Medioevo

Sant’Agostino, al via le visite guidate per scoprire il nuovo complesso museale

Si terranno dalle 15 e alle 17 e saranno condotte dagli operatori museali della Cooperativa Solidarietà e Lavoro. Genovesi e turisti potranno così scoprire il nuovo percorso espositivo

Riapertura Museo Sant'Agostino

Genova. Da lunedì 22 luglio partono le visite guidate del rinnovato complesso di Sant’Agostino, svelato alla città lo scorso 30 maggio.

Le visite si terranno dalle 15 e alle 17 e saranno condotte dagli operatori museali della Cooperativa Solidarietà e Lavoro. Genovesi e turisti potranno così scoprire il nuovo percorso espositivo allestito negli spazi museali e della chiesa medioevale di Sant’Agostino, oggi sconsacrata, con una narrazione innovativa e tematica, che racconta Genova nei secoli che hanno visto la città diventare una grande potenza mediterranea (X-XV secolo). La visita si snoda tra gli spazi del chiostro e della chiesa.

All’interno della chiesa medievale è esposta una selezione di opere del museo di Sant’Agostino con una narrazione innovativa e tematica, che racconta Genova nei secoli che hanno visto la città diventare una grande potenza mediterranea (X-XV secolo). Fulcro dell’esposizione è uno dei capolavori dell’arte medievale europea, l’Elevatio Animae di Margherita di Brabante, opera di Giovanni Pisano.

Il corpo scultoreo, realizzato da Giovanni Pisano nel 1313, tornato appositamente a Genova per Ianua-Genova nel Medioevo, dopo un impegnativo restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, durato circa 8 anni, è presentato al pubblico, dopo quasi quarant’anni, insieme alla Giustizia di Palazzo Spinola. Unitamente agli altri frammenti di pertinenza del Museo di Sant’Agostino è così radunato quanto resta del grandioso monumento sepolcrale di Margherita, moglie dell’imperatore Arrigo VII, morta a Genova nel 1311. La statua, in marmo di Carrara, è alta circa un metro e mezzo, ma si sa pochissimo dell’aspetto originale del monumento di cui faceva parte: collocato nella chiesa di San Francesco di Castelletto, venne demolito e disperso ai primi dell’Ottocento, assieme a tutta la chiesa e al complesso conventuale.

Di quella che doveva essere una costruzione imponente e innovativa non rimangono che pochi frammenti, dai quali emerge comunque una concezione nuova e commovente del sepolcro, nel quale la regina volge al cielo uno sguardo intenso di speranza, senza precedenti nell’arte, se non nei versi della “Commedia” dantesca.

Tra le opere presenti nel percorso – che si snoda anche negli spazi del chiostro triangolare del convento di Sant’Agostino – sono inoltre presenti più di un centinaio di manufatti provenienti dai depositi del museo e pressoché inediti, perché mai esposti negli ultimi 80 anni.

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