Appello

Dimissioni Toti, dal centrosinistra il coro unanime: “Era ora, atto dovuto: adesso tocca a noi”

Da Elly Schlein ad Angelo Bonelli, da Davide Natale a Ferruccio Sansa, la reazione è unanime: le parole di rappresentanti e leader dell'opposizione

centrosinistra piazza

Genova. La seconda “bomba” in Liguria dopo quella dell’arresto di Giovanni Toti nell’ambito della maxi inchiesta sulla corruzione è esplosa oggi, venerdì 26 luglio. Poco dopo le 10.30 è arrivata infatti la conferma delle dimissioni di Toti da presidente della Regione, dopo 80 giorni trascorsi ai domiciliari.

Le reazioni non hanno tardato ad arrivare, soprattutto dal mondo del centrosinistra, che già all’indomani dall’ordinanza di custodia aveva invocato proprio le dimissioni e che, nel corso degli ultimi consigli regionali, ha continuato a chiedere che il presidente sospeso si facesse da parte per tornare al voto.

Dimissioni Toti: da Schlein a Natale la “chiamata” del Pd

Il dado adesso è tratto. Con le dimissioni di Toti i liguri dovranno tornare alle urne entro 90 giorni, il che significa che la campagna elettorale è di fatto iniziata: “Finalmente Giovanni Toti si è dimesso, anche se con molto ritardo. Sono passati 80 giorni in cui la Liguria è stata ferma, paralizzata, tenuta a i domiciliari con lui – è stato il commento della segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein Ora abbiamo l’occasione per restituire la parola ai cittadini e alle cittadine liguri, l’occasione per le forze alternative alla destra di costruire un progetto che guardi al futuro della regione e che sia all’altezza delle emergenze che lì vanno affrontate”.

A farle eco i rappresentanti regionali del Partito Democratico: “Quanto avvenuto oggi è la certificazione del fallimento di Toti e della sua politica. Una politica che ha anteposto gli interessi di pochi a quelli dei liguri pensando a una sorta di impunità che è teorizzata anche da altri esponenti del centrodestra ligure e nazionale. Il giudizio non è della magistratura e della legge ma è figlio del mandato elettorale – dice Davide Natale, segretario provinciale dei dem – Il disastro del centrodestra ligure è confermato da quanto non è stato fatto in questi anni. Ora si deve aprire una nuova pagina che sappia guardare al futuro e che rompa un sistema che ha relegato la Liguria a un ruolo marginale nello scacchiere nazionale”.

Giovanni Toti si è dimesso: tutti gli aggiornamenti

“Con le dimissioni di Giovanni Toti da presidente della Regione Liguria, si apre una fase decisiva per il futuro della nostra regione. Dopo gli ultimi mesi di paralisi, queste dimissioni (tardive) segnano la fine di un’era caratterizzata da una gestione inefficace della sanità, delle crisi industriali e del rapporto con i territori – ha aggiunto il consigliere regionale Roberto Arboscello – Ora, la Liguria ha bisogno di voltare pagina per rispondere con serietà e impegno alle sfide future. Le elezioni sono l’occasione per restituire la parola liguri e costruire un futuro alternativo, all’altezza delle loro aspettative. L’area savonese deve tornare centrale e dovrà essere rappresentata con autorevolezza nel nuovo progetto per la nostra Regione. Io sono a disposizione, sempre dalla parte del nostro territorio”.

“Oggi si chiudono i nove anni di governo della destra in Liguria, segnati da gravi carenze e politiche fallimentari. La situazione attuale della nostra regione è critica e richiede un cambiamento urgente – aggiunge Simone D’Angelo, segretario del Partito Democratico di Genova e Capogruppo a Palazzo Tursi – Le dimissioni di Giovanni Toti rappresentano la certificazione del fallimento della destra e della sua politica, che ha anteposto gli interessi privati a quelli pubblici, privilegiando pochi a discapito di molti. È il momento di un cambiamento necessario per restituire alla Liguria il futuro che merita, un futuro per cui vale la pena lottare”.

Linea Condivisa, Pastorino: “Si chiude una lunga e controversa stagione politica per la nostra regione”

Restando in Liguria, tra i banchi delle opposizioni si sono alzate anche le voci di Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in consiglio regionale, di Ferruccio Sansa, capogruppo dell’omonima lista, e del capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi con il collega di gruppo Paolo Ugolini.

