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Scolmatore del Bisagno, un altro anno di ritardi: ora la fine lavori è fissata al 2026

La maxi talpa arriverà in porto a Genova a settembre, poi l'allestimento e l'inizio degli scavi non prima di fine anno-inizio 2025. Il Pd: "Ritardo inaccettabile"

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Genova. Qualche giorno fa, l’assessore alla Protezione civile della Regione Liguria, Giacomo Giampedrone, aveva annunciato che la maxi talpa per scavare la galleria dello scolmatore del Bisagno. – l’opera simbolo della messa in sicurezza idrogeologica a Genova – era in partenza dalla Cina e che quindi “i tempi del cantiere avevano una loro linearità conseguente”.

Ieri, grazie a un’interpellanza del capogruppo Pd in via Fieschi, Luca Garibaldi, sono arrivati tempi più certi. Tempi che, come si vedrà, vedono accumulare altri mesi di ritardo fino a fissare la conclusione dello scolmatore del Bisagno nella primavera del 2026.

La tabella di marcia sull’avanzamento dell’opera da 200 milioni di euro, bloccata a più riprese dall’inchiesta sul consorzio di imprese Research, vincitore dell’appalto, è quindi dilatata di un altro anno.

Giampedrone, che ha assunto l’incarico di commissario di governo per il contrasto al dissesto idrogeologico in Liguria dopo che il presidente Giovanni Toti è finito agli arresti domiciliari, ha messo nero su bianco il cronoprogramma aggiornato.

La nave che trasporta la maxi talpa – la cui immagine con tanto di vessillo della Regione Liguria ha iniziato a circolare da mesi – arriverà “in porto a Genova entro questo settembre”.

La fase di scavo vera e propria, dopo un periodo di sistemazione logistica, preparazione e allestimento, inizierà tra dicembre e gennaio 2025. Lo scavo durerà almeno 10 mesi “con un ritardo quindi di circa un anno rispetto alle previsioni iniziali e con pari sforamento dell’attuale termine contrattuale di ultimazione dei lavori fissato al 24 aprile 2025″.

“Ancora una volta il centrodestra si dimostra incapace di gestire i cantieri più importanti per Genova e la Liguria”, il commento del capogruppo dem Luca Garibaldi.

“Le giustificazioni dell’assessore Giampedrone, che nella risposta alla mia interpellanza parla di un ritardo ‘imputabile tendenzialmente a problematiche organizzative e finanziarie interne al raggruppamento di imprese’, sono inaccettabili. Toti prima e Giampedrone poi sono i commissari responsabili dell’opera da anni, e sono anche i responsabili dei ritardi su un progetto che andava salvaguardato e che da anni aveva criticità organizzative, su cui non si è mai intervenuto”, aggiunge.

“Da tempo, infatti, segnaliamo i ritardi e i blocchi che il cantiere sta subendo, ma ad ogni interrogazione arrivano sempre giustificazioni e risposte interlocutorie, mai una vera presa di posizione e volontà risolutiva. Siamo di fronte a uno degli interventi di messa in sicurezza idraulica più importanti della regione, il centrodestra ha già perso troppo tempo, bisogna agire per evitare ulteriori ritardi e garantire la realizzazione dell’opera in tempi certi, non più rinviabili”, conclude Garibaldi.

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