Il retroscena

Corruzione, la clausola ‘segreta’ nella concessione del Rinfuse a Spinelli per azzerare le possibilità di revoca

E' stata inserita nel 'contratto' con Spinelli firmato da Signorini, E nessuno dei membri del comitato di gestione che votarono la delibera ne era a conoscenza

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Genova. Se i membri del comitato di gestione del porto Andrea La Mattina e Giorgio Carozzi si erano sentiti rassicurati dalla clausola sul cambio di destinazione d’uso inserita nella proroga trentennale a Spinelli del Terminal Rinfuse e per questo – così hanno raccontato anche quando sono stati sentiti dai pm – si sono convinti a votare sì, quella clausola secondo gli investigatori (ma alcuni dubbi erano già stati sollevati all’epoca anche dai media specializzati in porto e logistica) è stata depontenziata fino a renderla del tutto inutile.

Un doppio depotenziamento – si potrebbe dire – di cui una parte è rimasta del tutto sconosciuta al comitato di gestione che ha approvato la delibera nel dicembre 2021.

Nella delibera approvata dal comitato infatti venne inserita una clausola che prevede la possibilità di revoca della concessione in caso di cambio di destinazione d’uso dell’area ma quella clausola ( revoca già prevista dall’articolo 42 del codice della navigazione). Ma quella clausola contiene in sé in buona parte il suo depotenziamento. Da un lato infatti viene previsto che in caso di revoca il concessionario sia indennizzato non dall’autorità portuale ma dal subentrante. E soprattutto alla lettera “G” della clausola viene previsto che “resta ferma la possibilità per il concessionario di presentare istanza al fine di rendere coerente il proprio piano di impresa rispetto all’eventuale nuovo assetto che verrà esaminato nel rispetto dell’evidenza pubblica”

“Il senso – ha spiegato Andrea La Mattina ai pm – sta nel fatto di consentire al concessionario di ricalibrare il piano industriale”. Come dire che Spinelli dopo aver ottenuto la proroga in seguito a un piano industriale che prevedeva un certo volume di investimenti, poteva appunto modificarlo. 

Ma soprattutto i pm hanno mostrato a La Mattina (e anche agli altri membri del comitato di gestione) una clausola contenuta nell’atto di concessione del terminal a Spinelli, atto che non passa attraverso il comitato ma viene preparato dagli uffic e firmato direttamente dal presidente dell’autorità portuale (cioè venne firmato da Signorini). La clausola inserita prevede la  “revisione della concessione in caso di alterazione nella composizione merceologica dei traffici ovvero in caso di interventi strutturali nel compendio”.

La Mattina, quando è stato sentito come persona informata sui fatti, ha confermato di non aver mai visto quell’atto perché non era una pratica di competenza del comitato.  La clausola secondo i pm sarebbe frutto di una delle tante pressioni fatte da Spinelli a Signorini per avere una concessione il più favorevole possibile. 

“E’ una clausola che non ho mai visto, neppure in altre concessioni – ha detto l’avvocato La Mattina – e trattandosi di un contratto non si può escludere un’interlocuzione con il privato”.  Alla domanda dei pm se quella clausola rappresentasse un depotenziamento sui mutamenti di destinazione d’uso La Mattina ha detto di sì parlando di una “clausola ambigua” da cui sembra evincersi una limitazione dell’operatività della revoca.

“Qualora ci fosse stata sottoposta – ha aggiunto – mi sarei opposto o quantomeno avrei chiesto più tempo per esaminarla perche sembra sottrarre il concessionario alla revoca. E quella clausola a mio avviso doveva essere sottoposta al comitato di gestione perché fa riferimento a significativi mutamenti degli assetti portuali”.

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