“Oggi, con le dimissioni di Giovanni Toti, si chiude una lunga e controversa stagione politica per la nostra regione – ha detto Pastorino – Toti non è più presidente della Liguria, questo momento rappresenta una svolta cruciale per il futuro del nostro territorio. Desidero innanzitutto ribadire il nostro impegno per una cultura garantista. La giustizia deve seguire il suo corso naturale, e noi rispettiamo profondamente questo principio. Tuttavia, sin dal 7 maggio 2024, giorno in cui Toti è stato sottoposto agli arresti domiciliari, ho chiesto con forza ogni giorno le sue dimissioni. È fondamentale che le donne e gli uomini liguri possano nuovamente esprimersi e scegliere un nuovo governo per la regione.

lettera dimissioni toti
La lettera di dimissioni di Toti

Ora tocca a noi, al centrosinistra, dimostrare di essere una valida alternativa – aggiunge Pastorino – Abbiamo lopportunità e la responsabilità di costruire una Liguria diversa, una Liguria che non sia più nelle mani di un centrodestra che ha governato per nove anni. Questa è la sfida che accettiamo con entusiasmo e determinazione. Toti oggi se n’è andato, non solo termina una stagione politica, ma anche un periodo in cui il nostro presidente si era trasformato in un doge, allontanandosi dal ruolo politico che dovrebbe rappresentare. È il momento di tornare a governare questa regione con responsabilità e trasparenza”.

Ferruccio Sansa: “Toti se ne va, abbiamo vinto”

Toti se ne va. Abbiamo vinto – è stato invece il commento di Ferruccio Sansa – Ma è soltanto metà della battaglia. Non c’è soltanto la Liguria. Toti è stato simbolo di un modo governare che è diffuso in tutta Italia. Ecco, adesso in Liguria dobbiamo proporre un’idea nuova di politica, un rapporto nuovo tra istituzioni ed economia che abbia come unico scopo l’interesse dei cittadini. Sarebbe un errore fatale pensare che il nostro scopo sia soltanto prendere il posto di Toti. Sostituire la sinistra alla destra, i finanziatori e gli amici nostri a quelli di Toti. Serve un cambiamento totale. In Liguria e in Italia. Soltanto così avrà avuto senso la nostra sfida. Cominciamo. Subito”.

“Oggi termina l’esperienza di Toti e del suo sistema di potere, con cui ha tenuto in ostaggio la Liguria, aiutando pochi ‘amici’ e dimenticandosi di tutti i cittadini e le cittadine ‘normali’ e in difficoltà. Sconfiggere questo sistema e il suo vertice, l’ex presidente Toti, è sempre stato il nostro obiettivo nell’attività che abbiamo svolto in Consiglio regionale negli ultimi quattro anni – hanno aggiunto i consiglieri regionali della Lista Sansa, Selena Candia e Roberto Centi – Adesso, però, serve un cambiamento totale in Liguria, non possiamo permetterci l’errore di pensare di sostituire quel sistema di potere di centrodestra con un altro simile. La Lista Sansa si mette a disposizione del cambiamento e dell’unità del centrosinistra, rimarcando una specificità nostra ma nella concordia di chi sta a sinistra. Da oggi si lavora insieme a tutti quelli che vogliono una Liguria diversa, vivace, coraggiosa e libera, lottando per le cose giuste, a partire dalla sanità pubblica, la scuola pubblica, la difesa dell’ambiente, il diritto alla casa, il lavoro sicuro e pagato il giusto e tanto altro ancora”.

Dimissioni Toti, Tosi e Ugolini (Movimento 5 Stelle): “Era l’ora”

Dagli esponenti liguri pentastellati Tosi e Ugolini è arrivato invece un “era l’ora. Finalmente. Era dall’8 maggio che chiedevamo il doveroso passo indietro di Giovanni Toti. E come abbiamo sempre detto, la Liguria non poteva rimanere appesa alle sue vicende giudiziarie, per le quali si difenderà nelle sedi opportune. Il nostro è sempre stato un giudizio politico. Oggi si sono concretizzate le sue dimissioni. Dispiace che si sia arrivati a questo epilogo dopo aver tenuto la Regione in ostaggio per 2 mesi e mezzo. Ora si restituisca la parola agli elettori, la cui decisione è e sarà per noi sempre sovrana”.

