Genova. La notizia circolata nel giorni scorsi, ovvero l’imminente spostamento dei migranti ospitati all’ex ostello del Righi, è stata confermata e ufficializzata ieri in un incontro in prefettura al quale ha partecipato il coordinamento delle associazione di Oregina e Lagaccio.
Una settimana fa il coordinamento, che con un gruppo di volontari ha aiutato i gestori della struttura di accoglienza (Le Misericordie) a facilitare l’integrazione fra le famiglie ospiti – quasi tutte nord africane – e il quartiere, aveva già espresso tutte le perplessità sulla decisione della prefetta Cinzia Torraco.
Il tema era diventato presto politico, con il centrosinistra a criticare la misura – “i migranti non sono pacchi, sono persone umane” – e, di contro, il centrodestra che gridava vittoria.
![ostello righi](https://www.ivg.it/photogallery_new/images/2024/07/ostello-righi-870793.jpg)
Inizialmente sembrava che il motivo dello spostamento fosse legato ad alcuni disordini avvenuti all’interno della struttura che, ricordiamo, si trova attigua a un asilo nido. Alcuni genitori dei bambini che frequentano la scuola, infatti, si erano lamentati.
In realtà, ieri, la prefettura ha spiegato alle associazioni che lo spostamento è determinato da un’altra ragione: i migranti ora presenti saranno trasferiti in un’altra struttura, nella zona dei Camaldoli, in un’ottica di razionalizzazione, per consentire l’arrivo all’ex ostello di via Costanzi, al Righi, di una comunità di 100 profughi dall’Ucraina.
“Noi continueremo a fare la nostra parte e accoglieremo i profughi ucraini così come abbiamo fatto con le 70 persone che adesso vivono nell’ex ostello – spiega Davide Toso, del coordinamento della associazioni di Oregina e Lagaccio – ma abbiamo diverse perplessità sull’operazione”.
Tra i 70 ospiti ci sono molte persone che sono riuscite a trovare un lavoro e che rischiano di perderlo, secondo i volontari. “C’è chi ha iniziato un percorso lavorativo, operai in Fincantieri che dai Camaldoli, per arrivare in tempo, dovrebbero svegliarsi alle 3 e mezza del mattino”, dice Toso. Dalla prefettura è arrivata la rassicurazione, non troppo convincente secondo le associazioni, che la struttura dei Camaldoli metterà a disposizione una navetta per i lavoratori.
Ma la preoccupazione maggiore va per i bambini migranti ospiti. “Che avevamo iniziato, in trenta, a frequentare regolarmente le scuole del quartiere, per non parlare del fatto che la prima classe della scuola X Dicembre senza i bambini figli delle famiglie migranti non rischia neppure di potersi comporre”.
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