Genova. Se la settimana scorsa l’udienza era cominciata con due ore di ritardo, oggi, nel processo in corso per il crollo del ponte Morandi, l’udienza non si è fatta proprio. Dopo un’intera mattina in cui i tecnici inviati da Roma dall’azienda che ha in appalto il sistema di audio-videoregistrazione non sono stati in grado per tutta la mattina di far funzionare il sistema.
Ad un certo punto il presidente Lepri ha deciso di fare ancora un tentativo facendo proiettare al pm Walter Cotugno le slide con cui controesaminare uno dei consulenti di Spea ma lo sfarfallio era insopportabile alla vista.
“In questo modo non si può andare avanti – ha detto il presidente del collegio Paolo Lepri – il ministero deve intervenire”. Domani i tecnici romani avrebbero garantito che tutto dovrebbe funzionare, ma appunto oramai il condizionale è d’obbligo.
I problemi sono cominciati una settimana fa a causa dell’assenza del tecnico genovese che da due anni si occupava di far funzionare il sistema per conto dell’azienda romana che ha vinto l’appalto. Ma lo faceva con un contratto ‘precario’ e uno sterminato monte ore di straordinari non pagati. Così alla lunga, nonostante avvocati, pm e giudici si fossero affezionati a lui perché era efficiente, capace e disponibile per qualsiasi necessità, lui ha detto basta. Alla scadenza del contratto e di fronte a un rinnovo giudicato ‘inaccettabile’ per la durate e l’importo ha declinato l’offerta.
Si sperava che quantomeno dopo i disagi delle settimana scorsa oggi le udienze potessero riprendere regolarmente. Ma non è stato così. E il calendario del maxi processo dovrà ancora una volta essere rifatto con inevitabili ritardi.