Genova. Il 28 maggio hanno festeggiato otto anni di attività, ma uno tra i più recenti ingressi al Cras Enpa di Campomorone ha stupito gli operatori nonostante la lunga esperienza: una femmina di capriolo di poche settimane con tutta probabilità albina.
“Questa graziosa capriolina è stata trovata nel bosco dopo essere caduta in una scarpata a zampe all’aria – hanno spiegato gli operatori dell’Enpa – La cosa migliore sarebbe stata quella di soccorrerla e rimetterla nel bosco ma le persone che l’hanno rinvenuta, in buona fede, l’hanno portata da noi. A sorprenderci è stato l’aspetto di questa femmina: come potete notare dalla foto, è molto più chiara rispetto ai caprioli ‘tradizionali’”.
“Un capriolo con un fenotipo così chiaro non ci era mai capitato – proseguono dall’Enpa – Di solito, oltre a quelli con la colorazione classica, ne capitano alcuni tendenzialmente più scuri. Una mutazione di questo color crema è quindi molto interessante da vedere: avendo meno pigmenti del normale ha più chiari anche gli zoccoli e il nasino. Verrà messa insieme agli altri capriolini, cercheremo come sempre di crescere al meglio anche lei”.
La primavera è un periodo molto complesso per i centri di recupero per la fauna selvatica. Si tratta infatti della stagione delle nascite, e capita di frequente che animali nati da poco si trovino in difficoltà. In molti casi l’intervento umano rischia però di essere deleterio: molti escursionisti avvistano piccoli di caprioli nell’erba, ignari del fatto che non sono stati abbandonati, ma solo ‘nascosti’ dalle madri, che tornano poi a riprenderli. Avvicinarsi, o peggio ancora toccarli o prelevarli, comporta che non vengano più riconosciuti attraverso l’odore. E così i piccoli finiscono al cras.
“In questi otto anni abbiamo accolto più di 15.000 animali selvatici – è il bilancio del centro d Campomorone – Dai più comuni come tortore, merli, gazze e gabbiani, ai più rari e inaspettati come puzzole, donnole, gufi reali, bianconi e grifoni. Passando per ricci, caprioli, volpi, faine, tassi, pipistrelli, rapaci diurni e notturni, e tantissimi altri. Tantissime gioie, liberazioni e soddisfazioni, ma anche tanti dolori e tanti momenti difficili tra perdite, decessi e le tantissime situazioni orribili in cui questi animali si sono ritrovati a causa delle attività umane, della noncuranza, della cattiveria e dell’ignoranza”.
“Di certo, tenere in piedi un cras in questo paese, è impresa non da poco: non si tratta solo di recuperare e curare gli animali, ma anche di combattere ogni giorno contro uno stato che non vede la fauna selvatica come un patrimonio da tutelare ma come un fastidio, se non addirittura un nemico, da eliminare a ogni costo – concedono – Ma noi siamo qui, a sudare ogni giorno dell’anno per andare avanti. Perché crediamo in quello che facciamo, per un mondo migliore e soprattutto per loro, gli splendidi animali selvatici e lo spettacolo di vita libera che rappresentano”.