Genova. “L’assemblea dei soci di Iren oltre ad aver approvato il bilancio di esercizio ha decretato il venir meno di qualsiasi ruolo di Genova nella gestione di una delle più importanti multiutility italiane, di cui è il principale socio. La mancata nomina di un nuovo amministratore delegato condanna Genova e la Liguria a una completa marginalità all’interno dell’azienda”.
Così Davide Natale, segretario regionale del Pd, e Simone D’Angelo, segretario provinciale di Genova, alla luce della decisione di Iren di non nominare, al momento, un nuovo vertice del cda dopo il licenziamento per giusta causa di Paolo Emilio Signorini.
“Una marginalità a cui Toti e Bucci hanno relegato Genova e la Liguria già un anno fa, con la scelta di Signorini e accettando che l’amministratore delegato perdesse deleghe importanti come quelle al personale, alla finanza e alle relazioni con gli investitori, che invece i patti parasociali assegnavano all’ad. Troppo era il desiderio del sindaco e del presidente di avere Signorini in quel ruolo che hanno portato Genova e la Liguria a vedersi ridotta l’agibilità e l’importanza all’interno della società”, attaccano i dem.
“Con l’arresto di Signorini le sue residue deleghe erano state divise tra il presidente espressione del Comune di Torino e il vicepresidente espressione del Comune di Reggio Emilia. Senza una sostituzione e venuto meno l’affidamento dell’incarico a un nuovo Amministratore delegato Genova e la Liguria sono sempre più irrilevanti”, aggiungono Davide Natale e Simone D’Angelo.
“Iren gestisce servizi di straordinaria importanza per la nostra collettività, sono in campo progetti in diversi settori cruciali da cui dipende il futuro del nostro territorio. Ma questo al centrodestra che amministra il Comune e la Regione non interessa”, concludono.