Ore cruciali

Per Toti dimissioni vicinissime, ma anche la Procura è a un bivio: la decisione sul “processo immediato” forse già martedì

Le prossime ore saranno cruciali e la tempistica delle dimissioni di Toti potrebbe 'scongiurare' il rischio di un processo lampo

giovanni toti

Genova. Sono giorni  o meglio ore cruciali per la Liguria tanto dal punto di vista politico quanto dal punto di vista giudiziario. Già nelle prossime ore (o al massimo nei prossimi giorni) arriverà la decisione di Giovanni Toti di dimettersi da presidente della Regione Liguria.  Ma anche per la Procura di Genova è il momento delle scelte.

E la scansione delle tempistiche – quasi una lotta contro il tempo –  delle due decisioni avrà un impatto non da poco sul futuro processo a carico degli indagati nella maxi inchiesta.

Sentiti gli ultimi tre testimoni

Oggi al nono piano di palazzo di Giustizia, i pm Luca Monteverde e Vittorio Ranieri Miniati hanno sentito quelli che dovrebbero essere gli ultimi testimoni dei filoni principali della maxi inchiesta. A rispondere alle loro domande sono stati Giorgio Sacchi, legale rappresentante della società Punta dell’Olmo spa e l’avvocato dell’azienda Paolo Gaggero, in merito al capo di imputazione secondo il quale la pratica per l’operazione edilizia sarebbe stata agevolata per favorire Aldo Spinelli e Roberto Spinelli, che detengono il 100% delle quote della società-E sempre oggi  è stato sentito Alessandro Croce, vice direttore Territorio di Regione Liguria, sia sulla pratica Punta dell’Olmo sia in merito all’interessamento di Toti e Cozzani per la velocizzazione dei permessi per la realizzazione del supermercato Esselunga di Sestri Ponente.

Riunione decisiva tra i pm

Domani, o al massimo lunedì mattina, si terrà una riunione decisiva dei pm che conducono l’inchiesta con il procuratore Nicola Piacente. Se, come pare, i pm non riterranno necessarie altre audizioni e se nel contempo la guardia di finanza avrà terminato le analisi forensi sui telefoni degli arrestati, le indagini potranno essere ufficialmente chiuse. E a quel punto i pm decideranno se chiedere per i tre principali indagati che si trovano tuttora ai domiciliari Giovanni Toti, Paolo Signorini e Aldo Spinelli il giudizio immediato.

Come già spiegato in questo articolo si tratta di un procedimento speciale che consente di saltare l’udienza preliminare e di conseguenza permette di arrivare al processo e di conseguenza a una sentenza di condanna o assoluzione in tempi molto più rapidi di quanto accade normalmente. Un vantaggio indubbio sia per l’accusa, qualora ritenga di aver raccolto sufficienti prove a carico sia per gli stessi indagati, soprattutto per chi si professa certo della propria innocenza. Ma il procedimento speciale è anche un “obbligo” per l’accusa in caso di indagati che si trovino al momento della chiusura delle indagini privati della libertà personale (quindi in carcere o ai domiciliari).

La Procura, nel caso nell’attuale inchiesta, avrebbe tempo fino al 6 novembre ma visto che le indagini sono chiuse sarebbe pronta a procedere anche se non manca ancora qualche riflessione perché la richiesta di immediato  consentirà di processare rapidamente solo tre degli attuali trenta indagati.

Tutti gli altri finiranno in un procedimento che seguirà il corso normale e avrà tempi decisamente più lunghi. Per esempio Matteo Cozzani, che è indagati sia nel filone della corruzione elettorale sia in quello della corruzione relativa alla vicenda Esselunga, non essendo più in custodia cautelare, sarà processato dopo.

La dead-line di lunedì 29 luglio

Prima di prendere qualunque decisione la Procura dovrà obbligatoriamente attendere lunedì 29 luglio, giorno in cui scadono i termini entro i quali l’avvocato di Toti, Stefano Savi, potrebbe depositare il ricorso al tribunale del Riesame contro la seconda ordinanza di custodia cautelare notificata al presidente della Regione Liguria per l’affaire relativo ad Esselunga e ai passaggi elettorali sul maxi schermo di proprietà dell’editore di Primocanale Maurizio Rossi.

Sembra praticamente certo che Savi non presenterà ricorso al Riesame perché si tratterebbe in questo caso di non chiedere solo una revoca o un’attenuazione della misura cautelare ma obbligatoriamente di entrare nel merito delle accuse. E un’ordinanza “nel merito” di un altro tribunale potrebbe essere molto dannosa ai fini difensivi. In assenza del ricorso, già martedì potrebbe presentare la richiesta.

Le dimissioni di Toti per scongiurare l’immediato: le tempistiche

A meno che – questa è l’incognita sui tempi – Giovanni Toti non venga nel frattempo scarcerato. Perché questo possa accadere Toti dovrebbe dimettersi dall’incarico (visto che sussiste per i magistrati il rischio di reiterazione del reato) e contestualmente dovrà presentare un’istanza alla giudice di revoca o attenuazione della misura.

E sarà scarcerato solo dopo che la giudice avrà valutato l’istanza e motivato la sua decisione dopo aver ricevuto il parere della procura. Tra la presentazione dell’istanza e la nuova ordinanza della giudice possono passare fino a 5 giorni. Potrebbero essere anche meno ma se Toti vuole essere certo di evitare il processo rapido previsto dall’immediato il tempo a disposizione sembra poco. E mentre scriviamo si rincorrono le voci di dimissioni a strettissimo giro, forse già nella giornata di venerdì o al massimo lunedì.

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