cui versa l’amministrazione regionale” e si ricordano “il crescere incontrollato del disavanzo sanitario, che arriva a oltre 230 milioni di euro nel 2024” e “i ritardi nell’attuazione del Pnrr” oltre alle “mancate risposte per i trasporti, ambiente, welfare” e i “drammatici ritardi nella gestione delle infrastrutture strategiche e dei grandi interventi”. Una maggioranza “sempre più spaccata e contraddittoria” che “nei fatti ha terminato il suo mandato politico ma tiene bloccata la Regione in attesa di individuare un nuovo candidato presidente, dopo il fallimento di Toti. Un inaccettabile stillicidio”, “sempre più insostenibile” e per il quale l’unica soluzione possibile sono le elezioni al più presto”.

Dai banchi del centrodestra si sono sollevate vivaci proteste e il presidente Medusei, dopo aver interrotto Ugolini, ha messo ai voti la proposta di leggere la lettera in consiglio, proposta che è stata respinta dalla maggioranza.

La seduta è poi finita in bagarre. Il presidente Gianmarco Medusei ha chiuso i lavori in anticipo mentre in aula infuriavano le polemiche tra maggioranza e opposizione dopo che Luca Garibaldi (Pd) aveva chiesto all’ufficio di presidenza di chiarire le modalità con cui viene concesso l’uso della fascia tricolore per partecipare a commemorazioni. Nel mirino il consigliere di Forza Italia Angelo Vaccarezza che domenica scorsa aveva partecipato in rappresentanza della Regione a una cerimonia sul monte Manfrei, nel Savonese, in ricordo di un presunto eccidio partigiano di prigionieri della Repubblica di Salò. Garibaldi ha anche proposto di vietare l’uso della fascia per commemorare i repubblichini. Vaccarezza ha chiesto di intervenire per replicare e il presidente Medusei gli ha dato la parola, ma tra i banchi della minoranza è scoppiata una nuova rumorosa protesta. Medusei allora ha deciso di chiudere la seduta in anticipo, rivolgendosi ironicamente all’opposizione: “Come siete democratici…”

Si scalda insomma il clima in vista dell’appuntamento del 18 luglio che vedrà in piazza tutte le forze dell’area progressista coi rispettivi leader nazionali: il Pd con Elly Schlein, il Movimento 5 Stelle con Giuseppe Conte, i rossoverdi (cui afferisce ormai anche Ferruccio Sansa) con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Nelle ultime ore era scoppiata una nuova polemica perché il Comune di Genova non aveva concesso subito agli organizzatori il permesso per l’occupazione di suolo pubblico al fine di allestire un palco sotto il palazzo della Regione. I tempi per queste pratiche, però, non sono mai immediati.

“Non bastava la pessima figura di ieri, che ha rivelato la totale ignoranza dell’opposizione sulle regole istituzionali di richiesta permessi delle manifestazioni. Oggi in consiglio regionale il bis, ancora più pesante perché rileva come non solo le regole non siano chiare, ma nemmeno la linea politica da tenere o gli obiettivi da conseguire – accusa Alessandro Bozzano, capogruppo della Lista Toti -. Questa mattina la minoranza ha infatti registrato una pessima figura con la richiesta di leggere in aula una sua lettera. Richiesta che ha raccolto sole 3 adesioni, 17 voti contrari e un astenuto, portando poi i consiglieri a reagire con l’esposizione di cartelli che invitano a nuove elezioni. La richiesta di lettura del testo dell’opposizione è stata discussa e votata democraticamente. La minoranza si è ulteriormente sparpagliata, prima votando il testo, poi ritirando (solo da parte di alcuni), il voto espresso. Ennesimo, chiaro segnale di confusione. Riteniamo che il Consiglio Regionale abbia agito nel pieno rispetto delle procedure democratiche. La breve sospensione dei lavori è stata necessaria per garantire un dibattito sereno e costruttivo. I lavori sono poi ripresi regolarmente, dimostrando la nostra volontà di proseguire con l’agenda politica e amministrativa. Continuare ad interrompere i lavori del consiglio regionale con estemporanee iniziative che provocano solo inutili ritardi, è solo una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini e delle istituzioni”.

“I consiglieri regionali di opposizione, che a parole si ergono a paladini della Costituzione, si proclamano difensori dei diritti e della democrazia e si dichiarano garantisti, nei fatti sono pronti a smentirsi su tutta la linea se questo gli può tornare politicamente utile – aggiunge  Claudio Muzio, capogruppo di Forza Italia -. Gli esponenti della minoranza, da Ferruccio Sansa a Pippo Rossetti, dall’estrema sinistra ad Azione, sono tornati a chiedere elezioni subito, stavolta con tanto di cartelli esposti in aula, ripetendo il mantra della Regione bloccata, del vuoto di governo, del fallimento politico della maggioranza. La Regione sta continuando ad essere amministrata seguendo regole che sono determinate dallo Statuto e dal Regolamento. Il presidente Toti, rieletto democraticamente nel 2020 con il 56% dei voti, non è ad oggi imputato né rinviato a giudizio ed in ogni caso valgono per lui le garanzie di presunzione di innocenza previste dalla Costituzione. Non vi è alcun immobilismo sulle pratiche e sul processo decisionale; infine, ma non ultimo, che il presunto fallimento politico di questa amministrazione regionale non lo stabiliscono di certo i consiglieri di minoranza con i loro comunicati stampa e con i loro teatrini in aula, ma eventualmente i cittadini con il loro libero voto al momento delle elezioni, la cui data anch’essa non viene decisa dall’opposizione”.

“È ormai chiaro che periodicamente l’opposizione in consiglio, da qui alla fine della legislatura, ripeterà il suo mantra automatico di richiesta dimissioni, dipingendo una situazione apocalittica che non esiste. Allora alla giunta tocca ripetere quanto già detto in altre occasioni, consapevole della strumentalità di appelli unitari che accusano la maggioranza di finta coesione quando si prende la responsabilità di onorare il mandato degli elettori e le responsabilità di governo in una situazione oggettivamente difficile, mentre scrivere una lettera tutti insieme, come impegno, equivale a poco più di un facile esercizio retorico – dichiara il presidente ad interim Alessandro Piana -. La giunta prosegue nell’attuazione delle linee programmatiche senza interruzioni. Lo dimostrano le decisioni relative alle grandi opere, alla sanità, ai servizi essenziali. La visione, la strategia, è quella che ha guidato tutte le scelte dell’amministrazione negli ultimi nove anni: dare alla Liguria una possibilità di sviluppo e di crescita che non ha mai avuto, e i numeri delle imprese e dell’occupazione documentano chiaramente che la strada intrapresa è quella giusta. I cittadini lo sanno e hanno tutti gli strumenti per distinguere tra i ritornelli di chi vuole speculare politicamente sull’attuale situazione e chi ha a cuore le sorti della comunità regionale”.

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