Genova. Fine lavori a giugno 2025 – tra un anno esatto – con qualche mese di anticipo rispetto alla deadline imposta teoricamente dalla normativa Pnrr e con oltre un anno di ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale. Sono i tempi che il Comune di Genova si è dato per l’entrata in funzione della futura funivia del Lagaccio alla luce dell’ok sostanziale della sovrintendenza al progetto rivisitato e corretto per rispondere alle criticità evidenziate dallo stesso ente in fase di conferenza dei servizi.
“Mi dispiace per le bandiere, vedremo di metterle da qualche altra parte…” ha commentato il sindaco di Genova Marco Bucci, a margine della presentazione di un evento sportivo. “Ma ringrazio la sovrintendenza perché quello che si è verificato è stato un grande esempio di collaborazione tra le istituzioni che alla fine ha portato a un risultato molto bello, mi piace molto”.
Il riferimento di Bucci, in particolare, è al nuovo design delle stazioni di arrivo e partenza (stazione marittima e forte Begato) e di quella intermedia, all’altezza di ponte Don Acciai. Rispetto al progetto iniziale, ideato dall’architetto genovese Cillara Rossi per i costruttori (il consorzio formato dalle aziende Doppelmayr e Collini) lo stile proposto dallo studio Obr di Paolo Brescia (lo stesso che ha disegnato la futura Casa della vela nel Waterfront levante) e Tommaso Principi e ricorda meno la Skyway del Monte Bianco e di più una Genova del passato.
Più precisamente, le stazioni – semplificate fino ai minimi termini, con ingranaggi e pulegge a vista e volumi ridotti di un terzo – sono state ispirate da un lato all’immagine delle gru del porto e dall’altro alla funivia che a Genova venne costruita temporaneamente sopra Carignano in occasione dell’Expo internazionale del 1914.
La sovrintendenza, tuttavia, durante la fase della conferenza dei servizi – chiusa a dicembre con l’approvazione del progetto – aveva stigmatizzato anche l’impatto dei piloni di sostegno dell’impianto. Gli stessi piloni, che avranno la forma di tralicci, non potranno tuttavia essere rimodellati per quanto riguarda altezza (il più alto supererà i 60 metri) e impronta. Il motivo è da ricercarsi nella normativa italiana sugli impianti a fune che impone un distacco di almeno 20 metri dalla sommità degli edifici sorvolati.
La funivia, tecnicamente, passerà sopra due edifici pubblici e pochi palazzi privati – che riceveranno l’indennizzo previsto dal codice civile – ma la critica avanzata dai “comitati del no” (che hanno presentato due esposti al Tar contro la realizzazione dell’opera) è che a essere penalizzate dalla presenza dei “mostri d’acciaio” saranno anche e soprattutto le abitazioni non direttamente sorvolate ma che vedranno i piloni dalle finestre.
Nel suo parere “positivo con prescrizioni” alla funivia, la sovrintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio, ha bocciato nettamente soltanto l’ipotesi che sulle stazioni venissero collocati dei pennoni con la bandiera di Genova, perché avrebbero ulteriormente e inutilmente aumentato l’impatto verticale delle strutture. Ed è questo il riferimento al cruccio del sindaco Marco Bucci, come noto vero fan della Croce di San Giorgio.
Non solo, la sovrintendenza ha anche chiesto ai progettisti di ripensare al colore scelto per le stazioni, un rosso “bicocco” che ricorda le navi mercantili ma che secondo gli esperti della tutela paesaggistica è troppo poco mimetizzante rispetto al contesto.
La funivia del Lagaccio sarà finanziata con 40,5 milioni di euro di fondi complementari al Pnrr, gran parte di quelli messi a disposizione del ministero della Cultura per tutta la riqualificazione del sistema dei forti cittadini.
Il progetto, approvato in conferenza dei servizi, deve ora passare in fase di progettazione esecutiva anche se alcuni lavori propedeutici sono già iniziati a febbraio nella zona della stazione Principe.
Nei prossimi giorni si attende una presentazione pubblica e ufficiale del progetto rivisitato. Il Comune e i costruttori stanno decidendo come e quando. Nel frattempo però, gli architetti, dovranno fornire alla sovrintendenza alcuni nuovi render dell’opera, più realistici rispetto a quelli messi fino a oggi a disposizione.