La telefonata

Orlando chiama Ermini: “Rinuncia all’incarico per Spinelli, rischiamo strumentalizzazioni”

Il candidato 'in pectore' del centrosinistra interviene nella vicenda che agita il centrosinistra alle soglie delle elezioni regionali

Generico luglio 2024

Genova. Andrea Orlando, ex ministro del Pd candidato in pectore per il centrosinistra alle prossime regionali in Liguria, ha chiamato David Ermini per chiedergli di valutare “con attenzione” l’opportunità di rinunciare all’incarico di presidente della holding Spininvest fa capo al gruppo di Aldo Spinelli, indagato con l’ex governatore Giovanni Toti per corruzione. Un ruolo che, secondo Orlando, potrebbe esporre a “equivoci e strumentalizzazioni”.

Ermini, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, avrebbe ribadito che si tratta di un incarico esclusivamente di natura professionale, senza alcuna implicazione politica, e ha assicurato che si chiarirà con azioni concrete nelle prossime ore la natura della sua funzione, che non vuole incidere nella vicenda processuale. Orlando ha insistito, nonostante queste rassicurazioni, perché Ermini valuti “con la dovuta attenzione, l’opportunità di una rinuncia”.

“Ermini è stato nominato per tre anni – ha spiegato oggi l’avvocato di Spinelli Sandro Vaccaro -. È una figura di garanzia che dà un nuovo corso per quanto riguarda le ipotesi fatte dall’accusa, quindi una scelta oculata, di assoluta trasparenza e preparazione. Un avvicendamento nel consiglio di amministrazione, nulla di particolare. Non c’entra niente con la magistratura, non dimentichiamo che è un avvocato. La connotazione politica ha un valore? Assolutamente no, è una scelta societaria.

La nomina di Ermini, ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura ma anche membro in carica della direzione nazionale del Pd, ha messo in imbarazzo il centrosinistra alle porte della campagna elettorale anticipata dopo le dimissioni di Toti. I segretari locali del partito si sono detti “stupiti e perplessi” e hanno parlato di scelta “inopportuna”. Ferruccio Sansa ha usato parole dure: “Questa non è e non sarà mai la politica per cui vogliamo batterci. Su questa strada non ci saremo. Se il Pd vuole dimostrare di volere il cambiamento deve farlo subito”. Gianni Pastorino di Linea Condivisa ha chiesto a Elly Schlein di sospendere Ermini dalla direzione nazionale del partito.

I consiglieri di centrodestra in Regione hanno esposto cartelli con scritto “Ermini uno di voi”. Il segretario della Lega Liguria Edoardo Rixi ha postato: “Tutti i nodi vengono al pettine”. E ancora il senatore Francesco Bruzzone attacca: “È un Pd da teatro dell’assurdo: la parte giustizialista, che condanna Toti senza appello prima di qualunque processo, e quella a caccia di poltrone e di incarichi in barba alla loro stessa logica e coerenza. Cade la maschera di questa sinistra: disfattista a comando, anche in barba al voto democratico di tanti liguri, ma pronta a qualunque cosa per poltrone, ruoli, potere”.

Il tema è stato affrontato anche in consiglio comunale a Genova. Il capogruppo di Uniti per la Costituzione Mattia Crucioli, nella minoranza a palazzo Tursi, ha presentato in aula rossa un articolo 55, come “espressione di sentimento”, per stigmatizzare la nomina di Davide Ermini.

“Non si è ancora spento l’eco degli slogan contro il sistema Toti lanciato dal centrosinistra in piazza De Ferrari – ha detto Crucioli – che arriva la notizia della nomina di Davide Ermini, qual è il senso di queste commistioni tra affari e politica? E cosa può dire la politica di fronte a questo?”.

Crucioli, che potrebbe candidarsi in consiglio regionale alle prossime elezioni, ha aggiunto: “Mi stupisce lo stupore mostrato dal Pd e dagli alleati del Pd, come la lista Sansa, perché dovrebbero invece sapere con chi hanno a che fare, che hanno l’affarismo nel dna”.

Tra gli altri interventi sul tema quello di Simone D’Angelo, capogruppo del Pd. “Capisco che il collega Crucioli abbia voluto sollevare il tema dei rapporti tra economia e politica e tra imprese e istituzioni, avrei voluto discutere con la stessa trasparenza altri temi molti simili, ma ci è stato impedito, come le vicende che la magistratura ha messo in evidenza in questi giorni”. Poi la condanna della scelta di Ermini di accettare l’incarico:

“Io provo sconcerto e rabbia, sconcerto perché è assurdo che chi dal 2023 fa parte del Pd abbia deciso di accettare quell’incarico senza sentire il bisogno di confrontarsi con il partito, rabbia perché non capisco cosa abbia portato l’ex numero due del Consiglio superiore della magistratura ad accettare un incarico che gli è stato offerto non perché esponente del Pd ma come garanzia processuale, questo è il tema più grave ed è il motivo per cui Andrea Orlando e il Pd hanno chiesto a Ermini di rinunciare alla carica, e se ciò non dovesse accadere, di dimettersi dalla direzione nazionale del Pd, perché la vita è fatta di scelte”.

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