Scenari

Venerdì i leader del centrodestra a casa Toti, ma sulla fiducia l’ultima parola spetta a Roma

Alle 17.00 ad Ameglia arriveranno Rosso, Rixi e Bagnasco: confermeranno la fiducia al governatore? L'ipotesi elezioni anticipate e il nodo cruciale degli arresti domiciliari

Generico giugno 2024

Genova. Se lunedì il vertice a casa Toti si è tenuto a cavallo dell’ora di pranzo, quello di venerdì sarà in piena fascia da aperitivo. Magari in giardino, se il tempo lo permetterà. Nella residenza del governatore ad Ameglia, a pochi chilometri dalla foce del Magra, il 28 giugno alle 17.00 arriveranno i tre leader regionali della coalizione di centrodestra che lo sostiene dal 2015: il deputato e coordinatore ligure di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, il viceministro e segretario della Lega Liguria Edoardo Rixi e il coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco, che ha appena passato le consegne di sindaco di Rapallo a Elisabetta Ricci. Lunedì, infine, sarà il turno di Maurizio Lupi e Pino Bicchielli, rispettivamente leader e deputato di Noi Moderati.

Un vertice, quello di venerdì, che si rivelerà probabilmente decisivo per definire la linea da tenere nei prossimi mesi. Quella della giunta – e in particolare dell’area arancione che fa riferimento solo a Toti ed è maggioritaria nello schieramento – è stata espressa piuttosto chiaramente nella conferenza stampa convocata a Luni: si va avanti con la reggenza Piana finché Toti non otterrà la revoca degli arresti domiciliari, a luglio con la sentenza del Tribunale del Riesame oppure in seguito (ad agosto o, nello scenario più sfavorevole, a settembre od ottobre) con la decisione della Cassazione. Se andasse male anche in quella sede, nonostante la fiducia dimostrata dall’avvocato Stefano Savi, allora si faranno nuove valutazioni. Ma in caso di revoca o attenuazione della misura cautelare il presidente tornerà pienamente in carica. E il messaggio dei suoi fedelissimi è chiaro: “Il mandato scade a fine 2025”. Dunque niente dimissioni anticipate.

Ma cosa ne pensano i partiti? Sono disposti a sposare la stessa linea o magari c’è qualcuno che pensa di “staccare la spina” in anticipo a Giovanni Toti? Un dato è certo: i vertici regionali delle forze politiche non decideranno da soli. Nelle prossime ore i rispettivi leader parleranno con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani per ricevere indicazioni. Dopodiché, prima di essere ricevuti a casa del governatore, si vedranno in un vertice ristretto a tre per confrontarsi. Lo faranno certamente sulla base di quanto emerso lunedì dopo l’incontro con la giunta, ma sarà inevitabile tenere conto anche di dinamiche politiche nazionali.

Del resto la strada delle elezioni anticipate, che pure potrebbe stuzzicare Giorgia Meloni per capitalizzare il consenso record ottenuto dal partito alle ultime europee, non sarebbe agevole da percorrere. Intanto perché va trovato un candidato alternativo a Toti che metta d’accordo tutti e soprattutto che sia in grado di vincere, e ad oggi la discussione è ancora in alto mare. E poi perché in Umbria ed Emilia Romagna, le due regioni al voto a ottobre, il centrodestra non è affatto sicuro di spuntarla. Perdere contemporaneamente anche la Liguria – dove è prevedibile che il caso Toti influisca sulle regionali ben più di quanto abbia fatto sulle europee – sarebbe un rischio troppo alto.

Probabile, dunque, che il centrodestra “politico” si metta sulla scia di quello “civico” e confermi il sostegno alla giunta Toti nella fiducia che possa tornare a governare presto la Regione dal suo ufficio di piazza De Ferrari anziché dalla villetta di Ameglia con incontri periodici autorizzati dalla giudice e monitorati dalla guardia di finanza. Una situazione, questa, che potrebbe ripetersi nei prossimi mesi (lo hanno lasciato intendere Piana e gli assessori dopo il vertice di lunedì) e che offre altro materiale alle opposizioni per invocare incessantemente le dimissioni del governatore.

A meno che intorno al 10 luglio il Riesame non metta fine agli arresti domiciliari. Nell’istanza davanti al Riesame l’avvocato Savi sosterrà che non esistono più le esigenze cautelari, visto che le audizioni dei testimoni sono state a suo avviso completate e quindi non c’è alcun rischio di inquinamento probatorio e, soprattutto, che non esiste alcun rischio che il presidente della Regione Liguria se tornasse in carica, reiteri il reato. Quello del Riesame rappresenta un vero e proprio spartiacque per Toti e per l’inchiesta, ma anche un test anche per la stessa Procura che per la prima volta affronterà il giudizio anche se solo sulle esigenze cautelari) da parte di giudici che fino ad ora non conoscono gli atti.

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