Genova. “In una città disseminata di spazi abbandonati, si disintegra uno spazio sociale per 66 posti letto. Quanta rabbia, nel vedere ancora vuota e diroccata l’ex sede del Buridda in via Bertani, sgomberata nel 2014 perché per il Comune di Genova la speculazione era ‘urgentissima’. Quanta rabbia. Perché chi ci governa e vuole disintegrare gli spazi sociali li definisce ‘covo di anarchici e delinquenti’, senza avere la minima idea di cosa siano gli spazi sociali”.
Così la consigliera regionale della Lista Sansa Selena Candia e la consigliera comunale di Genova Francesca Ghio sullo sgombero del centro sociale Buridda messo in atto martedì mattina dalle forze dell’ordine.
“Gli spazi sociali sono una colonna vertebrale della cultura in Italia. Proprio come il Buridda lo è per Genova – spiegano Candia e Ghio -. Un luogo vitale in una città deindustrializzata, piena di aree abbandonate dove riqualificazione significa spesso (solo) speculazione edilizia. Ma d’altronde i temi di cui si parla negli spazi sociali fanno paura: diritto alla casa, lotta a precariato. Mutualismo, antiproibizionismo, aiuto ai migranti. Rispetto dalla marginalità. Messa in discussione delle istituzioni. Ma l’autogestione non è solo conflitto, ci sono anche arte, musica, letteratura. Che senso ha smantellare chi fornisce cose a prezzi popolari, se non gratis?”.
“Non si vuole l’illegalità? In altri settori è tollerata (stabilimenti balneari e discoteche, roccaforti delle destre) ma facciamo finta di crederci – aggiungono Candia e Ghio -. Tra chi vuole sgomberare e chi non vuole rapporti con le istituzioni, ci sono tante sfumature. Nel 2011 il dialogo era partito anche a Genova: nasceva l’idea di un’associazione con Don Gallo garante, per dare ai centri sociali un futuro. Poi Don Gallo è morto, il vento politico cambiato. Ed è andato tutto a rotoli”.
“Gli spazi sociali danno qualcosa che manca. A Genova, per esempio, non ci sono luoghi al chiuso abbastanza grandi per fare eventi e concerti. Il panorama culturale e musicale si limita a eventi con prezzi elevati, mentre gli spazi sociali danno la possibilità di auto-organizzarsi – sottolineano le due consigliere -. Il diritto di incontrarsi non può essere ridotto a un fatto commerciale. Gli spazi sociali consentono questo diritto e favoriscono un’esplosione creativa e sociale. Gli spazi sociali sono una ricchezza, da cui un’amministrazione lungimirante potrebbe trarre stimoli, con politiche di partecipazione e coinvolgimento di associazioni”.
“A Genova siamo pieni di spazi abbandonati – concludono Selena Candia e Francesca Ghio – e siamo anche pieni di realtà che cercano luoghi dove incontrarsi e organizzare attività. Vogliamo finalmente fare un piano per usare questi spazi?”.
L’ex Magistero, di proprietà dell’Università di Genova, occupato dal Buridda da oltre 10 anni, è al centro di un progetto di recupero finanziato da fondi Pnrr ed è destinato a ospitare uno studentato. Alle prime ore della mattinata è scattato lo sgombero, e in segno di protesta alle 18 a De Ferrari è stato organizzato un presidio.