Bonelli (AvS): “Dimissioni Toti atto politicamente dovuto”

Uscendo dai confini regionali, pare ormai confermato il cosiddetto campo largo per le elezioni regionali liguri. I leader nazionali si erano ritrovati in piazza a Genova lo scorso giovedì, e oggi sono tornati a parlare. Oltre a Schlein anche Angelo Bonelli, deputato di Verdi e Sinistra: “Le dimissioni di Toti erano un atto politicamente dovuto per il fallimento delle sue politiche che hanno portato la sua Regione a vedere compromessi diritti e prestazioni essenziali: dalla sanità pubblica al trasporto con una forte aggressione all’ambiente. Ora rimaniamo uniti per vincere le elezioni e per costruire una Liguria rispettosa del territorio, dell’ambiente della partecipazione e della democrazia. Una delle regioni più cementificate che deve invece pensare a tutelare la sanità pubblica, il trasporto pubblico, difendere e potenziare le aree protette e rilanciare l’economia guardando alle grandi sfide della transizione verde che deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico per le imprese”.

“Finalmente è finita la lunga agonia del governo della destra in Regione – hanno aggiunto Carla Nattero, segretaria regionale di Sinistra Italiana, e Simona Simonetti, portavoce regionale di Europa VerdeLa Liguria non sarà più ostaggio delle manovre di Toti e della volontà cieca di sopravvivenza sua e dei suoi alleati. I cittadini liguri tra pochi mesi con le elezioni e potranno scegliere e superare un sistema di potere che ha subordinato gli interessi pubblici a quelli privati, che ha ristretto i servizi abbassandone la qualità, costringendo una fascia larga della popolazione senza risorse economiche a non curare la propria salute. Nove anni di governo Toti hanno portato la Liguria allo stallo. Ora dobbiamo unirci per vincere le elezioni e per costruire una Liguria che tuteli la sanità pubblica, rispettosa del territorio, dell’ambiente della partecipazione e della democrazia. Adesso tocca a noi”.

Gradi (+Europa):  “Seriamente e coerentemente disponibili a dare il nostro rilevante contributo”

“Si è conclusa una fase politica, fermo restando la presunzione di innocenza a maggior ragione per gli avversari – ha detto Mauro Gradi , coordinatore regionale e membro della segreteria nazionale di +Europa – Con il nostro 3.5% in Liguria e oltre il 4% a Genova (elezioni politiche 25.9.2022) siamo seriamente e coerentemente disponibili a dare il nostro rilevante contributo per costruire un’alternativa di governo alla destra, ma se ci vogliono ci devono convincere e coinvolgere: dal candidato presidente, al progetto politico-amministrativo a cominciare da isolamento della Liguria e sanità pubblica. Confidiamo in una costruttiva logica di coalizione e nella consapevolezza che per vincere bisogna dar corpo ad una gamba liberale e riformista del centro-sinistra”.

Cristina Lodi (Azione): “Ci aspettano mesi di lavoro”

“Il fallimento politico di Toti già più volte da noi denunciato è stato su sanità, ciclo dei rifiuti, agricoltura e pesca, infrastrutture, ambiente, energia e politiche sociali con una regione sempre più anziana e sempre meno in crescita demografica, marginale rispetto al nord ovest e alla macroregione – è il commento di Cristina Lodi, segretaria regionale di Azione – E tutto questo a prescindere dall’indagine che lo ha coinvolto e che lo vedrà innocente fino al terzo grado di giudizio. Azione Liguria da mesi sta lavorando e continuerà a farlo su proposte per un Governo alternativo che ridia speranza e valore ad una Regione  strategica con le sue peculiarità economiche e sociali. Ci aspettano mesi di lavoro spinti però da una grande speranza: consegnare ai liguri un Governo della regione alternativo, forte e innovativo”.

Matteo Renzi: “In Liguria staremo insieme. Toti? Abbandonato anche dai suoi”

Sembra anche ormai certo che alla sfida al centrodestra parteciperà anche Italia Viva, almeno stando alle parole del leader Matteo Renzi: “Staremo insieme (con il centrosinistra, ndr) per le regionali. Anche in Liguria, ma non presenteremo una candidatura nostra. La presenterà la coalizione. Noi lavoreremo sul programma”, ha detto in mattinata prima della notizia delle dimissioni. Che ha poi così commentato: “Avrei preferito che si dimettesse per ragioni politiche e non giudiziarie. Ma la verità è che i giustizialisti sono forti anche a destra. Perché è evidente che Toti sia stato abbandonato dai suoi colleghi di coalizione, altrimenti avrebbe continuato per la sua strada”.

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