Chiaro e netto

Rixi: “Non sono io il candidato per le regionali, serve un civico che rappresenti tutti”

Il segretario ligure della Lega si chiama fuori: "Non posso essere una toppa, sarebbe un fallimento". E lancia una frecciata: "Difficile pensare a una Lista Toti senza Toti"

rixi

Recco. Edoardo Rixi non ha cambiato idea: “Non penso di essere il candidato giusto, dopo otto anni sarebbe la manifestazione di un fallimento. Io non posso essere una toppa, faccio male alla mia regione e al mio partito”. Parole inequivocabili quelle pronunciate dal segretario regionale della Lega alla serata organizzata a Recco col capogruppo alla Camera Roberto Molinari e la segretaria genovese Francesca Corso. Un aperitivo in riva al mare che profuma già di campagna elettorale mentre si chiude la fatidica giornata delle dimissioni di Giovanni Toti.

Il viceministro, braccio destro di Salvini, lo dice sottraendosi al microfono prima dell’aperitivo: “Lo ribadisco, non sono io il candidato“. E lo dice ai militanti durante la riunione del direttivo provinciale: “Non so chi sia il candidato, ma non sono io”. Poi spiega: “Se fossimo arrivati scadenza era naturale non avrei avuto problemi a candidarmi presidente, ma ora voglio aiutare la mia terra da una posizione che mi consente per la prima volta di andare a prendere in mano progetti fermi da 25 anni. Poi sarò disposto a prendere qualsiasi altro incarico”.

Non sembrano esserci margini, insomma, per assecondare le voci degli ultimi giorni che parlavano di lui come del profilo più spendibile, addirittura immaginando uno scambio con lo stesso Toti nel seggio lasciato vacante in Parlamento. Eppure Rixi si era smarcato fin dai primi giorni dell’inchiesta, e aveva invitato la coalizione a cercare un “nome nuovo”.

Stesso concetto espresso a Recco: “Dobbiamo creare un progetto che guardi al futuro, non a una vittoria del centrodestra ma a una vittoria dei liguri. Il tema non è chi mette il presidente della Regione ma: siamo convinti di aver governato bene e andare a ricontattare tutte le persone che ci hanno aiutato, magari trovando un candidato civico che non deve essere per forza di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e rappresenti l’essenza della Liguria? Se invece pensiamo di essere il nuovo Pd abbiamo già perso. Non possono essere le segreterie a scegliere i candidati. Deve essere una condivisione con stakeholder, società civile, persone. Si parte dal punto sbagliato se si fanno nomi sui giornali.

E continua: “Oggi il centrodestra, se vuole vincere, deve lavorare come una squadra, mettere da parte i protagonismi personali e individuare un candidato che sia di tutti, nell’interesse della Regione. A Genova Marco Bucci non era tesserato della Lega, non lo era Peracchini alla Spezia e nemmeno Caprioglio a Savona”. Di più: serve “possibilmente un candidato che spacchi il centrosinistra. C’è chi pensa che in Liguria ci sia la guerra tra destra e sinistra, non hanno capito che la guerra è tra chi ama la Liguria e chi ama la cadrega“.

E i totiani? Anche su questo punto Rixi preferisce la schiettezza: “Chiedo di fare una campagna elettorale con una lista del presidente. Voglio bene a tutti, ma non mi risulta facilissimo pensare che ci sia una Lista Toti senza Toti, mentre una lista del presidente mi pare debba esserci, così come le liste di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia”. Era stato l’assessore Giampedrone, pochi giorni prima dell’atto finale, a specificare che la Lista Toti sarebbe stato un “interlocutore indispensabile” e anzi “decisivo” in campagna elettorale.

Con Toti “abbiamo avuto screzi, non abbiamo condiviso tutte le cose, ma è stato un modello positivo. E non si può negare che sia stato il miglior presidente che abbiamo avuto in questa regione“. Adesso “dobbiamo vincere perché, se non vinciamo, la Liguria sarà l’esempio di come si può sovvertire il voto popolare usando inchieste seppur legittime. Oggi dobbiamo avere la consapevolezza che in Liguria si combatte una battaglia di libertà“.

Le liste su Genova non sono ancora chiuse, spiega la segretaria Corso. Sembra esserci però qualche punto fermo: tutti i consiglieri e gli assessori regionali uscenti si ricandideranno. Altri nomi arriveranno certamente da Tursi, tra sala rossa e giunta Bucci. Alla vigilia delle dimissioni di Toti il direttivo di Imperia aveva già confermato le candidature di Sonia Viale e Alessandro Piana, offrendo l’ennesimo segnale che la situazione fosse ormai insanabile.

La partita del candidato, dopo il “no” di Rixi, rimane più che mai aperta. Non si può considerare pienamente civica Ilaria Cavo, parlamentare di Noi Moderati e coordinatrice della Lista Toti, anche se il suo nome fa parte della rosa. Né tantomeno è civico Carlo Bagnasco, coordinatore regionale di Forza Italia, parimenti vociferato tra i papabili. “Serve un civico con esperienza politica, non possiamo prendere certo un notaio e metterlo a fare il presidente della Regione”, diceva qualche giorno fa il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Matteo Rosso. Il tempo per discuterne c’è, anche se non tantissimo, perché le elezioni saranno quasi certamente a metà novembre e bisognerà partire con la campagna elettorale dopo l’estate. Con la consapevolezza che stavolta i giochi sono davvero aperti.

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