Le audizioni

Corruzione, la funzionaria del porto ai pm: “Su Calata Concenter Bucci faceva pressioni per il decreto, ma era un iter anomalo”

E Carozzi (CdG del porto): "Bucci subiva le pressioni di Toti e Signorini che era un soldatino agli ordini del presidente della Regione"

calata depositi

Genova. “Il commissario Bucci voleva subito il decreto da firmare per il tombamento di Calata Concenter ma era una procedura anomala rispetto ai due precedenti aggiornamenti del piano straordinario previsto dal Decreto Genova”. Lo ha detto al pm Luca Monteverde che coordina le indagini sulla presunta corruzione in Liguria Lucia Tringali, direttore del settore Bilancio, Finanza e Controllo di Gestione dell’autorità portuale.

La dirigente è stata sentita come persona informata sui fatti lo scorso 5 giugno. In quella fase secondo gli investigatori sia Signorini sia Bucci volevano accelerare sul tombamento. La procedura avviata però,  bypassando il comitato di Gestione e lo staff programma straordinario, era un “iter anomalo”.  Tringali ha spiegato che la procedura normale prevede per aggiornare il Programma Straordinario una relazione di monitoraggio del programma in corso da parte del responsabile dell’Attuazione del Programma, una proposta al comitato di gestione di aggiornamento del programma da parte dello “Staff Programma Straordinario”, una delibera del Comitato di Gestione e solo dopo un’adozione dell’aggiornamento del Programma Straordinario con Decreto del Commissario Straordinario.

Tutti i passaggi tranne l’ultimo erano però saltati per diversi mesi, anche se poi Tringali ha spiegato che “per ragioni a lei sconosciute”, alla fine si seguì invece un iter ‘normale’ tanto che l’aggiornamento del programma straordinario con il tombamento di calata Concenter verrà approvato dal comitato di gestione alla fine di luglio del 2022. 

Fino a quel momento, anche nelle numerose telefonate intercettate con il segretario generale del porto Paolo Piacenza Tringali si mostra “infastidita e preoccupata”, ha raccontato lei stessa ai magistrati.

Il 29 aprile 2022, sfogandosi al telefono con Piacenza, Tringali aveva parlato di un incontro avuto con Bucci dove quest’ultimo si lamentava di non aver ancora ricevuto il decreto da firmare (“allora, su Calata Concenter ha detto sostanzialmente, che non capisce per quale motivo il decreto non gli è ancora arrivato alla firma”). Ai magistrati Tringali ha spiegato che Bucci “aspettava direttamente la bozza del decreto di aggiornamento del Programma Straordinario da firmare e successivamente da inoltrare a noi per quanto di competenza ma quanto richiesto dal Commissario era una procedura del tutto anomala rispetto all’iter ordina io già utilizzato per i due precedenti aggiornamenti”.

E in un’altra conversazione dice che in questo modo la struttura del porto “si trovava costretta a prendere atto” di scelte che non convincevano (“Io non sono abituata a lavorare così… mi sembra tutto molto confuso”).

Ai pm ha chiarito che quando diceva ‘ci costringi’ si riferiva alla pressioni da parte “di Signorini per la gestione delle risorse finanziarie (visto che voleva destinare 25 milioni di bilancio al tombamento della calata) e “al commissario Bucci che io presumevo avesse l’interesse sostanziale al tombamento” perché pensava “a un possibile utilizzo di rocce di scavo dal waterfront e dal tunnel subportuale”.

Se Signorini per gli investigatori voleva ancora una volta favorire Spinelli, sarà lo stesso sindaco di Genova se e quando sarà sentito dai magistrati a dover chiarire perché aveva spinto sull’acceleratore per una pratica che oggi costituisce uno dei capi di imputazione dell’indagine.

Anche Giorgio Carozzi, membro del comitato di Gestione del porto, nomina spesso Marco Bucci nelle intercettazioni, ma nel suo ruolo di sindaco del Comune di Genova di cui lo stesso Carozzi era ‘rappresentante’ nel board del porto. Carozzi è stato sentito come persona informata sui fatti, il 17 maggio. E ha spiegato alcuni passaggi, incentrati sulla proroga trentennale della concessione del terminal Rinfuse ad Aldo Spinelli. Bucci aveva “cercato di convincermi a votare a favore della proroga senza tuttavia impormelo” ha detto Carozzi aggiungendo che “Bucci subiva le pressioni di Toti e Signorini. Bucci non mi ha mai detto espressamente che stesse subendo pressioni da Toti ma era una mia ferma convinzione. Carozzi ha anche detto, spiegano una delle intercettazioni che gli è stata sottoposta che “Quando mi riferivo a quelli che avevano la volpe sotto l’ascella mi riferivo a Signorini, Toti e Spinelli, non a Bucci che non capisce niente di portualità”.

Carozzi, a domanda dei pm se Signorini avesse mai speso il nome di Toti per fare pressioni, ha raccontato che nel corso di una discussione di lavoro che avevo avuto con lui, Signorini aveva voluto precisare che lui era stato messo a capo dell’Ente da Giovanni Toti.  “”Mi ha detto ‘Ma secondo te chi mi ha messo qua?’. Alla mia risposta di non saperlo lui mi disse Giovanni Toti volendo cosi chiarire che lui ubbidiva a Toti. Questo è stato il suo biglietto da visita. Un soldatino agli ordini di Toti”

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