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Nel fine settimana nuovi incontri a casa Toti, i suoi escludono le dimissioni: “Deve finire il mandato”

Atteso ad Ameglia anche Salvini: "Parleremo di futuro, ma non di elezioni". Giampedrone: "Andiamo avanti, la maggioranza deve capirlo"

Generico luglio 2024

Genova. Dovrebbero svolgersi alla fine di questa settimana i nuovi incontri politici a casa di Giovanni Toti, nella villetta di Ameglia dove sta trascorrendo gli arresti domiciliari da oltre due mesi. Le tranche probabilmente saranno due: prima il trio composto da Alessandro Piana, Giacomo Giampedrone e Marco Scajola – che gli aveva fatto visita il 24 giugno – e poi il ministro nonché leader della Lega Matteo Salvini. Arrivato oggi il parere favorevole della Procura, si attende solo il via libera della gip Paola Faggioni, poco più di una formalità visto che l’ultima volta non aveva opposto resistenze.

Conto di incontrarlo il prima possibile e poi parleremo di futuro”, ha confermato oggi Salvini a margine dell’evento L’Italia dei sì alla stazione marittima. Le dimissioni non sono più un tabù, anche in base a una certa interpretazione del messaggio che Toti ha fatto filtrare la settimana scorsa in una lettera al suo avvocato, ma il vicepremier non entra nel merito: “Non stiamo ragionando di elezioni, stiamo lavorando per amministrare la Regione Liguria. Oggi c’è il presidente facente funzioni, ci sono tanti sindaci. Per me andare avanti e portare avanti tutti i cantieri aperti a Genova e in Liguria è un dovere, non un hobby”. Per quanto si può andare avanti così? “Spero per poco perché spero che possa tornare in ufficio a fare il suo lavoro.”.

“Mi pare che siano state parole chiare: abbiamo un mandato ricevuto dagli elettori e dobbiamo andare avanti, spero che Salvini lo possa dire presto al presidente”, commenta a caldo l’assessore Giacomo Giampedrone, fedelissimo del presidente. Che non vuole sentir parlare di dimissioni: “Chi deve capire che dobbiamo andare avanti è la nostra maggioranza. Io sono convinto di trovare il presidente come l’ho trovato venti giorni fa, con un Riesame negativo alle spalle ma con la convinzione di aver lavorato nell’esclusivo interesse dei liguri e della Liguria. Questo per noi è un dogma e andremo avanti fino alla Cassazione sperando che possa far cessare le misure cautelari e rispettare un eventuale procedimento penale. Su questo ci battiamo perché consentirebbe alla maggioranza politica di andare avanti fino a fine mandato“.

E le parole sulla poltrona diventata un onere? “Il messaggio di Toti è un messaggio a tutti gli alleati, ad andare avanti con ancora più convinzione di prima. Non possono esserci tentennamenti. La lettera poi è stata interpretata: la poltrona del presidente, dopo più di 70 giorni di domiciliari, è veramente un peso, ma lui lo sta facendo con sacrificio e non penso che sia scontato”.

D’altra parte è naturale che il centrodestra inizi a organizzarsi in vista di un appuntamento elettorale che prima o poi arriverà comunque e che escluderà in ogni caso la candidatura di Toti. Nelle ultime ore è tornato in auge il nome di Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria e viceministro delle Infrastrutture, che nel recente passato si era smarcato. “C’è un governatore eletto e questo rimane – taglia corto Salvini -. Quando ci sarà la scadenza penseremo ai prossimi candidati”. Il diretto interessato oggi non commenta.

“Se fosse Edoardo massima stima per lui, ma sia chiaro che non siamo noi a proporlo, dev’essere una sua scelta autonoma“, precisa il coordinatore ligure di Fratelli d’Italia Matteo Rosso confermando che qualche nome sul tavolo c’è già: “Sono nomi civici con esperienza in materia politica, gente abbastanza giovane. Ci metteremo intorno a un tavolo e decideremo insieme il migliore o la migliore, non certo in base alla percentuale dei partiti: si fa tutti insieme e non c’è un partito che conta più degli altri”.

Ma tutta questa fretta di andare al voto nel centrodestra non sembra esserci. “La giunta sta lavorando bene, non sta mollando niente, sta lavorando a ritmo pieno. Siccome siamo ormai alla fine del mandato e i nostri assessori non si lamentano, dico che a metà luglio qualsiasi decisione mi sembrerebbe azzardata – mette in chiaro proprio Rosso -. Nessuna urgenza di dire che si dimetta, poi bisogna sentire lui cosa vorrà fare”. Al momento non è previsto un incontro coi vertici regionali della maggioranza: “Vedremo se ci sarà una richiesta, nel caso andremo a parlargli e faremo il punto con lui”.

Salvini intanto continua a nutrire dubbi sull’operato della magistratura dopo la conferma degli arresti domiciliari da parte del Tribunale del Riesame: “È strano tenere agli arresti per mesi un governatore eletto e stimato dai cittadini che tanto ha fatto per la sua terra: di solito in carcere ci vai per una condanna e dopo un processo, non prima. Nel mondo non succede spesso che si tenga agli arresti qualcuno eletto dai cittadini prima ancora che inizi un processo, questo è abbastanza particolare. Che ci sia pericolo di fuga, non penso che riguardi Toti, che sia pericolo di inquinamento delle prove dopo tre o quattro anni di intercettazioni mi sembra curioso, e anche la reiterazione del reato con tutto quello che è accaduto mi sembra che sarebbe l’ultima delle cose che chiunque avrebbe intenzione di fare. Siccome il codice penale prevede queste tre fattispecie per tenere agli arresti qualcuno, che gli abbiano confermato gli arresti è curiosa come cosa”.

“Che in passato ci fosse un sistema che si basava su questo è innegabile, altrettanto vero è che la caccia alle streghe non fa bene a nessuno – ha proseguito Salvini -. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi. Però guardare con sospetto sia gli imprenditori che i sindaci che gli amministratori fermerebbe il Paese. Se uno ti dà qualcosa in cambio di qualcos’altro, non funziona, ma speriamo che ci siano tanti imprenditori e tanti cittadini che diano una mano alla politica. Servono italiani perbene che in maniera trasparente finanzino la politica, perché la politica è quella che sta portando lo sviluppo di Genova e della Liguria. Spero che in tanti abbiano ancora fiducia nella politica, poi se qualcuno lo fa con cattive intenzioni è giusto che ne paghi le conseguenze”.

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