Tensione alle stelle

Rissa sfiorata in Consiglio comunale, Cassibba contro D’Angelo: “Ha superato ogni limite”

Scene di caos a Tursi durante la discussione sul Pride Village, il presidente perde le staffe e l'assessore Gambino lo placca. L'opposizione esce dall'aula: "Clima intimidatorio, andremo dal prefetto". La maggioranza: "Accuse gravissime e false"

Genova. Rissa sfiorata oggi pomeriggio durante la seduta del consiglio comunale a Palazzo Tursi. Il presidente dell’assemblea Carmelo Cassibba, dopo una lite col capogruppo del Pd Simone D’Angelo, ha sospeso la seduta e si è avvicinato minacciosamente ai banchi dell’opposizione, fermato da Davide Patrone e dall’assessore Sergio Gambino.

Gli animi si sono surriscaldati durante la discussione aperta da Filippo Bruzzone (Lista RossoVerde) sulle polemiche della Lega contro il Pride Village accusato di “insegnare la teoria gender ai bambini”. La seduta era già stata sospesa quando la consigliera Laura Gaggero di Fratelli d’Italia ha parlato di “volontà di manipolare le menti dei bambini per modificare la percezione della vita e della sessualità”. Di fronte alle veementi proteste dell’opposizione Cassibba aveva difeso la “libertà di espressione”, chiedendo di lasciar parlare la consigliera.

Poco dopo ha preso la parola Francesca Ghio della Lista RossoVerde che si è detta “schifata da questa discussione”. Cassibba l’ha sospesa invitandola a usare “termini più adatti a quest’aula”, ma lei ha ribadito lo stesso concetto più volte. A quel punto il presidente del Consiglio le ha spento il microfono e l’ha ammonita. Ghio, uscendo dall’aula, ha detto “Fate schifo”, mandando su tutte le furie i consiglieri di maggioranza.

Quindi, mentre Cassibba spiegava come sarebbero proseguiti i lavori, D’Angelo – che chiedeva alla giunta di prendere posizione sul tema – l’ha interrotto accusandolo di aver tolto la parola a Ghio ma non a Gaggero. A quel punto il presidente ha perso le staffe, ha battuto un pugno sul banco e ha alzato la voce: “Lei ha superato ogni limite, adesso se ne va fuori, si deve vergognare“. Poi ha aggiunto: “E faccia attenzione”. Al che Cristina Lodi (Azione) è intervenuta: “Non si permetta di minacciare un consigliere comunale”. Quindi Cassibba ha sospeso ufficialmente la seduta (per la seconda volta) e ha puntato direttamente D’Angelo, placcato fisicamente da Gambino che gli ha intimato di andarsi a sedere al suo posto.

Ripresa la seduta dopo qualche minuto, Cassibba ha dichiarato che “non c’era alcun intervento intimidatorio” e che “è stata una discussione accesa”, ricordando poi “anche a sé stesso” che è necessario mantenere un rigore istituzionale. Allora alcuni consiglieri di maggioranza e minoranza (tra cui Fabio Ceraudo del M5s) hanno chiesto una conferenza dei capigruppo per riportare la calma. I lavori sono ripresi ma l’opposizione non è più rientrata in aula.

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“C’è un clima intimidatorio dentro l’aula consiliare dove non possiamo affrontare i temi -. hanno accusato i consiglieri di minoranza in una conferenza stampa lampo -. Ci sono state diverse degenerazioni che sono culminate con un’aggressione quasi fisica. Questo clima del tutto inaccettabile. Volevamo difendere i diritti Lgbt, Ghio è stata silenziata dal presidente e chi parlava di deviazioni assurde delle menti poteva parlare. Non chiediamo più diritti ma gli stessi diritti per chi ha votato l’opposizione. Questa è una destra violenta che non riesce a gestire i ruoli. Non ci sono più le condizioni per rientrare”.

Ci appelleremo alle forze politiche di maggioranza per superare questo clima. Il primo atto sarà incontrare il prefetto per segnalare la lesione dei diritti di questo consiglio comunale – sottolinea D’Angelo -. La giornata è iniziata con la modifica arbitraria dell’ordine del giorno senza comunicazione”. Ci sarà una richiesta di dimissioni per Cassibba? “Noi non abbiamo i numeri per sfiduciarlo, è la maggioranza che deve dirci se intende andare avanti con lui”.

“Il centrodestra oggi in aula ha gettato la maschera – attacca Fabio Ceraudo (M5s) – non solo riscrive le regole del dibattito consiliare a seconda della propria convenienza, ma non accetta che un consigliere della minoranza possa opporsi chiedendo il rispetto delle norme e delle procedure. Che, peraltro, dovrebbero essere strenuamente difese dal presidente del Consiglio. La realtà è purtroppo ben diversa. A Genova la democrazia risulta del tutto sospesa e in sua vece regna la prepotenza al punto che oggi è stato superato il limite: Cassibba è arrivato prima alle minacce verbali e poi all’intimidazione quasi fisica nei confronti del collega D’Angelo. È inaccettabile: Cassibba dimostri di avere un minimo di decenza e si dimetta subito. In alternativa, sia la sua stessa compagine politica a chiedergli di fare un passo di lato”.

In serata arriva la nota dei capigruppo di maggioranza: “Pur stigmatizzando la reazione del presidente del consiglio comunale, anche frutto delle continue provocazioni arrivate dai banchi dell’opposizione, non possiamo che sottolineare il comportamento irrispettoso nei confronti dell’aula tenuto dai consiglieri di minoranza: chi lascia i lavori adducendo ad un clima di terrore fa un’affermazione gravissima e falsa. Dall’inizio della seduta il centrosinistra ha provato in ogni modo ad evitare che i lavori si svolgessero regolarmente, tentando di disturbare o bloccare gli interventi dei colleghi di maggioranza. Una prova di forza alla faccia della libertà di espressione, un’azione da regime a tutti gli effetti. Avremmo preferito sostenere il dibattito sulla futura diga foranea del porto di Genova anche con le forze di opposizione: c’erano tutte le condizioni per poterlo fare soprattutto dopo le scuse che il presidente ha ribadito riprendendo la seduta con l’invito, per primo a se stesso, di mantenere un comportamento degno nel rispetto dei cittadini. Siamo in democrazia, abbandonare l’aula è un atto di libertà, continuare i lavori di responsabilità”.

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