Genova. Colpo di scena per l’aeroporto di Genova: Msc entra nella compagine azionaria in netto anticipo rispetto alle previsioni. La compagnia di Gianluigi Aponte, primo armatore del mondo, ha chiuso oggi un’operazione finalizzata ad acquistare la quota di Aeroporti di Roma, società della famiglia Benetton che fino ad oggi deteneva il 15% del capitale sociale.
Una svolta inattesa fino a pochi giorni fa, anche perché AdR aveva raggiunto un’intesa preliminare per cedere le sue azioni al Comune di Genova, intenzioni confermate la settimana scorsa dal vicesindaco Pietro Piciocchi. A spingere su questa strada era stato lo stesso Marco Bucci, che riteneva fondamentale mettere in campo l’amministrazione come “parte attiva nella gestione dell’aeroporto”. Nelle ultime ore, però, proprio il sindaco avrebbe dato la sua benedizione all’operazione Msc. E oggi Piciocchi la definisce “un risultato straordinario per la città“. L’entrata in scena del colosso svizzero cambia le carte in tavola, eppure non scontenta il vertice di Palazzo Tursi, che guarda anzi con favore all’ingresso di un socio così pesante. L’idea di mettere un piede nel Cristoforo Colombo non viene accantonata, ma solo rimandata a una successiva ridistribuzione delle quote in mano pubblica.
Msc era uno dei cinque soggetti che avevano risposto alla manifestazione di interesse lanciata a fine 2023 dalla società Aeroporto di Genova per “acquisire una migliore conoscenza delle opportunità di mercato”, una mossa servita soprattutto a dimostrare quanto fosse appetibile per gli investitori il rilancio dello scalo. Tecnicamente l’ingresso di Aponte nella compagine azionaria rappresenta solo la sostituzione di un socio privato, un gioco a somma zero che non altera perciò gli attuali equilibri. E avviene a prescindere sia da un’eventuale futura gara per la cessione di quote pubbliche a privati sia dalla gara che Enac bandirà comunque nel 2029 alla scadenza della concessione in essere.
Ma è chiaro che lo sbarco di Msc al Colombo rappresenta già di per sé uno spartiacque. Di fatto è il primo colpo messo a segno dal nuovo presidente Alfonso Lavarello, che insieme al direttore generale Francesco D’Amico ha elaborato una strategia ben precisa: usare le crociere come volano per riportare l’Aeroporto in attivo e conquistare nuove fasce di mercato. Non a caso il nuovo sistema intermodale di collegamento tra aerostazione, ferrovia e stazione marittima – al centro di un apposito protocollo d’intesa firmato lo scorso aprile – è tutto studiato per offrire il massimo comfort ai crocieristi che sceglieranno Genova come home port. D’altro canto Msc è anche (e soprattutto) logistica e trasporto merci. Ed è facile immaginare quali potranno essere le sinergie con le banchine per sviluppare il settore cargo, ad oggi affidato alla società consortile Goas dopo anni di involuzione rispetto alle reali potenzialità.
Il termini societari il prossimo passaggio sarà l’assemblea straordinaria dei soci convocata il 28 giugno per deliberare l’aumento di capitale da 4,8 milioni di euro, un’iniezione necessaria dopo aver chiuso il 2023 con un passivo di 3,5 milioni. Eppure i conti non preoccupano il management dell’Aeroporto, insediatosi ormai un anno fa. I primi mesi del 2024 hanno chiuso tutti in crescita e i dati di traffico fanno ben sperare, con un +8,3% di passeggeri e un +102,4% di cargo registrati ad aprile su base annua. Tra i segnali positivi vengono annoverati il nuovo volo estivo per Olbia operato da Ita Airways e il charter Düsseldorf-Genova in collaborazione con Costa Crociere a partire dal 2025. Prospettive fissate nel nuovo piano economico-finanziario, predisposto con l’ausilio dell’advisor PwC, che dovrà traghettare la società fino al 2029 con l’obiettivo di raggiungere quota 1,75 milioni di passeggeri (nel 2023 sono stati 1,28, in aumento del 4,6% sul 2022 ma in calo del 24,4% rispetto al periodo pre-Covid).
Il nuovo assetto della società Aeroporto di Genova vedrà quindi l’Autorità di sistema portuale ancora nel ruolo di azionista di maggioranza col 60% del capitale, la Camera di commercio di Genova al 25% e Msc come socio privato di minoranza al 15%. Una percentuale, quest’ultima, destinata probabilmente a salire nei prossimi passaggi, così come è facile che scenda la partecipazione di Palazzo San Giorgio a vantaggio del Comune. L’intenzione dichiarata è quella di mantenere il controllo in mano pubblica, pur affidando al privato un ruolo preminente in termini operativi.
Resta da capire se la scalata di Aponte all’aeroporto avverrà in solitaria o in partnership con altri soci privati. Il Cristoforo Colombo è solo l’ultimo tassello di una presenza di Msc sempre più forte in città, dalle navi ai terminal portuali (100% di Calata Bettolo, 49% di Ignazio Messina, 45% del Terminal Rinfuse) passando per l’acquisizione de Il Secolo XIX dal Gruppo Gedi. E proprio Lavarello, manager di lungo corso, l’uomo scelto dalle istituzioni per risollevare le sorti del Colombo, fu il regista della pace tra Aponte e Spinelli sull’area delle Rinfuse, vicenda ampiamente trattata nelle carte dell’inchiesta per corruzione che ha portato all’arresto di Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini (e che non lo vede tra gli indagati).